(Teleborsa) – “Nel 2022 abbiamo registrato un netto miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro. Il tasso di occupazione nel secondo trimestre dell’anno si è portato al 60,2 per cento, che rappresenta il suo massimo storico e parallelamente si è osservato l’aumento del tasso di attività e la diminuzione del tasso di disoccupazione (sceso all’8,1 per cento)”, ha sottolineato Tiziano Treu, Presidente del CNEL, alla presentazione del Rapporto 2022 sul mercato del lavoro.
“Nell’ultimo anno abbiamo assistito a un vero e proprio paradosso: cala la disoccupazione ma aumenta il mismatch, cioè lo squilibrio tra domanda e offerta di lavoro”, prosegue Treu, affermando “la buona notizia viene dalle prospettive occupazionali del PNRR che produrrà circa 4,5 milioni di posti di lavoro”.
Alla presentazione del Rapporto 2022 del CNEL, presso la Sala del Parlamentino di Villa Lubin, era presente il Vice Ministro al lavoro Maria Teresa Bellucci assieme a Nicolas Schmit, Commissario UE per il lavoro e i diritti sociali, e Paolo Sestito, Capo del Dipartimento Pianificazione, Organizzazione e Bilancio della Banca d’Italia.
Dal rapporto emerge che la parziale riduzione della disoccupazione si accompagna a un ampio ricorso a varie forme di orario ridotto, non solo casse integrazioni, ma anche l’ampia presenza di part time spesso involontario. La ripresa occupazionale invece ha avvantaggiato relativamente i lavoratori più giovani, ma con andamenti distinti a seconda dei livelli di istruzione ed una costante penalizzazione per le donne.
Il mercato del lavoro in generale sta mostrando una sostanziale tenuta, con il numero di occupati che si mantiene sopra i 23 milioni. Nel secondo trimestre l’aumento su base annua è stato del 2.8 per cento (+637 mila persone) il livello dell’occupazione è così ritornato sui valori antecedenti la pandemia.
Il mismatch è preoccupante
Se la disoccupazione cala emerge con prepotenza il grave fenomeno del mismatch tra domanda e offerta. Nei primi nove mesi dell’anno in corso, su quasi 420 mila nuove assunzioni mediamente previste, 170 mila (il 40.3 per cento) risultano di difficile reperimento; nello stesso periodo del 2019, tale quota si attestava al 28.2 per cento.
Le più gravi criticità relative all’incontro fra domanda e offerta si manifesteranno per le professioni tecniche legate alla transizione digitale e per professioni di difficile reperimento nei settori della sanità e dei servizi sociali. Si stima che tra il 2022 e il 2026 il mercato del lavoro italiano potrà avere bisogno di 4,1-4,6 milioni di occupati grazie dal PNRR.
L’inflazione pesa sul potere d’acquisto
Le pressioni inflazionistiche, inoltre, stanno avendo un impatto significativo sul potere d’acquisto dei salari. I lavoratori italiani stanno cioè sostenendo un costo sproporzionato a causa degli aumenti dei prezzi.
Il paradosso del 2022
Da segnalare il grande paradosso del 2022: cala la disoccupazione ma aumentano le vacancies. Da ormai quasi un decennio la popolazione italiana sta diminuendo e ciò vale anche per il segmento specifico della popolazione in età lavorativa (15-64 anni), sceso attualmente sotto i 37.5 milioni di residenti (all’inizio dello scorso decennio superava i 39 milioni). Di conseguenza il miglioramento degli indicatori del mercato del lavoro infatti è esito non solo della crescita al numeratore degli attivi o degli occupati ma anche del calo del denominatore frutto della crisi demografica.
PNRR è opportunità per l’occupazione
Un fattore di contesto decisivo per la ripresa della crescita (potenziale) dell’economia e dell’occupazione è stato già nello scorso anno e potrà essere ancora di più nel prossimo futuro il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). La effettiva attuazione di gran parte delle attività programmate dal PNRR sarà determinante anche per dare sostegno alle prospettive apertesi per la ripresa e per la occupazione.
RdC va cambiato
Il reddito di cittadinanza va modificato, non va abolito. L’esperienza che deriva dei primi anni di attuazione consente di individuare ormai con sufficiente approssimazione quali interventi potrebbero contribuire a migliorare il perseguimento degli obiettivi fissati dalla legge. Al 30 giugno 2022, poco più di 900mila beneficiari del Rdc risultavano indirizzati ai Servizi per il lavoro, dei quali il 72% è soggetto alla sottoscrizione del patto per il lavoro. Dei 660.00 beneficiari tenuti alla stipula del patto per il lavoro, quelli effettivamente presi in carico dai CPI sono il 42,5%. Si tratta di individui molto fragili, con bassi livelli di scolarizzazione.
L’inclusione del mondo del lavoro
Quest’anno, per la prima volta, il Rapporto sul mercato del lavoro del CNEL dedica un appfondimento al lavoro dei disabili. Nella fascia di età fra i 15 ed i 64 anni risulti occupato il 32,2 per cento dei disabili, che soffrono di limitazioni gravi a fronte del 59,8 per cento dei normo dotati. I numeri della disoccupazione l contrario mostrano che le persone con limitazioni gravi in cerca di occupazione sono il 18,1%, una percentuale lievemente superiore rispetto alle persone senza limitazioni (14,8%).