Prosegue il lungo iter della Manovra con il pressing dei partiti e la partita, adesso, che si è spostata nel campo degli emendamenti. Proprio nelle scorse ore, la Lega, infatti, è tornata a rilanciare uno dei suoi cavalli di battaglia, provando a reintrodurre la flat tax per compensi o ricavi oltre i 65mila euro fino ai 100mila.
Salvini rilancia la Flat Tax
L’emendamento stima oneri per 110 milioni per il 2022, 1,13 miliardi per il 2023 e 860 milioni dal 2024, a cui – e qui inizia quella che per molti è l’ennesima provocazione nei confronti degli alleati di Governo del M5s – “si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo per il reddito di cittadinanza”.
E affossa il Reddito di Cittadinanza
Tutti contro il Reddito, M5S non arretra
Contro il Reddito di cittadinanza oggi si sono espressi in tanti. Per la viceministra alle infrastrutture, in quota Italia Viva Teresa Bellanova la misure è stata “un fallimento”, anche dal punto di vista della lotta alla povertà. In una intervista alla Stampa Bellanova ha spiegato che serve un complessivo ripensamento delle politiche del lavoro e sociali, perché “è stata fatta una grande confusione su temi che sono molto delicati. Non si può mettere insieme il contrasto alla povertà e le politiche per il lavoro, affrontando tutto con lo stesso strumento”.
Netta bocciatura anche dal presidente di Confindustria Carlo Bonomi: “Sul reddito di cittadinanza la nostra posizione è ben chiara: cosi’ come e’ strutturato oggi non dà quelle risposte per cui questo provvedimento è stato fatto perché non intercetta gli incapienti del Nord ed è diventato un disincentivo a cercare lavoro nel Mezzogiorno ed è stato fallimentare sulle politiche attive del lavoro, lo abbiamo sempre detto e non ci hanno ascoltato”.
Ma sul tema è più volte intervenuto il leader del M5S Giuseppe Conte per chiarire che il reddito di cittadinanza non si tocca. Piuttosto “dovranno passare sul mio cadavere”.
Draghi media e guarda al Colle
Dopo un restyling che sa di mediazione, comunque, la misura dovrebbe avere salva la pelle. Certo è che lo scambio dialettico sempre al rialzo e indice di una tensione sempre viva nella maggioranza secondo i bene informati inizierebbe a stancare il Presidente del Consiglio Draghi che potrebbe lasciare la strada di Palazzo Chigi per imboccare quella del Colle.