Pace fiscale: nessun condono per cartelle, tributi, multe

Confronto acceso fra la Lega, che spinge per inserire la misura in legge di Bilancio, e il M5S, che non vuole che sia un condono

La ‘pace fiscale’ – con cui Matteo Salvini vorrebbe finanziare gran parte delle misure care alla Lega – è fra i diversi motivi di tensione col Movimento 5 Stelle, che al contrario non vuole che il proprio elettorato possa percepire la misura come l’ennesimo condono. Anche in questo caso toccherà al ministro dell’Economia Giovanni Tria trovare una sisntesi che metta d’accordo le due anime del governo, al momento piuttosto distanti.

Da un lato il sottosegretario all’Economia, Massimo Bitonci, dichiara che la misura consentirà di regolarizzare posizioni debitorie nei confronti del Fisco fino a 1 milione di euro. “Pensiamo a una pace fiscale più ampia possibile come misura una tantum che chiuda tutte le lite pendenti per le cartelle, per il contenzioso tributario, per le multe amministrative e per le multe di vario genere esclusa l’IVA e la previdenza”. Sembrerebbe dunque una sorta di condono tombale, ma il ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, insiste sul fatto che non ci sarà alcun condono.

Compromesso
Un compromesso accettabile per inserire la pace fiscale nella legge di Bilancio 2019 potrebbe essere una sanatoria i debiti tributari e magari anche le multe stradali, mentre con ogni probabilità resteranno fuori IVA e contributi previdenziali.

Il tetto
Possibile che si finisca per consentire la regolarizzazione a chi ha pendenze determinate da un’effettiva situazione di difficoltà senza invece prevedere una sanatoria per i grandi evasori. Il Governo è al lavoro sulla modulazione della misura, per stabilire l’entità dello sconto da applicare a chi aderisce alla sanatoria.

Fra le ipotesi, quella di prevedere aliquote differenziate in base allo scaglione di reddito del contribuente e alla somma da saldare: 6%, 10 e 15%. Si è parlato anche di un condono al 10 o 15%, piuttosto che di uno sconto limitato a sanzioni e interessi, con un provvedimento quindi simile alle rottamazione degli ultimi anni. Non si esclude che ci siano anche nuove possibilità di voluntary disclosure (emersione di capitali).

Secondo il sito delle piccole-media imprese pmi.it, la pace fiscale potrebbe anche prevedere misure di compliance strutturali, per esempio attraverso un rafforzamento del ravvedimento operoso, dell’accertamento con adesione, e in genere con misure che consentano di chiudere anche contenziosi già aperti. Dunque l’idea è quella di agevolare i contribuenti che hanno la volontà di sanare le pendenze concedendo sconti in modo strutturale (in questo caso, la riduzione riguarderebbe solo le sanzioni, non la somma originariamente evasa).

Questi i termini del dibattito, i contorni precisi del provvedimento si conosceranno entro metà ottobre, quando il Governo presenterà la manovra.

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