Quali sono le differenze tra la previdenza complementare e quella integrativa?

Le caratteristiche e quello che c'è da sapere sulla previdenza complementare e quella integrativa

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Mario Esposito

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La previdenza complementare si fonda su un sistema di finanziamenti e capitalizzazioni, che si aggiunge alla previdenza obbligatoria senza sostituirla. Ogni persona che si iscrive ha un proprio conto nel quale vengono convogliati i versamenti, che successivamente vengono impiegati nel mercato finanziario da coloro che sono specializzati in azioni, titoli di stato, quote di fondi comuni di investimento e titoli obbligazionari, e tali versamenti produrranno nel tempo dei rendimenti, variabili in base alle scelte di gestione e all’andamento dei mercati.

Nel momento in cui una persona va in pensione e si iscrive alla previdenza complementare, gli sarà liquidata una rendita in aggiunta alla pensione statale, formata dai risultati di gestione e dai contributi versati.

Per garantire trasparenza e correttezza, per le forme pensionistiche complementari, è stata creata una Commissione di vigilanza sui fondi pensione (COVIP). La prestazione maturata può essere percepita in capitale, in modo parziale o totale, solo in base a determinate condizioni o la si può percepire anche in mancanza di una pensione che deriva dalla previdenza pubblica.

La previdenza complementare è basata infatti su un sistema di capitalizzazione, nel quale i versamenti di ogni lavoratore vengono investiti in modo autonomo dal fondo di previdenza con lo scopo di dar vita a una rendita.

Cos’è e cosa c’è da sapere sulla previdenza complementare?

La pensione integrativa o complementare, come ci dice la parola stessa, serve a integrare la pensione pubblica che rappresenta solo una percentuale dell’ultimo reddito percepito dai lavoratori e che molto probabilmente non basterà per mantenere lo stesso tenore di vita.

Si tratta di un’opzione facoltativa verso la quale tuttavia sempre più persone, anche in previsione di un futuro complesso dal punto di vista pensionistico, si stanno orientando per garantirsi un’entrata aggiuntiva nel momento in cui non lavoreranno più.

Il funzionamento è piuttosto semplice: innanzitutto il lavoratore può decidere se utilizzare una forma complementare o meno, i suoi versamenti si riversano nel conto individuale intestato alla persona iscritta e questo denaro viene poi investito dagli specialisti del settore. Al momento della pensione, i fondi vengono restituiti come prestazioni pensionistiche aggiunte, insieme agli interessi maturati dagli investimenti.

Questo tipo di contribuzione ha luogo in base alla somma versata e la prestazione pensionistica aggiunta alla fine avrà dello stesso importo di quanto ha reso l’investimento, che negli anni è stato gestito da enti e soggetti di diritto privato.

Ai fondi pensione complementari possono rivolgersi i lavoratori autonomi, i liberi professionisti, i dipendenti pubblici e privati, i titolari di redditi che non sono quelli da lavoro, i soci di cooperative e i familiari a carico dei lavoratori, poiché la pensione integrativa non è legata al versamento di contributi derivanti necessariamente da un’attività lavorativa.

Quali sono le caratteristiche della previdenza integrativa?

La previdenza integrativa presenta alcune caratteristiche particolari che la rendono una scelta non solo lungimirante, ma anche sicura. Un’importante tutela in favore dei sottoscrittori è per esempio l’intoccabilità del patrimonio, garantita dalla Commissione di vigilanza sui fondi pensione (COVIP). A questa si aggiungono:

  • la flessibilità e la possibilità di richiedere anticipazioni fino al 75% e la possibilità di riscatto;
  • vantaggi fiscali e contributi dedotti dal reddito imponibile con tassazione degli interessi al 20%;
  • libertà di adesione, libertà di contribuzione e libertà di trasferimento.

Perché è utile avere una pensione integrativa

Iscriversi a una previdenza complementare è una scelta sempre più importante, finalizzata a colmare quella differenza tra pensione pubblica e ultimo reddito che in futuro potrebbe rendere difficile poter contare di sufficienti risorse anche da pensionati. Versando con costanza durante la propria carriera dei contributi in un fondo pensione, infatti, una volta raggiunta l’età di pensionamento, sarà stato accumulato un bel risparmio, che si affiancherà alla pensione pubblica, e sul quale si potrà contare per ottenere importanti vantaggi fiscali.

Il cosiddetto gap previdenziale che interesserà i pensionati del futuro nasce in realtà da lontano: dagli anni Settanta, infatti, la pensione pubblica si basa su una convenzione intergenerazionale, cioè viene pagata dai contributi dei lavoratori attivi e le loro pensioni, a loro volta, verranno saldate dai contributi dei nuovi lavoratori. Il sistema sarebbe di per sé efficace ma l’aumentare dei pensionati e il diminuire della popolazione, quindi anche dei lavoratori attivi, hanno creato una lacuna importante allo Stato e il sistema pensionistico e il welfare pubblico sono stati rivisti, con lo scopo di contenere le spese.

Negli anni Novanta si sono ridotte le pensioni e come metodo utilizzato per il calcolo delle stesse si è passati a quello del sistema contributivo, il che vuol dire che la pensione è determinata solamente dai contributi versati nell’arco della propria vita lavorativa. Proprio per le previsioni poco rassicuranti per il futuro, in seguito a questo nuovo ricalcolo le istituzioni hanno dato vita a una serie di provvedimenti per sostenere le pensioni private e la previdenza complementare, chiamata a garantire le risorse sufficienti per mantenere un tenore di vita appropriato.

Come il lavoratore può scegliere la previdenza complementare?

La scelta di una previdenza complementare integrativa da parte di un lavoratore dipende dalle opzioni disponibili nel proprio Paese o nel settore lavorativo di riferimento. Il primo consiglio di cui tener conto è senza dubbio quello di informarsi dettagliatamente sulle opzioni disponibili, effettuando ricerche accurate sulle diverse opzioni di previdenza complementare integrativa offerte e raccogliendo dati su fondi pensione aziendali, piani individuali pensionistici o altre forme di previdenza integrativa.

A questo punto è importante esaminare attentamente i benefici offerti da ogni opzione di previdenza complementare, che possono includere contributi aggiuntivi da parte dell’azienda o del datore di lavoro, opzioni di investimento, flessibilità nel prelievo dei fondi o altre caratteristiche che possono soddisfare le specifiche esigenze finanziarie e di pianificazione pensionistica. Oltre a considerare i benefici evidenziati dalla società di previdenza, però, vanno analizzati costi e rendimenti e la solidità finanziaria dell’ente gestore, puntando l’attenzione sugli aspetti di storicità e affidabilità di quest’ultimo.

I diversi piani possono poi differenziarsi per flessibilità e opzioni di personalizzazione, per esempio per ciò che riguarda la scelta delle modalità di contribuzione, dell’importo dei contributi o delle modalità di liquidazione delle prestazioni pensionistiche. Se si desidera un maggiore controllo sul piano pensionistico, è infatti importante cercare opzioni che consentano personalizzazioni in base alle singole esigenze.

Data la complessità del mercato e l’ampio ventaglio di proposte oggi disponibili, è comunque sempre consigliabile consultare un consulente finanziario esperto o un professionista del settore per ottenere consigli personalizzati sulla scelta della previdenza complementare integrativa. Un consulente può essere di grande aiuto nel valutare le esigenze, esaminare le opzioni disponibili e fornire suggerimenti sulla scelta più adatta alle circostanze.

Quando conviene la previdenza complementare o integrativa?

La scelta di ricorrere alla previdenza complementare o integrativa è sempre più frequente e dettata dal quadro poco positivo che gli analisti stanno tracciando riguardo al futuro delle pensioni. La previdenza complementare può essere in effetti conveniente per tanti motivi, da valutare ovviamente a seconda delle esigenze e delle circostanze individuali.

Il primo e più evidente vantaggio della previdenza complementare è quello di poter integrare la pensione nel momento in cui si smetterà di lavorare, il che significa poter contare su risorse economiche aggiuntive che possano permettere di avere un tenore di vita soddisfacente anche una volta a riposo.

Proprio in previsione del rischio che il sistema previdenziale pubblico possa non fornire una pensione sufficiente per mantenere lo standard di vita desiderato durante la pensione, la previdenza complementare viene oggi considerata come la migliore soluzione per colmare questa lacuna, offrendo un reddito supplementare per garantire una maggiore sicurezza finanziaria nel periodo della pensione.

Per facilitare l’accesso alla previdenza complementare e renderla più conveniente, inoltre, sono stati previsti dei vantaggi fiscali, come detrazioni o deduzioni dalle imposte, sui contributi versati, il che può ridurre il carico fiscale attuale e aumentare l’efficacia degli investimenti pensionistici nel lungo termine.

La pensione complementare o integrativa infine risulta essere una valida scelta anche in termini di risparmio a lungo termine, poiché al di là dell’integrazione della pensione statale, essa può essere vista come un investimento utile per accumulare capitale nel tempo, fornendo una base finanziaria solida per il futuro.