Cambi, dollaro in vantaggio: dato PIL USA riaccende timori su Fed

(Teleborsa) – I dati macroeconomici americani migliori delle attese, diffusi oggi prima dell’avvio di Wall Street, hanno rafforzato la visione di una Federal Reserve aggressiva che non rallenterà il passo della stretta monetaria.

Nel dettaglio, il PIL del terzo trimestre è stato rivisto al rialzo al 3,2% nella lettura finale, superando anche le aspettative del mercato; il dato PCE sull’inflazione è aumentato nel terzo trimestre del 4,3%, e le nuove richieste di sussidi di disoccupazione sono cresciute, seppur ad un ritmo più basso rispetto alle stime del consensus.

La reazione di Wall Street non si è fatta attendere tanto che ha avviato gli scambi al ribasso, mentre il dollaro si è preso il vantaggio rispetto alle altre valute di riferimento alimentato dalla prospettiva di un proseguimento della stretta monetaria da parte della banca centrale americana.
Secondo Federico Vetrella, Market Strategist di IG Italia, i dati di oggi confermano quindi che “l’economia statunitense è ancora in ottima forma nonostante le innumerevoli esternalità negative” vissute per tutto il 2022 e dovute principalmente all’inflazione elevata (ai massimi da 40 anni), alla politica monetaria restrittiva della Federal Reserve e alle tensioni geopolitiche/energetiche.

Nonostante ciò – spiega Vetrella – non si è ancora fuori pericolo e il consensus teme ancora l’innesco di una recessione per l’inizio del prossimo anno.

Le previsioni
I dati sul PIL statunitense sono indice di una resilienza dell’economia sopra le attese cosa che però potrebbe indurre la Fed ad essere più aggressiva nella sua politica monetaria per riportare le pressioni inflazionistiche intorno al +2% a/a.

I “toni da falco” della scorsa settimana non hanno di certo rassicurato i mercati che hanno invece reagito con un forte sell-off. Nonostante ciò – sottolinea l’esperto – il consensus continua a stimare un aumento da 25 punti base nella prossima riunione di febbraio con una probabilità stabile al 70%. Tuttavia, il livello finale dei tassi a maggio 2023 è aumentato leggermente al 4,88%.

Dal nostro punto di vista, “crediamo che l’economia a stelle strisce non cadrà in recessione a causa del forte mercato del lavoro e dell’attività economica ancora resiliente. Tuttavia, la Fed potrebbe, in linea con le indicazioni della scorsa settimana, mantenere i tassi di interesse più elevati per lungo tempo in modo che l’economia “si raffreddi” senza però causare effetti deleteri sull’occupazione”.