Come leggere le etichette alimentari

Per avere indicazioni precise e trasparenti sugli alimenti che compriamo e fare scelte consapevoli è indispensabile saper leggere e valutare correttamente le informazioni attraverso l'etichettatura dei prodotti.

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Redazione

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Prodotti importati dall’estero spacciati per nazionali, alimenti bio o vegani che invece non lo sono, prodotti dichiarati “senza zucchero” dove sono presenti sostanze con alto indice glicemico, ecc. ecc.

Per avere indicazioni precise e trasparenti sugli alimenti che compriamo e fare scelte consapevoli è indispensabile saper leggere e valutare correttamente le informazioni attraverso l’etichettatura dei prodotti, anche se districarsi tra i simboli e le avvertenze non è sempre facile.

Quanto sono importanti le etichette alimentari?

La normativa sull’etichettatura dei prodotti alimentari nasce nel 1978 con una direttiva CEE, recepita nel nostro paese nel 1992. Da allora in Italia si sono apportate continue modifiche, finché il Parlamento e il Consiglio europeo non hanno adottato il Regolamento UE n. 1169, entrato in vigore in Italia dal dicembre 2014, che ad oggi è il riferimento comunitario disciplinante l’etichettatura dei prodotti alimentari.

Le etichette alimentari sono la carta d’identità degli alimenti, lo strumento che ci permette di conoscere il prodotto, di distinguerlo da un altro apparentemente uguale e di scegliere quello di qualità. Fare una spesa intelligente consente di seguire una alimentazione più salutare che è la base per condurre uno stile di vita sano.

Prodotti alimentari
Secondo la Coldiretti, nel 2017 la spesa degli italiani in alimentari e bevande è tornata a crescere in maniera significativa (+3,2%) dopo cinque anni di segno negativo, registrando una decisa svolta salutista sulle nostre tavole. Di conseguenza saper leggere l’etichetta di questi alimenti ci aiuterà a scegliere meglio.

Che cosa si è obbligati ad indicare in etichetta?

A volte incontriamo scritte microscopiche e diciture poco chiare, ma le etichette devono dare informazioni comprensibili, trasparenti e precise. E ci sono alcune indicazioni che per legge, nel prodotto preconfezionato, sono obbligatorie:

Informazioni obbligatorie Note
1. denominazione di vendita è il nome del prodotto
2. elenco degli ingredienti l’elenco è in ordine di quantità, a partire da quello utilizzato in dosi maggiori. State confrontando due tavolette di cioccolato? Al primo posto dovrebbe esserci il cacao e non lo zucchero. Se si tratta di biscotti invece, a parità di ingredienti, scegliete il prodotto dove compare prima l’olio extra vergine d’oliva e poi la margarina
3. indicazione degli allergeni indicare qualsiasi ingrediente che provochi allergie o intolleranze
4. data di scadenza o termine minimo di conservazione
5. nome, ragione sociale e sede dello stabilimento di produzione dal 5 aprile di quest’anno è stato inserito anche l’obbligo di indicare la sede dello stabilimento di produzione o di confezionamento
6. Quantità netta dell’alimento controllare sempre il peso netto e il peso sgocciolato, perché la dimensione della confezione può trarre in inganno
7. titolo alcolometrico per le bevande che contengono più del 1,2% vol. per le bevande che contengono più del 1,2% vol.
8. istruzioni per l’uso e, quando occorre, le modalità di conservazione e preparazione
9. Paese di origine e luogo di provenienza L’obbligo di indicare l’origine in etichetta è una battaglia storica di tante associazioni di consumatori e della Coldiretti, che denuncia che almeno uno su quattro alimenti non riporta obbligatoriamente l’origine in etichetta, spacciando per italiano cibo falso.
Un recente successo per il nostro Made in Italy è la disposizione che permette, attraverso l’etichetta, di conoscere l’origine del grano (impiegato nella pasta) e del riso, mettendo fine all’inganno dei prodotti importati, spacciati per nazionali
10. Dichiarazione nutrizionale Per chi conduce uno stile di vita sedentario e per chi è in sovrappeso o soffre di patologie metaboliche queste informazioni sono fondamentali. Il legislatore ha reso obbligatorio indicare: valore energetico, proteine, lipidi, grassi saturi, carboidrati con dicitura specifica per zucchero e sale

Fidiamoci del produttore che mette tante informazioni, ci darà la possibilità di dare un giudizio migliore sul prodotto e, in genere, più indicazioni ci sono più il prodotto è di qualità.

Prodotti al supermercato

Non lasciamoci ingannare

Ma che cosa ci può trarre in inganno nelle etichette?

  • IMMAGINE RIPORTATA SULLA CONFEZIONE

a volte sono puramente indicative, claim pubblicitari che cercano di attirare la nostra attenzione e non corrispondono al prodotto presente nella confezione.

  • DICITURA “SENZA ZUCCHERO

la dicitura “senza zucchero” non è esatta se vengono inseriti edulcoranti al suo posto o sono presenti sostanze come il maltosio, lo sciroppo di glucosio, l’amido di mais che sono sostanze con un alto indice glicemico.

  • PRESENZA DI ADDITIVI

meno ce ne sono meglio è. Coloranti, conservanti, antiossidanti, addensanti, correttori di acidità, esaltatori di sapidità: vengono inseriti quando il cibo è carente nella qualità e per mascherare l’assenza di ingredienti che magari costano troppo.

  • PRODOTTI “LIGHT” e “SENZA CALORIE

queste diciture a volte sono ambigue. Per esempio, se viene evidenziato che il prodotto light, rispetto alla versione normale, ha il 32% di grassi in meno, a questo dovrebbe corrispondere anche una sensibile diminuzione del numero di calorie, che a volte invece è quasi identico. Ecco la differenza tra alimenti “senza calorie”, “light” e “a basso contenuto calorico”:

Dicitura Parametri
Senza calorie non deve contenere più di 4 kcal (17 kJ) per 100 ml di prodotto
Light (a ridotto contenuto calorico) deve avere almeno il 30% in meno di calorie rispetto allo stesso prodotto non light
A basso contenuto calorico non deve contenere più di 40 kcal per 100 g di prodotto solido, e non più di 20 kcal per 100 ml di prodotto liquido

Facciamo attenzione anche perché, secondo Federconsumatori, i prezzi degli alimenti light, biologici, senza lattosio e senza lievito sono molto cari e ammontano al 47,2% in più dei prodotti ordinari.

Inoltre per chi non rispetta la trasparenza e la corretta informazione al consumatore su quello che viene offerto sugli scaffali, la Coldiretti ha annunciato sanzioni, da 500 euro a 40.000 euro, una garanzia in più per i consumatori riguardo le informazioni sugli alimenti contro le notizie “fake”.