Usa e Cina ai ferri corti: cosa c’è dietro il pallone spia?

Il balloon gate non smette di far parlare di sé, mentre Pechino e Washington si lanciano accuse reciproche. Di "rovinare le relazioni tra i due Paesi", secondo la prima, e di "spiare cinque continenti", secondo la Casa Bianca

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Maurizio Perriello

Giornalista politico-economico

Giornalista e divulgatore esperto di geopolitica, guerra e tematiche ambientali. Collabora con testate nazionali e realtà accademiche.

Tra mille dubbi e sospetti, la vicenda del pallone spia cinese abbattuto dagli Stati Uniti si sta rivelando un pomo della discordia decisamente amaro, che ha esacerbato le già delicate relazioni tra le due superpotenze globali.

Da una parte Pechino accusa Washington di “esagerare la minaccia della Cina”, che “non aiuterà a migliorare la fiducia e le relazioni reciproche, né renderà gli Stati Uniti più sicuri”. Dall’altra la Casa Bianca replica di non stare esagerando affatto, perché i palloni spia cinesi “hanno operato su cinque continenti”. Ma perché il Dragone utilizzerebbe una tecnologia di gran lunga meno sofisticata dei super satelliti, di cui dispone, per spiare gli Usa?

Le posizioni di Cina e Usa

Non bastava la guerra in Ucraina a rivelare che i veri antagonisti “nascosti” della contesa globale sono Stati Uniti e Cina. Dopo la crisi sfiorata a Taiwan (di cui avevamo parlato qui) ora si è presentato un “pretesto” per esacerbare gli animi e alimentare le tensioni fra le due grandi nazioni.

La posizione cinese sulla vicenda del pallone spia abbattuto grande quanto tre autobus sopra l’Oceano Atlantico, su ordine diretto di Joe Biden, è stata espressa dal portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning. La Repubblica Popolare “ha spiegato molte volte la situazione sull’incidente in cui il dirigibile senza pilota civile cinese si è accidentalmente smarrito nello spazio aereo statunitense“. E nel farlo ha sottolineato ancora una volta quanto Pechino ritenga “inaccettabile e irresponsabile che gli Usa usino la forza per attaccare il dirigibile senza equipaggio civile cinese”. Il viceministro Xie Feng ci è andato giù ancora più pesante, affermando che la decisione unilaterale di abbattere il velivolo “ha gravemente danneggiato gli sforzi e i progressi di entrambe le parti nella stabilizzazione delle relazioni sino-americane dall’incontro di Bali”, a margine del G20 del novembre 2022, tra i presidenti Xi Jinping e Joe Biden.

La Casa Bianca non è certo rimasta ferma a guardare, figuriamoci ad ascoltare. Secondo il Dipartimento di Stato americano, la Cina dispone di una “flotta globale” di palloni per la sorveglianza simili a quello che ha sorvolato Montana e Missouri. La portavoce Karine Jean-Pierre ha spiegato che “nel corso degli ultimi anni questi velivoli sono stati avvistati mentre sorvolavano Paesi in tutti e cinque i continenti”. Nonostante Pechino abbia sempre sostenuto la tesi delle rilevazioni meteo, l’intelligence americana ritiene che l’aerostatico faccia parte di un esteso programma di sorveglianza gestito dall’esercito cinese nella piccola provincia cinese di Hainan. Non solo: Washington sarebbe a conoscenza delle esatte dimensioni della flotta di palloni spia del Dragone. Il programma di sorveglianza avrebbe condotto negli ultimi anni almeno una ventina di missioni, circa la metà delle quali nello spazio aereo Usa.

Perché la Cina usa (?) palloni spia

La partita tra Cina e Usa si snoda in un tennis di accuse e controaccuse, in cui i pretesti per un’escalation vera e propria non vengono però mai cavalcati all’estremo, pur ricordando al mondo l’abisso che separa i due imperi (notazione geopolitica, non certo valoriale). Fatto sta che Pechino e Washington non si vogliono bene e ci tengono a farlo sapere a tutti. Ma con tutti i super messi che la Cina ha a disposizione, perché sceglierebbe dei palloni per spiare i siti strategici dei “rivali”?

I precedenti

Questa è la domanda che ci siamo posti un po’ tutti, e che ha più di una (possibile) risposta. La prima è la più certa: non è la prima volta che il Pentagono individua un pallone volante cinese nei cieli nazionali. Era già successo anche durante la presidenza di Donald Trump, con tre incursioni di aerostatici, inizialmente definiti “fenomeni aerei non identificati”, e un altro all’inizio della presidenza Biden. All’epoca però le preoccupazioni internazionali erano altre e si preferì tacere gli avvenimenti.

Solo nel giugno 2021 l’intelligence americana ha rivelato, nel suo primo rapporto “non classificato”, la portata di un fenomeno ben più vasto delle apparenze: dal 2004 al 2021 sono stati segnalati 144 dirigibili stranieri, con molti dossier che però non forniscono neanche un dettaglio di tipo tecnico. Una volta gettato il sasso, stare a guardare gli anelli nell’acqua sarebbe stato impossibile. E quindi il Pentagono ha intensificato gli sforzi di ricognizione e identificazione dei fenomeni attribuiti al volo dei palloni spia.

Il ruolo militare del pallone spia

Il viaggio intercontinentale del pallone spia abbattuto qualche giorno non è stato lungo come quello della mongolfiera di Sir Phileas Fogg nel celeberrimo romanzo di Jules Verne “Il giro del mondo in 80 giorni”. Funzionari statunitensi hanno infatti riferito che il velivolo cinese era stato avvistato per la prima volta nello spazio aereo Usa il 28 gennaio e aveva attraversato il Canada e l’Alaska.

Ora è scattata la corsa ai detriti: la Cina ne pretende la restituzione, segnale che forse qualcosa da nascondere c’era, mentre gli Usa hanno già concluso le operazioni di recupero sperando di raccogliere preziose informazioni sulle operazioni cinesi. Altri velivoli sono stati individuati nei cieli di Taiwan, così come in quelli dell’America Latina la settimana scorsa, come confermato dall’aeronautica militare colombiana, che però aveva escluso qualsiasi minaccia per la sicurezza nazionale.

Il “vantaggio” dei palloni spia è che possono generare in prima istanza sospetto, prima di essere bersaglio di missili o sanzioni. Si tratta di una tecnologia in bilico tra utilizzo civile e scopo militare, con quest’ultimo che ha raggiunto un esempio apicale a settembre 2018, quando un aerostatico ad alta quota aveva testato missili ipersonici. Un pallone “visivamente identico” a quello intercettato e abbattuto recentemente in Carolina del Sud che, stando al Financial Times, trasportava quelli che sembravano essere tre diversi tipi di testate missilistiche.

Secondo i media cinesi e un report dell’Accademia cinese delle Scienze, si trattava di modelli per veicoli ipersonici ad “ampia gamma di velocità”, che possono volare anche superando la barriera del suono. Il pallone abbattuto il 4 febbraio fa parte di quella categoria che tipicamente vola tra 24 e 37 chilometri sopra la superficie terrestre. Il sospetto è legittimo.

Meglio dei satelliti?

Anche se confrontato con un satellite di ultima generazione possa sembrare quantomeno obsoleto, i palloni spia rappresentano una delle forme più efficaci di sorveglianza. E anche una delle più antiche, è vero. Oltre che per il monitoraggio meteorologico, da parte della China Meteorological Administration, questi oggetti volanti vengono impiegati anche per scopi militari, come si evince da diversi documenti cinesi. I palloni non offrono lo stesso livello di monitoraggio dei satelliti, ma sono più facili da recuperare e molto più economici da lanciare.

Uno degli obiettivi dei palloni spia è quello di testare le difese aeree nemiche, “fornendo dettagli sul sistema di ricognizione elettronica, ma anche su quello del rilevamento precoce dei sistemi di difesa aerea e sulle capacità di risposta operativa”, sottolinea Pechino. E infatti l’esercito cinese investe una fetta consistente del suo Pil nello spionaggio: almeno 210 miliardi di dollari. Uno spionaggio che si dipana attraverso una rete globale, che coinvolgerebbe anche Paesi limitrofi e “vicini” agli Usa: dal Giappone a Taiwan, passando per le Filippine.