Dopo l’addio di Di Maio, un nuovo terremoto scuote il Movimento 5 Stelle: il presidente ed ex premier Giuseppe Conte è stato costretto a dimettersi. Il Tribunale di Napoli ha sospeso le due delibere con cui, lo scorso agosto, il M5S aveva modificato il suo statuto e di fatto eletto Conte come presidente.
Cos’è successo al M5s
La sospensione – si legge – è stata decisa in via cautelare per la sussistenza di “gravi vizi nel processo decisionale”, primo fra tutti l’esclusione dalla votazione di oltre un terzo degli iscritti e il conseguente mancato raggiungimento del quorum.. Tutto è partito da un processo intentato da un gruppo di attivisti del Movimento, difesi dall’avvocato Lorenzo Borrè.
Sono 81.839 gli iscritti al M5S che, secondo il Tribunale di Napoli, sono stati illegittimamente esclusi dalle votazioni del 3 agosto scorso sul nuovo statuto del Movimento.
Secondo lo statuto allora vigente, in prima convocazione l’assemblea indetta per la modifica dello statuto dell’associazione poteva deliberare soltanto qualora avesse partecipato almeno la maggioranza assoluta degli iscritti. Avrebbe potuto essere introdotta una restrizione alla partecipazione alle assemblee rispetto agli iscritti da meno di 6 mesi, ma con regolamento adottato dal comitato di garanzia, su proposta del comitato direttivo.
Agli atti invece risulta che l’assemblea del 3 agosto è stata indetta con l’esclusione degli iscritti da meno di 6 mesi sulla base dell’art. 4 dello statuto che disciplina le modalità con cui l’associazione effettua le consultazioni degli iscritti, che prevede espressamente l’esclusione degli iscritti da meno di 6 mesi. E ciò in assenza di un “regolamento adottato dal Comitato di Garanzia, su proposta del Comitato direttivo, come risulta dall’istruttoria processuale”, si legge ancora nel provvedimento.
L’assemblea del M5s che ha deliberato il 3 agosto del 2021 non era quindi correttamente costituita perché risulta che vi hanno partecipato un numero di iscritti inferiore a quello richiesto in prima convocazione.
“Il Tribunale di Napoli, accogliendo il reclamo per la sospensione dell’efficacia delle delibere che hanno modificato lo statuto e incoronato come candidato unico alla presidenza del M5S Giuseppe Conte, ripristina il principio della necessità della partecipazione di tutti gli iscritti nell’adozione delle scelte fondamentali del nostro MoVimento” dichiarano gli attivisti del M5S che avevano depositato il ricorso ad ottobre 2021.
La parità dei diritti è una “pietra angolare” del M5S e non può trovare deroga in alcun caso, tantomeno per l’accesso alle cariche statutarie in quanto non esistono primi inter pares. Ora gli attivisti confidano in un processo partecipativo aperto e in una riflessione sugli errori e sulle forzature fatte.
Perché Conte non è più presidente del M5s
Con la decisione del Tribunale di Napoli decade la carica di Conte, ma emerge anche l’incompatibilità di alcune attuali cariche negli organi di garanzia, con le restrizioni previste dal precedente statuto, che è ritornato in vigore. “Il precedente statuto – spiega l’avvocato Borrè all’Adnkronos – esclude che queste cariche possano essere ricoperte da soggetti che rivestano incarichi istituzionali”. Anche i cinque vicepresidenti decadono, essendo cariche non previste dal vecchio statuto.
Il Movimento si trova ora letteralmente decapitato: solo un intervento salvifico da parte di Grillo, forse, potrebbe sparigliare le carte e ridefinire i contorni di una vicenda assai nebulosa, come sostiene anche l’avvocato Lorenzo Borrè, che segue la causa.
Cosa succede adesso al Movimento 5 Stelle
Cosa succede, dunque, adesso al Movimento? “Il M5S si trova all’anno zero con l’azzeramento delle sue cariche. In questo momento la guida non c’è. Altre fughe in avanti, insistendo con le procedure già annullate dal Tribunale, rischiano di porre il M5S su un binario morto” prosegue Borrè.
Unica via di uscita sarebbe la costituzione del comitato direttivo. Beppe Grillo potrebbe indire le votazioni del comitato direttivo, come ha fatto lo scorso 29 giugno. Solo dopo aver votato il nuovo comitato direttivo, si possono eleggere i nuovi membri del comitato di garanzia, i probiviri e tutto il resto.
Posto che l’ordinanza del Tribunale di Napoli sembra anche riabilitare il voto su Rousseau, ora una nuova udienza è prevista per il 1° marzo. Lontani i tempi in cui il Movimento pareva integro e saldo su principi inderogabili, che poi si sono sciolti come neve al sole, come nel caso del finanziamento pubblico ai partiti, a cui anche i grillini hanno ceduto.