Il Consiglio di Stato boccia l’Imu per la Chesa. Si rischiano mancati incassi per 600 milioni

Gli immobili della Chiesa salvato dai giudici Amministrativi: il ministero non è competente per l'applicazione del provvedimento per gli enti non commerciali. Il mancato incasso nel 2012 potrebbe portare a un aumento dell'aliquota

Mentre sulla testa dei cittadini incombe la spada di Damocle del pagamento dell’Imu con scadenza il 17 dicembre (incerta in molti casi è ancora l’entità del salasso, ma certo il fatto che finora otto Comuni su 10 hanno deciso di alzare le aliquote), giunge una notizia destinata ha suscitare polemiche.

Il Consiglio di Stato ha bocciato il decreto del Tesoro per l’applicazione dell’Imu sugli enti non commerciali, dunque anche sulle proprietà Chiesa. Nella sentenza si legge che “non è demandato al Ministero di dare generale attuazione alla nuova disciplina dell’esenzione Imu per gli immobili degli enti non commerciali“.

Il provvedimento del governo prevede l’estensione dell’imposta a tutti quei beni immobili di proprietà della Chiesa non destinati al culto in maniera esclusiva. Ed è in questi casi che il provvedimento rivela il proprio tallone d’Achille:  l’edificio è esente dall’Imu solo “in proporzione all’utilizzazione non commerciale dell’immobile quale risulta da apposita dichiarazione”. Ma definire la sorte degli immobili la cui destinazione d’uso non è quella esclusivamente religiosa sembra essere un compito arduo: “la loro diversità e eterogeneità rispetto alla questione dell’utilizzo misto”, secondo i giudici, “conferma che si è in presenza di profili che esulano dal potere regolamentare in concreto attribuito”.
A chi spetta decidere le quote della destinazione d’uso degli immobili ‘ibridi’ della Chiesa? La domanda per il momento rimane inevasa e il tempo stringe, perché il Tesoro dovrà ritrovare una risposta entro fine anno, dal momento che la legge prevede il via alla applicazione dell’imposta dal 1° gennaio 2013.

Inoltre, non dimentichiamo che una risposta va fornita anche all’Unione Europea che sul tema dell’esenzione riservata agli immobili della Chiesa ci aveva già bacchettato, aprendo nell’ottobre 2010 una procedura d’infrazione contro l’Italia per aiuti di Stato illegittimi che alterano la concorrenza con altri soggetti commerciali “laici”.

Un inconveniente non da poco se si considera che produrrà per quest’anno – si stima – un buco di gettito di 600 milioni di euro. Denaro che lo Stato potrebbe decidere di recuperare aumentando le aliquote Imu.

Va ricordato, infatti, che – oltre al margine di oscillazione delle aliquote del +/-0,2%  per la prima casa e del +/-0,3% per la altre abitazioni lasciato a discrezione dei comuni – la legge prevede che il governo entro il 10 dicembre possa ritoccare le aliquote base – ora 0,4% sulla prima casa e 0,76% sulle seconde – se il gettito è inferiore alle aspettative.