Per far sì che le amministrazioni comunali scendano in campo come “bounty killer” nella caccia all’evasore fiscale la manovra economica, nella sua ultima e definitiva versione, gioca il tutto per tutto: la “taglia” sugli evasori sale al 100% dell’incasso. Il comune che collabora con l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza nel recupero di imposte evase può incassare l’intero gettito. Un raddoppio rispetto al 50% del “bottino” previsto dal decreto sul federalismo municipale.
Per i comuni si tratta in realtà di condividere onori e oneri. In altre parole dovranno assumersi i costi e l’organizzazione della lotta all’evasione sperando che dia frutti consistenti, per lo meno per ripagare l’operazione stessa. Una sorta di “rischio d’impresa” che può essere alto soprattutto per i comuni di piccole dimensioni con meno risorse.
I modi per scovare l’evasore
Ma come può muoversi il comune? Ad esempio partendo dalla collaborazione con l’Agenzia delle Entrate: quest’ultima può trasmettere all’ente locale l’elenco di contribuenti (es. commercianti e professionisti) che hanno presentato dichiarazioni dei redditi minime (o non l’hanno presentata). Per il comune è sicuramente più facile verificare “in loco” il reale regime di attività e il tenore di vita di questi soggetti.
In concreto le indagini potrebbero prendere queste strade:
Attività commerciali, artigianali e professionali |
Il comune può controllare la loro reale attività anche tramite la pubblicità spicciola (volantinaggi, siti internet ecc.). In questo modo può accertare anche l’attività di soggetti non titolari di partita Iva (circoli, associazioni) ma che di fatto svolgono attività di lucro. L’amministrazione risale al titolare dell’attività e può accertare la reale situazione economica segnalandola, nel caso, all’ufficio delle Entrate. |
Redditometro | Il comune può rilevare con più facilità gli indicatori di reddito di alcuni soggetti che risultano nullatenenti. Ad esempio sulla base degli immobili acquistati in zone di pregio della città o dei lavori di ristrutturazione per i quali è emessa la Dia (dichiarazione di inizio attività). O anche tramite i controlli della polizia municipale su possessori di auto di grossa cilindrata che possono segnalare al fisco una capacità contributiva occulta. |
Locazioni | I modi per far emergere gli affitti in nero sono diversi: dalle informazioni raccolte dalla polizia municipale durante la verifica delle residenze anagrafiche (specie per studenti fuori sede e lavoratori stranieri) all’incrocio con i dati delle utenze, l’Ici o la Tarsu. Il Comune, può verificare in via telematica se nella dichiarazione dei redditi dei proprietari risultano redditi di locazione e in che in misura, e nel caso può avvisare le Entrate. |
Abusi edilizi | In caso di denuncia di un abuso edilizio da parte di cittadini, il Comune può risalire alla ditta che ha eseguito i lavori e verificare se è stata emessa regolare fattura. |
Finti residenti all’estero |
Il comune può facilmente capire se un cittadino iscritto all’Aire (Anagrafe degli italiani residenti all’estero) paga le utenze domestiche per una casa in città, o magari ha richiesto il permesso di sosta per i residenti, ha figli iscritti a scuola o ha preso più una multa per la circolazione in città. Tutti indizi di una falsa residenza all’estero per non pagare le tasse. |