Cos’è l’euro digitale, la moneta elettronica dell’Unione Europea

La Banca Centrale Europea sta preparando la strada all'euro digitale, che darà importanti vantaggi ai risparmiatori dell'eurozona e li metterà al sicuro dalle speculazioni

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Mirko Ledda

Editor e fact checker

Scrive sul web da 15 anni, come ghost writer e debunker di fake news. Si occupa di pop economy, tecnologia e mondo digitale, alimentazione e salute.

Tra i progetti della Banca Centrale Europea c’è quello di iniziare a far circolare anche l’euro digitale. Oggi la moneta unica è disponibile soltanto in forma di banconote, e in un mondo sempre più digitalizzato rischia di perdere la propria rilevanza come mezzo di pagamento. L’attuale modello ibrido vede la BCE fornire la base monetaria e il settore privato fornire soluzioni come le carte di debito o le carte di credito.

Perché è necessario adottare l’euro digitale

Con l’impennata dei pagamenti digitali e contactless, dovuta principalmente alla pandemia, il rapporto tra moneta pubblica e moneta privata risulta sbilanciato a favore di soggetti che operano al di fuori dell’UE. L’autonomia strategica e la sovranità monetaria dei cittadini dell’eurozona sono per questo a rischio e suscettibili dei cambiamenti che avvengono in altre parti del mondo.

Un altro importante motivo per cui l’Unione Europea vuole adottare l’euro digitale riguarda la corsa alle criptovalute, non convertibili alla parti con la moneta pubblica e fonte di instabilità per tutto il sistema finanziario.

C’è il rischio anche che uno stablecoin globale prodotto da una big tech o da una banca nazionale extracomunitaria possa dominare il mercato dei pagamenti, costringendoci ad adottare soluzioni e tecnologie non europee. In particolare le CBDC (Central Bank Digital Currency), efficienti, scalabili e sicure, potrebbero accrescere l’attrattiva di una specifica valuta e il suo ricorso come unità di pagamento globale.

Come sarà l’euro digitale: i requisiti

Un euro digitale emesso dalla Banca Centrale Europea, insomma, rappresenterebbe “un’ancora monetaria nell’era digitale, fungendo da bene pubblico”, come viene spiegato nel sito istituzionale dell’iniziativa. Questo potrà avvenire solo a patto che rispetti determinati requisiti.

  • Dovrà essere vantaggioso per gli utenti, quindi accettato universalmente, facile da usare, avere bassi costi, essere rapido, sicuro e tutelare tanto i consumatori che i negozianti.
  • Dovrà rispondere a standard particolarmente elevati sul piano della tutela della privacy, con gli utenti messi nelle condizioni di decidere quali e quante informazioni rendere accessibili.
  • Dovrà mettere tutti i cittadini europei nelle condizioni di accedere ai servizi digitali, rafforzando l’inclusione finanziaria.

Quali sono i rischi legati all’euro digitale

Ma l’introduzione dell’euro digitale potrebbe esporre il nostro sistema anche a dei rischi, e dovranno essere pensate a soluzioni e meccanismi di salvaguardia per evitarne un uso eccessivo ai fini di investimento. Una migrazione improvvisa dei depositi bancari verso la BCE, ad esempio, potrebbe pregiudicare un’efficiente erogazione del credito e destabilizzare la finanza in periodi di tensioni dei mercati.

Come funzionerà l’euro digitale per i cittadini

L’euro digitale potrà essere utilizzato attraverso carte di pagamento e applicazioni. La grande differenza rispetto a quello che avviene ora è che tutti i servizi elettronici sarebbero gestiti più o meno direttamente dalla BCE e i privati avranno dunque meno potere.

Ad esempio sul costo delle transazioni e delle commissioni bancarie, che oggi, in quanto servizi privati, non possono essere regolamentati dagli organismi politici. Con l’euro digitale questi costi potrebbero essere abbattuti direttamente alla fonte.

Quando arriva l’euro digitale: la roadmap

L’Unione Europea ha stilato una roadmap che definisce i tempi di arrivo dell’euro digitale.

  • Luglio 2021: avvio della fase istruttoria.
  • Primo trimestre del 2022: analisi dei casi studio e pubblicazione dei report.
  • Secondo trimestre del 2022: studi sulla doppia disponibilità online e offline, sui profili di sicurezza dei dati e sui meccanismi di deposito e trasferimento.
  • Terzo trimestre del 2022: analisi dei modelli possibili e valutazione del miglior sistema di distribuzione.
  • Quarto trimestre del 2022:valutazioni sulle quantità da immettere in circolazione e sul ruolo degli intermediari, e sviluppo di prototipi.
  • Primo trimestre del 2023: sviluppo del modello di compensazione e dell’ecosistema dell’euro digitale, analisi di ulteriori servizi e di funzioni avanzate, analisi dei risultati ottenuti dai prototipi.
  • Secondo trimestre del 2023: ultimazione dei requisiti per gli utenti e preparazione della realizzazione del progetto.
  • Terzo trimestre del 2023: preparazione della cornica normativa con i consigli per il legislatore, valutazione dei fondi disponibili per l’avvio del progetto.
  • Ottobre 2023: passaggio della documentazione e dei risultati al Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea, per decidere il passaggio successivo per l’implementazione dell’euro digitale.

Insomma la data in cui si inizierà a parlare concretamente di euro digitale sarà quella di ottobre 2023, quando la nuova moneta potrebbe essere pronta a fare il proprio esordio.