La Russia taglia il gas a due Paesi europei: cosa vuole Putin

Da oggi 27 aprile, Polonia e Bulgaria resteranno senza gas della Russia. Cosa succede ora e cosa vuole Putin

Da oggi 27 aprile, Polonia e Bulgaria resteranno senza gas della Russia. Il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki ha dichiarato martedì che il gruppo energetico polacco Pgnig ha ricevuto dalla compagnia energetica statale russa Gazprom un avviso che annuncia la sospensione completa delle forniture di gas. Varsavia importa gas attraverso i suoi porti sul Mar Baltico, tramite il gasdotto Yamal.

La Russia taglia il gas alla Polonia

Morawiecki ne ha parlato a Berlino dopo un incontro con il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Pgnig e Gaz-System hanno fatto sapere che attualmente tutte le consegne ai clienti vengono effettuate in base alle loro esigenze. “Le aziende stanno monitorando la situazione e sono preparate a vari scenari”, ha reso noto il gruppo in un comunicato.

“Abbiamo ricevuto minacce da Gazprom che interromperà le consegne di gas”, aveva detto Morawiecki, che ha affermato anche che la Russia potrebbe tentare di “ricattare” la Polonia, ma ha osservato che Varsavia si era già preparata diversificando le sue fonti di energia e che gli impianti di stoccaggio del gas sono pieni per il 76%.

La Polonia ha fortemente sostenuto l’Ucraina e ha accolto il maggior numero di rifugiati ucraini di qualsiasi altro Paese, oltre a fungere da hub di transito per le armi dai Paesi occidentali verso Kiev. Il ministro polacco per il clima Anna Moskwa ha affermato che “non ci sarà carenza di gas nelle case polacche“. Pgnig sta monitorando la situazione ed è pronta a ottenere gas da altri allacciamenti grazie a una “strategia governativa di diversificazione” delle fonti.

Il piano per il futuro è di ricevere circa la metà del gas di cui ha bisogno dalla Norvegia, dopo che il progetto Baltic Pipeline di 900 chilometri sarà completato entro la fine dell’anno.

La Russia taglia il gas alla Bulgaria

Discorso simile per la Bulgaria, che dipende quasi completamente dalla Russia per il suo consumo annuale di gas naturale. Il ministero dell’Energia bulgaro ha dichiarato che la società statale del gas Bulgargaz aveva ricevuto un avviso simile da Gazprom.

E ha fatto sapere che prenderà provvedimenti per ottenere forniture di gas alternative, aggiungendo che per il momento non è necessario limitare il consumo di gas.

Putin vuole i rubli

Le sospensioni del gas sono le prime da quando il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato a marzo che i compratori stranieri sono “ostili” nei confronti di Mosca, e da quando ha chiesto che il gas venga pagato in rubli invece che in altre valute. La Polonia e altri Paesi dell’UE si sono rifiutati di sottostare al “ricatto” di Putin, perché questa richiesta sarebbe una violazione dei contratti esistenti con Gazprom.

“La richiesta di pagare in rubli il gas russo non è un ricatto” ha ribattuto il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, aggiungendo che la Russia interromperà le forniture di gas ad altri Paesi che rifiutano di pagare in rubli, dopo Polonia e Bulgaria. ”La Russia resta un fornitore affidabile di energia e non scende a ricatti”, ha detto Peskov evitando di indicare quanti e quali Paesi avrebbero accettato di acquistare il gas in rubli in linea con il decreto emesso a marzo dal presidente russo Vladimir Putin.

Peskov ha aggiunto che il rifornimento di gas a Bulgaria e Polonia riprenderà se e quando rispetteranno il nuovo meccanismo di pagamento (qui perché ora rischiamo la dipendenza dalla Cina).

Kiev ha accusato la Russia di ricattare l’Europa sull’energia nel tentativo di spezzare il fronte degli alleati, ma l’Occidente per ora sembra compatto sulla decisione di sostenere, anche tramite l’invio di armi, l’Ucraina di Zelensky. Non a casa la Nato è stata accusata dal ministro degli Esteri russo Lavrov di condurre una guerra “per procura” contro Mosca (qui abbiamo parlato delle sue minacce di un Terza guerra mondiale nucleare).

L’Occidente invia più armi all’Ucraina

Il Segretario di Stato americano Antony Blinken e il Segretario alla Difesa Lloyd Austin hanno visitato Kiev annunciando un rafforzamento dell’assistenza militare all’Ucraina. Pochi giorni fa, anche il premier Draghi ha annunciato l’invio di nuove armi a Kiev (qui quante e quali).

L’ambasciatore russo negli Stati Uniti ha avvertito Washington di interrompere l’invio di armi in Ucraina, affermando che le grandi consegne di armi occidentali stavano gettando benzina sul fuoco. Più di 40 Paesi si sono incontrati martedì in Germania per discutere della difesa dell’Ucraina. La Germania ha annunciato la sua prima consegna di armi pesanti all’Ucraina, compresi i carri armati Gepard dotati di cannoni antiaerei.

Le richieste ucraine di armi pesanti si sono intensificate da quando Mosca ha spostato la sua offensiva nella regione orientale del Donbass, considerata più adatta per le battaglie tra carri armati rispetto alle aree intorno alla capitale Kiev, dove si è svolta gran parte dei precedenti combattimenti.

L’incontro tra Putin e l’Onu

Intanto, il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha dichiarato al ministro degli Esteri russo di essere pronto a mobilitare completamente le risorse dell’organizzazione per salvare vite umane ed evacuare le persone da Mariupol.

Putin, dal canto suo, in un incontro a Mosca proprio con Guterres, ha detto di aspettarsi “ancora” e di sperare “di poter raggiungere un accordo attraverso i canali diplomatici”, spiegando che “i negoziati proseguono in videoconferenza” con la delegazione ucraina e che si augura un esito positivo.

Come riporta la Tass, Putin ha dichiarato che la Russia, in quanto uno dei Paesi fondatori delle Nazioni Unite e membro permanente del Consiglio di sicurezza, “ha sempre sostenuto questa organizzazione universale” che “è unica nel suo genere, non esiste un’altra organizzazione del genere nella comunità internazionale”. A Guterres, il presidente russo ha detto anche di “sostenere fortemente i principi su cui si basa l’Onu, ora e in futuro”.

Per quanto Mosca si ostini a definire le sue azioni una “operazione speciale” per disarmare l’Ucraina e proteggerla dai fascisti, “l’obiettivo finale della leadership russa non è solo quello di impadronirsi del territorio dell’Ucraina, ma di smembrare l’intero centro e l’est dell’Europa e assestare un colpo globale alla democrazia”, ​​ha affermato il presidente dell’Ucraina Zelensky.