“Si ritiene opportuno acquisire conoscenza diretta dello stato esteriore e delle caratteristiche degli immobili e della zona in cui sono ubicati, acquisibile anche tramite un sopralluogo o con gli strumenti informatici disponibili in ufficio ed anche accedendo ad Internet. Ciò consente di evidenziare meglio le analogie e le differenze tra l’immobile da valutare e quelli presi come riferimento, sulla base delle principali caratteristiche che influenzano i prezzi di mercato della tipologia di immobile in esame”.
Con queste poche righe l’agenzia delle Entrate rende noto come nella caccia agli evasori fiscali entrino anche gli strumenti informatici e tecnologicamente più avanzati offerti dal web. Il controllo, appare chiaro, chiama in causa lo strumento più diffuso per accedere a immagini satellitari da Internet: Google Maps.
Sulla questione della riservatezza di Google Maps ci si era già posti più di un interrogativo, ora la creazione di Mountain View potrà essere d’aiuto negli accertamenti del fisco, aggiungendo un grattacapo in più a quanti nascondano il vero valore dei propri immobili.
“Per quanto concerne i controlli relativi ai valori dichiarati”, rassicura l’Agenzia nel documento, “particolare attenzione deve essere prestata alla fase di selezione degli atti da sottoporre a controllo, concentrando le risorse disponibili (addetti) sulle fattispecie più significative e con più elevati profili di rischio evasione e/o elusione”, anche perché, pur con la comodità di Google Maps, non si possono mettere sotto la lente le case di milioni d’italiani.
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