Putin minaccia ancora l’Occidente: allarme reale

Di fronte ai leader della Duma, Putin ha sfidato le democrazie a sconfiggere la Russia sul campo di battaglia

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Maurizio Perriello

Giornalista politico-economico

Giornalista e divulgatore esperto di geopolitica, guerra e tematiche ambientali. Collabora con testate nazionali e realtà accademiche.

Vladimir Putin mostra i muscoli e lancia la sfida all’Occidente: “Sentiamo dire che vogliono sconfiggerci sul campo di battaglia. Che ci provino”, ha detto con un sorriso beffardo di fronte ai leader della Duma.

Putin minaccia ancora l’Occidente: la sfida

Dopo aver conquistato il Lugansk e aver lanciato l’assalto decisivo alla regione del Donetsk, Putin ha incontrato i rappresentati della camera bassa dell’assemblea della Federazione Russa per inviare un messaggio di forza e fiducia sugli sviluppi della sua “operazione speciale”, a quattro mesi e mezzo dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, con il Paese sempre più devastato dai bombardamenti quotidiani.

“Abbiamo sentito molte volte che l’Occidente vuole combatterci fino all’ultimo ucraino. È una tragedia per il popolo ucraino, ma sembra che tutto vada in questa direzione” ha aggiunto lo zar di fronte ai leader della Duma, sottolineando che la guerra è appena cominciata. “Tutti devono sapere che in linea di massima non abbiamo ancora iniziato nulla di serio in Ucraina – ha detto Putin. Allo stesso tempo, non rifiutiamo nemmeno di tenere colloqui di pace. Ma coloro che rifiutano devono sapere che più andremo avanti, più sarà difficile per loro negoziare con noi”. Poche ore dopo il presidente russo è tornato a farsi sentire affermando che “ulteriori sanzioni economiche dell’Occidente possono portare a conseguenze catastrofiche il mercato energetico globale”.

Mentre si fa ancora più instabile la situazione nell’enclave russa di Kaliningrad isolata dal blocco del transito delle merci da parte della Lituania. La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha dichiarato che sarebbero già pronte delle misure di ritorsione in risposta all’embargo e saranno attuate a meno che la situazione non venga riportata alla normalità entro i prossimi giorni. “Non aspetteremo all’infinito. Avvisiamo ancora una volta che, se la situazione non si stabilizza nei prossimi giorni, la Russia adotterà misure dure nei confronti della Lituania e dell’Ue. La risoluzione del problema si è protratta per troppo tempo”, ha precisato.

Il ministro russo Lavrov lascia il G20

In questo clima le strade dell’Occidente e della Russia si sono incrociate al G20 in corso a Bali, in Indonesia, ma le diplomazie dei rispettivi Paesi hanno ridotto al minimo le occasioni di incontro. Le grandi democrazie del G7, che sull’Ucraina hanno trovato l’accordo per il piano di aiuti al vertice di Elmau, hanno disertato la cena di gala dei ministri degli Esteri presenti all’appuntamento internazionale per evitare di dividere lo stesso tavolo con Sergei Lavrov. La presenza al G20 del capo della diplomazia russa è comunque durata poco: alla prima occasione di confronto il ministro ha abbandonato le sessioni sugli Esteri fino a lasciare definitivamente in anticipo l’evento.

“Se l’Occidente non vuole che si svolgano colloqui, ma desidera che l’Ucraina sconfigga la Russia sul campo di battaglia, poiché sono state espresse entrambe le opinioni, allora, forse, non c’è nulla di cui parlare con l’Occidente“, ha dichiarato Lavrov dopo aver detto ai suoi omologhi che l’invasione russa dell’Ucraina non è responsabile di una crisi globale alimentare e che le sanzioni progettate per isolare la Russia equivalevano a una dichiarazione di guerra. Il ministro degli Esteri russo ha abbandonato la sala mentre l’omologa tedesca, Annalena Baerbock, stava criticando Mosca per la guerra in Ucraina. Lo stesso era successo in una sessione pomeridiana, prima di un’apparizione virtuale del ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba.

L’Alto rappresentante Ue per la Politica estera Josep Borrell ha affermato che questo comportamento è stato “poco rispettoso” sottolineando che Lavrov “non stava ascoltando gli altri” durante la riunione ministeriale. “Questo non è il modo più costruttivo per partecipare a una riunione del G20” ha detto Borrell. Durante una delle riunioni a porte chiuse il segretario di stato americano Antony Blinken, ha chiesto al ministro degli Esteri russo “lasciar uscire” il grano dai porti ucraini. Lo riferisce un funzionario occidentale presente al vertice. “L’Ucraina non è il vostro Paese. Il suo grano non è vostro”, ha detto Blinken, accusando la Russia di bloccare milioni di tonnellate di grano nei porti ucraini e di provocare un’emergenza alimentare in gran parte del mondo.