Vaccino Covid e paralisi facciale: quali sono i rischi? Il nuovo studio

Il rischio raro di paralisi facciale dopo la somministrazione del vaccino esiste, ma è minimo (soprattutto se paragonato ai benefici della vaccinazione)

Foto di Maurizio Perriello

Maurizio Perriello

Giornalista politico-economico

Giornalista e divulgatore esperto di geopolitica, guerra e tematiche ambientali. Collabora con testate nazionali e realtà accademiche.

Un nuovo studio pubblicato lunedì 6 settembre, sulla rivista scientifica The Lancet – Infectious Diseases, ha confermato il rischio raro di paralisi facciale di Bell dopo la somministrazione del vaccino, ma – dati alla mano – è comunque minimo (soprattutto se paragonato ai benefici che invece la vaccinazione garantisce).

Si tratta di un tipo di paralisi dei muscoli facciali a insorgenza rapida e per lo più temporanea, che è più probabile che si presenti dopo aver ricevuto alcuni vaccini anti-Covid. Vediamo nello specifico quali.

Vaccino Covid Pfizer e paralisi facciali: quali i rischi e le probabilità

Lo studio pubblicato su The Lancet si basa su un’indagine a larga scala dei dati messi a disposizione dal sistema di segnalazione degli effetti collaterali dei vaccini di Hong Kong, tra il 23 febbraio e il 4 maggio 2021. A partire da quest’analisi, gli scienziati hanno confrontato i tassi di paralisi di Bell nella popolazione generale rispetto a quelli riscontrati in circa 1 milione di pazienti che hanno ricevuto il vaccino cinese CoronaVac di Sinovac o quello di Pfizer-BioNTech.

Ciò che è emerso è che coloro che hanno ricevuto l’iniezione di Sinovac avevano 2,4 volte più probabilità di sviluppare la paralisi di Bell rispetto alla popolazione generale (in media 4,8 casi ogni 100.000 persone vaccinate). Chi ha ricevuto Pfizer-BioNTech, hanno specificato i ricercatori, è stato “non associato a un rischio significativamente aumentato” di paralisi di Bell: in questo caso i pazienti avevano 1,8 volte più probabilità di sviluppare la condizione, con un riscontro di 2 casi ogni 100mila persone vaccinate.

I casi di paralisi di Bell sono stati inclusi nell’analisi quando si sono verificati entro 42 giorni dalla prima o dalla seconda dose di vaccino, entro il periodo di tempo dello studio (paura Omicron, può causare paralisi del sonno).

Vaccino Covid: i rischi sono ancora minimi se paragonati ai benefici

Un passaggio fondamentale dello studio condotto, tuttavia, è quello relativo all’analisi rischi-benefici. Nonostante la correlazione tra vaccino e paralisi facciale di Bell, l’autore principale della ricerca, Ian Chi Kei Wong dell’Università di Honk Kong, ha affermato che seppur la ricerca “suggerisce un piccolo aumento del rischio di paralisi di Bell associato” al colpo di Sinovac, la condizione “rimane un evento avverso raro, per lo più temporaneo”.

“Tutte le prove fino ad oggi provenienti da più studi – ha aggiunto lo stesso – mostrano che benefici ed effettivi protettivi del vaccino inattivato contro il Covid-19 superano di gran lunga qualsiasi rischio” (pronto un nuovo vaccino, sarà prodotto in Italia: perché è diverso dagli altri).

Va detto, a tal proposito, che la paralisi di Bell è l’insorgenza improvvisa di una paralisi facciale unilaterale ma temporanea, che nella maggior parte dei casi si risolve da sola entro sei mesi senza trattamento, mentre le possibilità di recupero sono ancora maggiori se i pazienti ricevono un trattamento precoce con corticosteroidi.

In conclusione, proprio perché ci sono basse probabilità che si verifichino disturbi come la paralisi conseguentemente al vaccino, gli autori dello studio hanno sottolineato che non è possibile confermare una relazione causale tra la paralisi di Bell e la vaccinazione in ogni singolo caso, ma con i dati a disposizione si può affermare che la vaccinazione può, in casi molto rari, portare alla paralisi di Bell.