Erano presenti e sferzanti fin dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, ma adesso i venti di una guerra nucleare sembrano soffiare con un’insistenza allarmante. I fattori che accrescono il rischio sono molteplici: la crescente tensione tra Russia e Stati Uniti in primis, ma anche una Cina che sta ampliando il suo arsenale nucleare (qui abbiamo parlato anche di un altro Stato che si sta preparando alla guerra nucleare).
A complicare la situazione è anche l’andamento altalenante dei negoziati, il cui clima diplomatico si scontra con le dichiarazioni rilasciate “in patria” dalle parti in causa. A partire dal discorso anteguerra di Putin a Macron del 7 febbraio (“La Russia non può competere con la Nato in termini di potenziale militare, ma noi siamo la maggiore potenza nucleare…”) per arrivare alle parole dell’ambasciatore russo negli Stati Uniti, Anatoly Antonov: “Le forniture di armi e munizioni all’Ucraina da parte dell’Occidente sono pericolose e provocatorie e posso portare i due Paesi al confronto militare diretto”.
Riarmo nucleare, che intenzioni ha la Cina?
A svelare in esclusiva l’espansione dell’arsenale nucleare della Cina è stato il Wall Street Journal. Secondo il quotidiano, la mossa Pechino è la risposta alla minaccia atomica rappresentata dagli Stati Uniti, ritenuti in grado di usare le proprie armi da un momento all’altro.
Non solo: citando fonti di Pechino, il Wall Street Journal afferma che la decisione cinese è precedente alla guerra in Ucraina, che pure ha dimostrato il peso di un robusto arsenale nucleare. La cautela dimostrata da Washington nell’evitare un coinvolgimento diretto nel conflitto ucraino avrebbe convinto Pechino a dare maggiore enfasi allo sviluppo di armi atomiche come deterrente (qui invece abbiamo parlato dell’arma segreta di Putin e del piano nucleare che spaventa l’Occidente).
Secondo gli analisti, la Cina ritiene che, nel caso di un conflitto a Taiwan, gli Stati Uniti eviterebbero un intervento diretto se si trovassero di fronte a una potenza in grado di rivaleggiare con loro in termini di arsenale nucleare.
Secondo Tatsujiro Suzuki, vicedirettore dell’Atomic Heritage Foundation di Nagasaki intervistato da La Repubblica, il rischio di una guerra nucleare è però reale. “Con i trattati cancellati e il riarmo di Pechino il pericolo di un conflitto atomico oggi è più concreto che mai“, dichiara. E subito dopo smorza i toni: “Usare le bombe nucleari oggi non è facile neanche per Putin, è più facile che vengano usate armi chimiche“.
Il rischio di una guerra atomica in Asia è al momento classificato come “basso”, ma la penisola coreana e lo stretto di Taiwan sono considerate “zone sensibili”. C’è da sottolineare, tuttavia, che la Cina ha espressamente dichiarato in più occasioni che “non userà un’arma atomica per prima”.
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Mosca vuole usare davvero la bomba atomica?
Sempre Suzuki sostiene che la strategia russa, resa pubblica nel 2020, prevede l’uso di un’arma atomica “in caso di minaccia esistenziale”. Ma cosa vuol dire? Cosa può rappresentare una tale minaccia per Putin? La risposta è a discrezione del capo del Cremlino (qui abbiamo analizzato la possibilità di un golpe contro Putin), che non ha evitato di fornire al mondo il pretesto (e il timore) di un’escalation. E lo ha fatto quando ha affermato che l’Ucraina “sta sviluppando un programma di armi chimiche e nucleari“.
Oltre a Putin, anche il suo “amico” bielorusso Lukashenko sembra pronto a schierare le armi nucleari. Tatsujiro Suzuki ricorda che ci sono missili che possono essere utilizzati sia con bombe convenzionali sia con testate atomiche, senza contare la tecnologia militare ipersonica. Quest’ultima consente di far arrivare un missile dalla Russia agli Stati Uniti in una decina di minuti, senza che venga intercettato.
Secondo Pavel Luzin, studioso delle forze armate russe per il think tank Riddle, l’utilizzo di un’arma nucleare tattica “può essere deciso semplicemente se Putin ritiene che le sue forze armate siano vicine alla sconfitta sul campo”. In un’intervista rilasciata a Fanpage, il politologo ha definito “realistica” la possibilità di questo utilizzo da parte russa, perché la guerra in Ucraina non sta andando secondo i piani del Cremlino.
Un elemento tecnico stempera però uno scenario di questo tipo: la procedura di comando che porta al pulsante atomico. È Luzin a illustrarla: si parte da Putin, al quale seguono il ministro della Difesa Shoigu, il capo delle Forze armate Gerasimov, i vertici del 12° Direttorato, i responsabili dello stoccaggio della testata, gli ufficiali che devono predisporla per l’uso, fino al capo del reparto che deve far fuoco. “E in ogni momento è possibile un sabotaggio. Il punto debole è la mancanza di fiducia tra potere politico e forze armate e tra le gerarchie militari”, osserva lo studioso.
Non solo bombe: l’altra faccia del nucleare
Per la Russia la questione nucleare non chiama in causa soltanto l’arsenale bellico, ma anche le centrali che l’esercito ha messo nel mirino fin dalle prime battute di guerra. Il controllo di siti strategici come quello di Zaporizhzhia, bombardata dai russi nella notte tra il 3 e il 4 marzo, significa avere in mano centri per la produzione di energia.
L’idea di Putin sarebbe inoltre quella di usare il destino delle centrali nucleari in Ucraina come deterrente o strumento di ricatto per l’Occidente. In caso di esplosione, come Chernobyl tristemente insegna, le conseguenze sarebbero a dir poco nefaste. Nel caso di un disastro a Zaporizhzhia, ad esempio, le conseguenze sarebbero 10 volte peggiori rispetto a quelle sperimentate con Chernobyl dal 1986 in poi (qui abbiamo parlato di un possibile allarme nucleare in Ucraina come nel 1986 e dei rischi per l’Italia).
Armi nucleari: quante ce ne sono in Russia e nel mondo
Condannando la bomba atomica, Einstein diceva che un topo non costruirebbe mai una trappola per topi. Eppure oggi nel mondo ci sono più trappole tanto numerose e potenti da cancellare l’intera popolazione. E non parliamo di topi. I nove Stati del mondo dotati di armi nucleari possiedono complessivamente più di 13mila testate nucleari, di cui circa 9.600 destinate alle forze militari. Per cancellare l’umanità dalla faccia della Terra ne basterebbero “soltanto” 600. Meno del 5% (qui abbiamo parlato della corsa alle armi e dei Paesi con le più alte spese militari).
La Russia e gli Stati Uniti possiedono oltre il 90% di tutte le testate nucleari mondiali. A fornire numeri aggiornati è lo Stockholm International Peace Research Institute, che consentono di realizzare una classifica:
- Russia: 6.225
- Usa: 5.550
- Cina: 350
- Francia: 290
- Regno Unito: 215
- Pakistan: 165
- India: 156
- Israele: 90
- Corea del Nord: 40
Dal punto di vista quantitativo, è dunque la Russia a detenere il primato mondiale delle armi nucleari. Ma non solo, perché è in possesso anche di quella più potente. Si tratta della rinomata Tsar (o Zar), nota anche con il nome di Big Ivan. Parliamo di un ordigno di 27mila chili e con una potenza 3.125 volte superiore a “Little Boy”, la bomba che gli Stati Uniti hanno sganciato su Hiroshima nel 1945.
E l’Ucraina? Anche il Paese invaso da Putin era in possesso di ben 1.900 testate nucleari ereditate dall’Unione Sovietica al momento della dissoluzione di quest’ultima. L’Ucraina però vi rinunciò nel 1994 firmando il Memorandum di Budapest. Le testate furono di conseguenza inviate in Russia per essere smantellate nei successivi due anni.