Si tornerà a scuola prima di Natale? La risposta che il Governo intende dare a questa domanda è quasi certamente sì. Quando ancora, però, non si sa. Gli studenti, e le famiglie, delle scuole superiori e medie – tranne le prime – che sono a casa da settimane sono in attesa di sapere cosa ne sarà di loro.
“Cercheremo di aprire le scuole prima di Natale. Stiamo lavorando per questo” ha promesso Conte ospite a Otto e mezzo. Nel nuovo Dpcm che vedrà probabilmente la luce giovedì 3 dicembre, giorno di scadenza delle precedenti misure previste con il Dpcm 3 novembre, l’Esecutivo potrebbe prevedere il rientro in presenza.
Le date possibili per il rientro a scuola
L’ipotesi più accreditata, spiegano fonti di governo, per la riapertura delle scuole superiori chiuse in tutta Italia, ma anche le seconde e le terze medie nelle Regioni arancioni e rosse, è al momento il 9 dicembre, ovvero il mercoledì successivo al Ponte dell’Immacolata, che cade di martedì.
Anche se fino a ieri si ventilava l’idea di far rientrare gli studenti in classe già venerdì 4, il che però sarebbe stato “strano” visto che poi ci sarebbe stato il weekend e poi il martedì successivo appunto l’Immacolata.
Qualcuno ha anche parlato di sabato 5. “Se i regali si fanno in presenza non possiamo dire ai ragazzi di continuare a fare lezione a distanza”, hanno fatto capire la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina e il Cts.
Gli esperti sembrano d’accordo sulla necessità di riaprire. Il pressing arriva soprattutto proprio dalla ministra e dal Comitato Tecnico Scientifico, che più volte ha ribadito che è necessario riportare i ragazzi in classe.
Il (vecchio) nodo dei trasporti
Ieri a parlare della possibilità di una riapertura a dicembre è stato anche il ministro della Salute Roberto Speranza a DiMartedì su La7: “Dobbiamo vedere il quadro epidemiologico, valutandolo giorno per giorno. Le scuole sono e restano una priorità assoluta per il Governo. Valutazioni in questo senso sono previste nei prossimi giorni”.
Azzolina oggi parlerà con i sindaci delle grandi città per organizzare i trasporti, tra i grandi responsabili degli aumenti dei contagi registrati proprio con la ripresa della scuola. La scuola, di suo, è un luogo relativamente sicuro rispetto al rischio di trasmissione del Coronavirus, dicono i dati.
La scuola è sicura
Le statistiche dimostrano in maniera evidente che la scuola contribuisce “in modo assolutamente marginale alla curva di trasmissione” del virus. Lo ha ribadito ieri anche il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli.
Per questo la ministra ha convocato i sindaci delle dieci città metropolitane, che da sole rappresentano un terzo della popolazione italiana, 21 milioni di persone. “L’obiettivo è fare squadra, per riportare i ragazzi in aula e affrontare insieme il problema principale che ha costretto alla chiusura delle scuole, quello del trasporto pubblico”.
A dire no alla riapertura delle scuole prima di Natale, sul piano politico, ci sarebbe solo il Pd. Mentre i capigruppo di maggioranza della Commissione Cultura del Senato hanno firmato un appello per il presidente del Consiglio chiedendo che la riapertura sia una priorità, lo stesso non è riuscito alla Camera proprio per il mancato appoggio del Pd. Si rischia troppo, dicono gli esponenti del Partito Democratico.
La proposta dell’ANP-Associazione Nazionale Presidi
Intanto il presidente dell’ANP-Associazione Nazionale Presidi, Antonello Giannelli, ha proposto di assumere nelle Asl personale dedicato alle scuole, almeno 5mila addetti: “Ad oggi il sistema sanitario non ce la fa e molti presidi sono costretti ad arrangiarsi”. E vanno garantiti i supplenti, perché “in alcune scuole manca ancora il 30% dei docenti”.
Secondo Giannelli, però, è possibile una ripresa differenziata a livello territoriale: “A dicembre solo nelle realtà più piccole, dove la gestione dei trasporti è meno problematica – spiega – mentre nelle grandi aree urbane si deve guardare direttamente a gennaio”.