Autonomi e partite Iva, come funziona la flat tax fino a 85mila euro

Il governo amplia la platea dei beneficiari della tassa piatta: ecco come Giorgia Meloni finanzierà una delle misure bandiera della campagna elettorale

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Nelle settimane di campagna elettorale che hanno preceduto il voto del 25 settembre, i partiti di centrodestra che oggi sostengono il governo di Giorgia Meloni hanno puntato in maniera convinta sull’estensione della flat tax come misura per rilanciare l’economia e diminuire la pressione fiscale per i lavoratori autonomi. In particolare, il segretario della Lega Matteo Salvini ha più volte dichiarato che l’ampliamento della platea dei beneficiari sarebbe stato uno dei temi affrontati dal nuovo esecutivo durante il primo Consiglio dei ministri.

Così non è stato, vista l’urgenza con cui la premier si è dovuta subito mettere al lavoro per trovare le risorse necessarie da destinare a famiglie e imprese messe in ginocchio dal caro bollette. L’emergenza energetica ha prevalso per ordine di importanza su ogni altro argomento, rinviando alle successive riunioni la discussione sulle misure bandiera da inserire nella prossima legge di Bilancio.

Flat tax, la proposta della Lega per ampliare la platea oltre i 65mila euro

La presenza di un esponente di spicco come Giancarlo Giorgetti nella compagine ministeriale spinge il Carroccio ad avere un ruolo di peso nel dibattito economico. Nonostante le molte difficoltà che il governo sta incontrando nel reperire risorse per finanziare nuovi interventi, il titolare dell’Economia non intende rinunciare del tutto alle proposte del programma leghista, a cominciare proprio dall’estensione della flat tax.

La volontà del partito sarebbe quella di allargare la platea di lavoratori autonomi che possono usufruire della tassa piatta al 15%. Infatti, ad oggi la misura è già in vigore per tutti i titolari di partita iva che dichiarano meno di 65mila euro l’anno di fatturato. Parliamo di circa 2,1 milioni di persone in tutto il Paese: un parterre di professionisti, artigiani e commercianti che regge una buona parte del tessuto economico italiano.

Flat tax fino a 100mila euro di reddito? La retromarcia del centrodestra

La proposta della Lega è quella di ampliare il numero di beneficiari di altre 240mila unità. L’allargamento della fascia di cittadini destinatari dell’agevolazione avverrebbe innalzando la soglia di reddito a quota 100mila euro annui. Si tratterebbe di un incremento dell’11% rispetto alla situazione attuale: un cambiamento che diversi economisti (dall’ex numero uno dell’Inps Tito Boeri all’attuale presidente dell’Università Luiss Guido Carli Vincenzo Boccia) hanno giudicato come troppo oneroso per le casse dello Stato.

Il costo che una scelta di questo genere avrebbe per l’erario pubblico viene quantificato da diversi studi nell’ordine di diverse decine di miliardi di euro. Per questo motivo la misura stenta a decollare, imponendo al governo l’obbligo di esplorare altre soluzioni per rendere più sostenibile la modifica voluta dal Carroccio (ma appoggiata anche da Forza Italia e da Fratelli d’Italia).

Quanto stanzierà il governo per estendere il numero dei beneficiari

L’ipotesi che sta prendendo piede negli ultimi giorni è che si arrivi ad un incremento della platea dei beneficiari includendo i liberi professionisti che dichiarano fino a 85mila euro l’anno. Il deputato leghista Federico Freni – appena nominato sottosegretario all’Economia dopo aver già ricoperto lo stesso ruolo nel governo di Mario Draghi – ha confermato la volontà di estendere la tassa piatta al 15% ad un numero di lavoratori maggiore rispetto a quello attuale, anche se non sarà possibile includere tutti coloro che guadagnano meno di 100mila euro l’anno.

I margini di trattativa paiono molto risicati soprattutto in virtù delle poche risorse a disposizione del governo per la legge di Bilancio. È stata la stessa Giorgia Meloni in conferenza stampa a specificare come i 21 miliardi di euro che verranno recuperati dall’innalzamento del deficit al 4,5% nel 2023 (era stato fissato al 3,9% dal precedente esecutivo) serviranno interamente per coprire gli aiuti contro il caro bollette. La premier ha anche sottolineato come ogni altra misura non potrà essere sostenuta dalle risorse che arriveranno da questo scostamento di bilancio.

Flat tax a 85mila euro, quanto costa e come verrà finanziata

Dunque rimane poco chiaro come la Lega intenda procedere per trovare i soldi necessari a realizzare la flat tax al 15% per tutti i lavoratori sotto gli 85mila euro annui di reddito. Stando alle ultime dichiarazioni, le voci su cui il governo intende intervenire per trovare nuove fonti di finanziamento sono due:

  • il Reddito di cittadinanza
  • il Superbonus edilizio al 110%

In merito al primo tema è intervenuto il senatore del Carroccio e sottosegretario al ministero del Lavoro Claudio Durigon (anche lui ha già ricoperto questa carica, ma durante il primo governo di Giuseppe Conte). La sua proposta prevede un risparmio di circa 3 degli 8 miliardi di euro che ogni anno servono per finanziare il Reddito.

La riduzione della spesa avverrebbe tramite l’applicazione di alcune modifiche mirate sul testo attuale. Nello specifico, la stretta porterebbe alla decadenza del diritto dopo il rifiuto di una sola offerta di lavoro (oggi sono due), mentre l’assegno percepito non sarebbe più fisso ma andrebbe a scalare nel corso del tempo.

Quando entrerà in vigore l’estensione a 85mila euro d reddito

Per quanto riguarda invece lo sgravio sui lavori edili di efficientamento energetico, la volontà dell’esecutivo (illustrata di recente proprio dal ministro Giorgetti) sarebbe quella di passare dalla soglia attuale del 110% per i condomini ad un più sostenibile 90% a partire dal 1° gennaio 2023.

In questo modo il peso economico per lo Stato verrebbe alleggerito di diversi miliardi (sono state fatte diverse stime, non sempre concordanti), che andrebbero a finire in maniera preventiva nella Manovra che il governo dovrà approvare in Parlamento entro il prossimo 31 dicembre.

Come funziona oggi e quanto si può risparmiare

In un quadro così complicato, ad oggi l’unica certezza riguarda il meccanismo che regola la tassa piatta. Parliamo di un’imposta che prevede un’unica aliquota fissa su tutto il reddito imponibile annuo. Ad oggi, tutti coloro che dichiarano un volume di entrate inferiore a 65mila euro nei dodici mesi usufruiscono di una tassazione al 5% per i primi cinque anni, che sale al 15% dal sesto anno in poi.

Inoltre la flat tax sostituisce tutte le altre imposte previste per chi rientra sotto il regime di tassazione ordinaria. Tra queste ci sono le imposizioni sui redditi (Irpef), le addizionali regionali e comunali, le tasse sulla attività produttive (Irap) e l’Iva sulle vendite. Ricordiamo che ci sono due categorie di persone che non possono usufruire della tassa piatta: i cittadini titolari di quote di qualsiasi percentuale all’interno di società intestate a persone e i cittadini intestatari di società a responsabilità limitata (srl).