Bonus videosorveglianza: quello che c’è da sapere

Inserito nel bonus ristrutturazioni con la Legge di Bilancio 2019, consente di scaricare il 50% delle spese sostenute

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Il bonus videosorveglianza costituisce, a tutti gli effetti, un incentivo fiscale grazie al quale è possibile ottenere un credito d’imposta Irpef che può essere richiesto da quanti installino all’interno della propria abitazione degli impianti di videosorveglianza e di allarme. L’agevolazione prevede una detrazione fiscale fino al 50% della spesa che è stata affrontata. La misura rientra a pieno diritto in un pacchetto leggermente più ampio, che prende il nome di bonus ristrutturazione casa.

Ma perché viene erogato questo particolare incentivo? Il legislatore è partito da una considerazione di fondo: in Italia le infrazioni e i furti nelle cose sono ormai all’ordine del giorno. Spesso e volentieri, però, sostenere l’investimento per installare un sistema antifurto, antintrusione e videosorveglianza per prevenire questi atti scoraggia molte famiglie. Ovviamente a causa dei costi elevati. Questo, sostanzialmente, è il motivo per il quale si è deciso di andare ad incentivare i cittadini con un’agevolazione. L’unico modo che possa rendere efficaci questi sistemi è che vengano adottati prima che il reato avvenga.

Quando è stato introdotto il bonus videosorveglianza

Introdotto con la legge di stabilità 2016 sotto forma di credito d’imposta al 100% (ossia, l’intera cifra spesa poteva essere poi detratta in fase di dichiarazione IRPEF), il bonus videosorveglianza è stato confermato nell’ambito della Legge di Bilancio 2019 (la n.145 del 30 dicembre 2018), questa volta con una detrazione dimezzata. Il funzionamento è simile a quello di altre misure già analizzate, come il bonus condizionatori, bonus zanzariere e bonus tende da sole. Simile, quindi, anche il parco di utenti che può richiederla e modalità di presentazione della domanda. Vediamo tutto in dettaglio.

Bonus videosorveglianza 2019, cos’è e come funziona

Parte del cosiddetto Bonus ristrutturazioni 2019, il bonus videosorveglianza è un’agevolazione fiscale che consente di scaricare il 50% delle spese sostenute per l’acquisto delle telecamere, l’installazione del sistema, spese di perizia e di certificazione e conformità alla legge sulla privacy. La detrazione può essere utilizzata a fini IRPEF e deve essere divisa in dieci quote annuali di pari importo. Gli acquisti e l’installazione dell’impianto devono ovviamente avvenire entro il 31 dicembre 2019.

Cosa serve per chiedere il bonus videosorveglianza 2019

Per poter usufruire dello sgravio fiscale è necessario che il pagamento avvenga con un sistema “parlante”, in modo che possa essere poi tracciato dall’Agenzia delle Entrate per eventuali controlli. Sono ammessi, dunque, i bonifici bancari e bonifici postali, anche effettuati online. Nella causale dovrà essere indicata la motivazione del pagamento e aggiunte informazioni come il proprio codice fiscale e la partita IVA dell’azienda che esegue i lavori. Inoltre, nella ricevuta o fattura fiscale rilasciata dal professionista dovrà essere specificato che si tratta di un intervento di installazione di sistemi di videosorveglianza.

Chi può richiedere il bonus videosorveglianza 2019

Il bonus può essere richiesto da:

  • proprietario dell’immobile;
  • titolare del diritto di godimento;
  • familiare convivente;
  • coniuge separato se assegnatario dell’immobile intestato all’ex coniuge;
  • convivente more uxorio.

Cosa comprare con il bonus videosorveglianza 2019

Il bonus videosorveglianza consente di scaricare le spese sostenute per l’acquisto delle telecamere e per la loro installazione. Non solo: potranno essere inserite anche le spese di progettazione dell’impianto, la perizia e il sopralluogo, oltre a quelle sostenute per il rilascio della certificazione di rispondenza alla legge sulla privacy.