Putin ha un’arma segreta? Il piano nucleare che spaventa l’Occidente

L’ipotesi che l’Ucraina entrasse nella Nato ha causato lo scoppio del conflitto? Quali sono le armi a disposizione del Cremlino? I timori dell’Occidente

Giorni fa il Volodymyr Zelensky si è lasciato sfuggire un’ammissione: “L’Ucraina non è nella Nato. Lo comprendiamo. Per anni abbiamo sentito parlare di porte aperte, ma non possiamo entrarci”. Così il presidente ucraino stava togliendo dal tavolo l’ipotesi che, fra un certo numero di anni, l’Ucraina avrebbe aderito all’Alleanza atlantica.

Se questa fosse stata la causa della guerra, le sue parole avrebbero dovuto far tacere le armi. Dopotutto, nell’annuncio dell’aggressione dello scorso 24 febbraio, Vladimir Putin era stato chiaro: “Gli eventi attuali sono legati alla difesa della Russia da coloro che hanno preso l’Ucraina in ostaggio e cercano di usarla contro il nostro Paese”. E ancora: “Il nostro territorio storico (si riferisce all’Ucraina, nda) viene controllato dall’esterno, fa di tutto per attrarre forze della Nato e ottenere le armi più avanzate“.

Se questo fosse vero, togliere l’adesione alla Nato dal tavolo — come aveva fatto Zelensky — sarebbe dovuto bastare almeno per una tregua. Ma davvero è il potenziale ingresso dell’Ucraina a causare questa guerra? Questa scelta avrebbe posto un problema di sicurezza alla Russia?

La questione dell’ingresso dell’Ucraina nella Nato

Fino alla vigilia del conflitto, l’Ucraina non stava per entrare nella Nato. Ancora per molti anni l’adesione all’Alleanza atlantica sarebbe rimasta per Kiev solo un’aspirazione e Mosca avrebbe avuto molto tempo per negoziare le proprie garanzie di sicurezza. Quand’anche ciò fosse successo, la probabilità di veder collocati sul proprio territorio missili in grado di minacciare la Russia era vicina a zero. E i motivi sono chiari, come sottolineano gli analisti di politica militare di tutto il mondo.

Dal 2009 la cosiddetta “Nato Ukraine Commission” cerca di far progredire il processo d’integrazione e di recente a più riprese le autorità di Kiev avevano preso iniziative per avanzare la propria candidatura. L’Ucraina aveva fretta di accedere proprio perché la Russia avrebbe esitato ad attaccare, se avesse saputo che la Nato sarebbe stata tenuta a difenderla.

Le speranze di Kiev e la presa di posizione dell’Europa

La realtà però è che durante gli ultimi vertici all’Ucraina non era stata offerto neanche un “Membership Action Plan” in vista dell’adesione. Si riconosceva la candidatura, ma non si offriva a Kiev una strada per raggiungere l’obiettivo. Francia e Germania si opponevano anche a causa dello stato di guerra in Donbass, alimentato dal 2014 dalla Russia: non si voleva nell’Alleanza uno Stato non ancora pacificato.

Di questo parlò Emmanuel Macron con Putin e Zelensky l’11 e 12 febbraio scorso. Il presidente francese si scontrò con il collega ucraino perché il primo voleva che fosse lui stesso a rinunciare alla candidatura. Olaf Scholz trovò poi la quadratura del cerchio, con queste parole pronunciate pochi giorni dopo: “Non è una questione che probabilmente incontreremo finché siamo in carica. E ho l’impressione che sarà a lungo”. In sostanza, poiché lo Zar pensa di restare al potere almeno fino al 2036, Scholz stava dicendo che l’ingresso dell’Ucraina nella Nato non sarebbe stato un argomento per almeno altri 14 anni.

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L’arma segreta che terrorizza il mondo

Il dittatore del Cremlino però parla spesso della minaccia che la Nato presenta per la Russia. Ma è così? Ad oggi in nessun Paese europeo sono installati missili balistici terra-terra atti a colpire sul suolo nemico. I soli in Europa sono a Deveselu in Romania. “Ma sono intercettori terra-aria senza esplosivo, disegnati per impattare in volo missili o aerei nemici che invadono”, spiegano gli esperti.

Quand’anche l’Ucraina fosse entrata – e ne era lontanissima – la Nato non avrebbe puntato da lì missili contro la Russia. La quale invece ne ha già lanciati circa 900 negli ultimi venti giorni e ne ha altre migliaia puntati sull’Europa. Si stima infatti che dall’inizio del conflitto oltre 520 mila chili di esplosivo siano già stati fatti brillare sul suolo ucraino. Ma, cosa ancora più inquietante, le analisi degli esperti parlano di ben 6 mila testate nucleari in possesso della Russia, quasi la metà di quelle totali sulla terra (12.800) e ben di più degli Stati Uniti (4 mila). Un’arma segreta che fa tremare il mondo intero, soprattutto alla luce delle ultime minacce esplicitate da Vladimir Putin.