(Teleborsa) – Quest’anno più che mai l’attenzione è catalizzata sul consueto meeting annuale dei banchieri centrali a Jackson Hole, una cittadina del Wyoming famosa perché ogni anno, a fine agosto, ospita il simposio de i banchieri centrali di tutto il mondo e dei Ministri delle finanze delle principali economie, invitati dalla Fed di Kansas City per fare il punto della situazione.
Il meeting si aprirà giovedì 25 agosto per chiudersi sabato 27 agosto, ma il momento culminante sarà venerdì 26 agosto, quando interverrà il Presidente della Fed Jerome Powell.
Nel 2021 il simposio economico di Jackson Hole aveva visto i banchieri centrali mettere l’accento sulla natura “transitoria” dell’inflazione e quindi dare una forward guidance tendenzialmente accomodante, ma da allora la situazione è radicalmente mutata e la Fed per prima ha avviato una sorta di crociata contro l’inflazione, rialzando i tassi a più non posso senza pause e con aumenti di una certa importanza fino a 75 punti.
Cosa aspettarsi allora dal discorso di Powell quest’anno? Per gli esperti non vi sarà alcun segnale di arresto dell’attuale politica restrittiva, la Fed sarà più falco che mai, perché altrimenti darebbe un segnale di incertezza ai mercati. Ma proprio questi ultimi, all’incontro del FOMC di luglio, avevano captato un tono più moderato di Powell, come ad indicare un rallentamento nel ritmo dei rialzi dei tassi a partire da settembre. I mercati obbligazionari invece si aspettano un’inversione di rotta da parte della Fed a partire dal primo trimestre 2023.
“Prevediamo che la BCE assumerà un orientamento da falco, considerata l’inflazione che non dovrebbe raggiungere il picco nell’eurozona prima dell’autunno e il rischio di un orientamento dei prezzi al rialzo”, sottolinea Thozet, facenod cenno anche all’effetto traino di un taglio dell’offerta di gas sull’inflazione.