Fisco e catasto, le riforme che agitano la maggioranza

C'è addirittura chi, in queste ore, ha ipotizzato lo scenario di elezioni ad ottobre con l'ex Bce - stanco di essere tirato per la giacchetta - pronto a lasciare Palazzo Chigi in estate

Si alza – di nuovo – l’asticella della tensione nella maggioranza: riforma fiscale e del catasto sono pronte a complicare i piani del Premier Draghi che – stando ai bene informati – sarebbe stanco di essere tirato dalla giacchetta dai partiti.

Le riforme che agitano la maggioranza

C’è addirittura chi, in queste ore, ha ipotizzato lo scenario di elezioni ad ottobre con l’ex Bce pronto a lasciare Palazzo Chigi in estate. E’ ormai sotto gli occhi di tutto che ogni argomento diventa terreno utile per la campagna elettorale praticamente già in corso e il Presidente del Consiglio sarebbe piuttosto spazientito.

Prima lo scontro sugli aiuti militari, poi la delega fiscale e la riforma del catasto sul quale l’esecutivo ha rischiato di saltare.

Salvini-Tajani a Draghi: no nuove tasse

Pronto a dare battaglia, sulla delega fiscale, certamente, il leader della Lega Matteo Salvini. Stiamo chiedendo a Draghi di andare avanti, senza mettere nuove tasse”, insiste. “Qualcuno – ha aggiunto – non ha ben chiari i costi che le famiglie stanno sostenendo”. E proprio per fissare i paletti, il centrodestra ha chiesto un incontro al Presidente del Consiglio “con l’obiettivo di evitare aumenti di tasse su casa, affitti e risparmi”.

-“Siamo assolutamente favorevoli a far sì che questo governo arrivi fino alla fine della legislatura”. Ripete anche il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani a margine della convention del partito in corso a Roma. “Solo che alcuni passaggi di testi usciti dal Consiglio dei ministri possono e devono essere migliorati in Parlamento. Mi riferisco alla riforma della giustizia per cui chiediamo che non venga messa la fiducia, come ha promesso il presidente del Consiglio in quanto vogliamo la separazione delle funzioni dei magistrati, che finisca la stagione delle porte girevoli e la riforma legge elettorale per scegliere i rappresentanti del Csm, e mi riferisco alla riforma del catasto nella delega fiscale, visto che l’articolo 6 si prefigura come un’altra stangata fiscale da infliggere ai proprietari di casa”.

Catasto, la riforma della discordia

Si muove in un terreno scivoloso anche la riforma del catasto. Salvini continua a ripetere come un mantra che impedirà al Governo (dimenticando che anche lui ne fa parte) di mettere le mani nelle tasche degli italiani. Per molti una mossa anche qui elettorale. In molti, infatti,  fanno notare che la revisione del catasto sarebbe “disponibile a decorrere dal primo gennaio 2026”. Tradotto: per le eventuali novità bisognerà attendere ben 4 anni, quando si spera sia guerra che pandemia saranno un lontano ricordo.

Ma soprattutto, a spazzare il campo, ci pensa l’articolo 6 stando al quale non ci saranno cambiamenti: “Non si ascrivono effetti di natura finanziaria sul lato delle entrate, stante la prevista invarianza della base imponibile dei tributi, la cui determinazione continuerà a fondarsi sulle risultanze catastali vigente”.