Nel corso del fine settimana è arrivata l’ennesima svolta sul fronte della guerra in Ucraina. La Polonia infatti si è detta “pronta ad ospitare armi nucleari Usa“. Ad annunciarlo è stato Jaroslav Kaczynski, 72 anni, figura chiave del Paese, presidente del partito al governo Diritto e Giustizia e vicepremier dell’esecutivo guidato da Mateusz Morawiecki.
Kaczynski ha rilasciato un’intervista al quotidiano tedesco Welt am Sontag che farà discutere soprattutto per questa frase: “Se gli americani ci chiedessero di piazzare le loro armi nucleari sul nostro territorio, noi saremmo pronti a farlo. Sarebbe una mossa che rafforzerebbe in modo netto la deterrenza nei confronti della Russia“.
Guerra in Ucraina, l’Europa chiede di più agli Stati Uniti
Il vicepremier della Polonia ha precisato che l’idea “non è stata discussa” né con Washington né in sede Nato. Ma ha aggiunto anche che “lo scenario potrebbe cambiare presto” e sono in molti tra gli esperti di politica militare e strategie internazionali che pensano che la cosa non sia del tutto al di fuori della realtà.
Sarebbe una svolta radicale negli equilibri strategici e militari dell’Europa. Nella capitale americana, però, questa ipotesi non è mai stata discussa. Un discorso diverso, invece, vale per l’altra proposta avanzata da Jaroslav Kaczynski: aumentare notevolmente il numero dei militari Usa dislocati sul fianco Est della Nato.
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Truppe verso Est, la situazione e le prospettive
In questo momento ci sono circa 100 mila soldati americani nel Vecchio Continente. Di questi, sono quasi 20 mila quelli che sono schierati lungo il confine orientale, di cui ben 10 mila sono solo in Polonia. Il fondatore di Diritto e Giustizia chiede all’amministrazione guidata dal presidente Joe Biden di inviare quanto prima altre 50 mila unità, in modo da arrivare ad un totale di 150 mila forze armate presenti in pianta stabile sul territorio dell’Europa.
Le parole del vicepremier di Varsavia sono di particolare rilevanza perchè un terzo di questi apparati dell’esercito – ossia poco meno di 50 mila – dovrebbe prendere posizione proprio in Polonia, mentre altri 25 mila verrebbero dirottati nell’area dei Paesi baltici. Le cifre appaiono con ogni probabilità esagerate. Ma non c’è dubbio che il Pentagono e il comando Nato stiano pensando in maniera reale e decisa di rafforzare ulteriormente il fronte orientale per fermare con più uomini e mezzi possibili l’aggressione di Vladimir Putin ai danni del popolo ucraino e del governo di Kiev.
L’intervento della Nato e la posizione di Varsavia
Nel vertice straordinario dell’Alleanza Atlantica che si è tenuto a Bruxelles lo scorso 24 marzo, tutti i partner hanno concordato sul progressivo spostamento del baricentro militare verso Est. Il presidente polacco, Andrzej Duda, compagno di partito di Kaczynski, è stato tra i protagonisti del summit. Varsavia spinge ormai da settimane per un maggiore sostegno alla resistenza ucraina guidata da Volodymyr Zelenski.
Il premier Duda aveva proposto di mandare un segnale più netto al leader del Cremlino, alludendo a un possibile intervento della Nato nel caso in cui i vertici di Stato della Russia avessero deciso di fare ricorso alle armi chimiche. Nell’intervista, Jaroslav Kaczynski ha ripreso il solco di questa traccia, sollecitando la Nato a “fornire finalmente al presidente Volodymyr Zelensky e alle sue truppe militari le armi che chiede da tempo”.