Per il Recovery Plan si intravede già un calendario. Che riguarda in particolare alcuni punti importanti: sono fisco, revisione dell’Irpef e decreto semplificazioni.
Recovery Plan, quando arriva la riforma fiscale
In particolare, al Parlamento sarà presentata entro il 31 luglio 2021 una legge delega da parte del governo, riguardante appunto la riforma fiscale, considerata dall’esecutivo Draghi uno dei punti sui quali fondare la risposta alle difficoltà strutturali del Paese. Risposta che potrebbe agevolarsi delle risorse progettate a livello europeo.
Pnrr, i tempi per il decreto semplificazioni
Per il decreto semplificazioni si guarda al mese prossimo: la finestra per la conversione in legge sarebbe a questo punto la metà di luglio. Lo si legge nella bozza del Recovery. Nel testo si accenna anche a un ordine di priorità, in base al quale dovrebbero essere anticipate le semplificazioni più urgenti, e cioè quelle relative al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), il programma di investimenti che l’Italia deve presentare alla Commissione europea nell’ambito del Next Generation EU, quindi lo strumento per rispondere alla crisi pandemica provocata dal Covid-19.
Si pensa quindi a uno scorporo per l’approvazione tramite decreto legge in Consiglio dei Ministri, con la seconda parte del pacchetto da approvare attraverso il processo di formazione legislativo ordinario, ma anche a mezzo di leggi delega e decreti delegati. Per la fase due la deadline non va oltre il 2021.
C’è poi l’ambiente, il sostanzioso capitolo da 68,6 miliardi e la revisione dell’Irpef, l’imposta sul reddito, da ritoccare tenendo ben presente il principio costituzionale di progressività della tassazione e da affiancare a una lotta all’evasione in vista della quale sono state predisposte 2mila assunzioni all’Agenzia delle Entrate.
Nella notte di sabato la bozza del Recovery Plan è stato presentato ai ministri. Nessun voto in Cdm perché il testo sarà presentato alle Camere a inizio settimana prossima: molto ristretto, in verità, il margine temporale. Due giorni per eventuali modifiche compreso il voto dell’esecutivo. Poi il testo dovrà raggiungere Bruxelles.
L’appuntamento a Palazzo Chigi è slittato per due volte a causa degli attriti tra le forze di maggioranza. Poi i dialoghi serrati con Bruxelles per il nodo riforme, passati anche per una telefonata tra Draghi e la presidente della Commissione von der Leyen.