Putin ha un alleato? Un altro Paese ostacola gli ingressi NATO

Non solo la Russia, adesso un altro Paese si è detto apertamente contrario all’adesione di Finlandia e Svezia alla NATO. Putin ha trovato un altro alleato?

L’adesione di Finlandia e Svezia alla NATO potrebbe non arrivare senza qualche imprevisto. Dopo la Russia, infatti, un altro Paese si è apertamente detto contrario a questa eventualità, che potrebbe cambiare le sorti della guerra e influenzare profondamente gli equilibri di potere a livello geopolitico.

Perché la Turchia si oppone all’entrata di Finlandia e Svezia nella NATO

Come Putin, anche il presidente della Turchia ha ribadito la sua opposizione all’adesione di Finlandia e Svezia alla NATO. Poche ore dopo che i due Stati avevano dichiarato di voler diventare membri dell’Organizzazione del Trattato Nord Atlantico, Erdogan ha affermato che Ankara non avrebbe approvato le loro domande.

A conferma della sua presa di posizione, inoltre, il presidente turco ha sottolineato che non era nemmeno necessario che le due nazioni scandinave inviassero delegazioni per convincerlo. “Verranno in Turchia”, ha detto in una conferenza stampa. “Ci stanno venendo a convincere? Scusatemi, ma non dovrebbero”, ha dichiarato.

L’emittente statale turca TRT Haber ha fatto sapere inoltre che dietro questo rifiuto ci sarebbe la mancata approvazione di Svezia e Finlandia del rimpatrio di 33 persone (che la Turchia aveva richiesto), inclusi membri del gruppo militante del Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK) e seguaci di Fethullah Gulen, che Ankara accusa di aver orchestrato un tentativo di colpo di stato del 2016.

Da quando è iniziato il conflitto, non è la prima volta che la Turchia si mostra più vicina alla politica di Putin che a quella dell’Occidente (qui, per esempio, vi abbiamo parlato di come molti beni degli oligarchi russi sono sfuggiti alle sanzioni Ue perché rifugiati nei porti di Erdogan).

Tuttavia, dopo le minacce di Putin (ve ne abbiamo parlato qui), lunedì 16 maggio 2022 la premier svedese Magdalena Andersson ha seguito la Finlandia affermando che Stoccolma avrebbe posto fine a 200 anni di neutralità nel tentativo di aderire all’alleanza militare occidentale.

Putin fa marcia indietro?

Gli occhi di tutto il mondo continuano a essere puntati su Finlandia e Svezia – e il loro ingresso nella NATO – perché per settimane il Cremlino si è detto apertamente contrariato da questa possibilità. Affermando di non voler fare i conti con le forze USA posizionati ai confini della Russia, Putin ha in più occasioni fatto intendere – e nemmeno troppo velatamente – di essere disposto addirittura a ricorrere all’uso di armi nucleari qualora lo avesse ritenuto necessario (qui l’arsenale di cui è in possesso).

L’operazione militare speciale che doveva concludersi in una settimana, però, si è trasformata in una guerra che ormai dura da tre mesi. Forse per questo motivo Putin, in una evidente posizione di svantaggio rispetto agli inizi, sembra aver fatto marcia indietro sulla questione. Quando la richiesta di adesione di Finlandia e Svezia è stata formalmente presentata alla NATO, infatti, la Russia ha fatto sapere che “non avrebbe avuto problemi” con la cosa.

Intanto però, Islanda, Danimarca, Norvegia e Francia si sono tutti uniti al Regno Unito impegnandosi a difendere le due nazioni in caso di attacco prima della loro adesione. Paradossalmente, tuttavia, adesso l’unico ostacolo è rappresentato da uno dei Paesi membri dell’Organizzazione, ovvero la Turchia, con Erdogan che ha assunto un tono sempre più ostile, accusando i due stati scandinavi di ospitare terroristi.

Finlandia e Svezia entrano a far parte della NATO? Le condizioni imposte dalla Turchia di Erdogan

Etichettando la Svezia come un “incubatoio” per organizzazioni criminali, Erdogan ha affermato che la NATO così facendo sarebbe diventata “un luogo in cui si concentrano i rappresentanti delle organizzazioni terroristiche”.

Un portavoce del presidente turco, tuttavia, ha affermato che il Paese non ha comunque chiuso definitivamente la porta all’adesione di Svezia e Finlandia alla NATO, ma per riaprirla vuole che ripartano i negoziati per chiedere a Stoccolma e Helsinki di denunciare i membri del PKK fuorilegge e di imporre restrizioni alle armi ai gruppi militanti curdi che si trovano nel nord-est della Siria.

E intanto la NATO che fa?

A oggi, sono 33 gli Stati membri della NATO che hanno risposto affermativamente alla richiesta di adesione di Finlandia e Svezia all’Organizzazione. Solo uno, come abbiamo visto, ha detto no.

Di fatto, con nuovi potenziali membri potrebbero aumentare gli aiuti all’Ucraina, cambiando quindi le sorti del conflitto.

Questo vuol dire che potremmo davvero assistere alla fine della guerra? Troppo presto per dirlo, e troppe le incognite e i fattori di cui tenere conto (compresi eventuali colpi di testa di Putin). Secondo un alto funzionario della NATO, però, l’avanzata militare della Russia in Ucraina sembra vacillare e c’è speranza che Kiev possa vincere. “La brutale invasione [da parte] della Russia sta perdendo slancio”, ha detto ai giornalisti il ​​vicesegretario generale della NATO Mircea Geoana. “Sappiamo che con il coraggio del popolo e dell’esercito ucraino e con il nostro aiuto, l’Ucraina può vincere questa guerra”.

Geoana, che presiedeva la riunione mentre il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg si riprendeva da un’infezione da Covid, ha poi aggiunto che i sostenitori dell’Ucraina erano “uniti” e “forti” all’interno dell’Organizzazione, convinti e fermi nell’intenzione di continuare ad aiutare l’Ucraina a liberarsi dalle truppe russe sul suo territorio.

Ma gli scontri militari continuano in Ucraina

Tra incontri diplomatici e riunioni tra vertici di governo, gli scontri sul campo di battaglia però continuano in Ucraina. Nella notte tra il 16 e il 17 maggio 264 soldati ucraini sono stati evacuati dall’acciaieria Azovstal di Mairupol, dopo un assedio durato 82 giorni.

“Grazie al lavoro dei militari delle forze armate ucraine, dell’intelligence, della squadra dei negoziati, del Comitato internazionale della Croce Rossa, e dell’Onu. Speriamo di poter preservare la vita dei nostri ragazzi” ha dichiarato Zelensky su Telegram parlando dei difensori di Mariupol.

“Tra di loro ci sono dei feriti gravi. A loro viene fornito aiuto. Voglio sottolineare che gli eroi ucraini servono all’Ucraina vivi. È iniziata l’operazione per far tornare i nostri militari a casa. È un lavoro che richiede delicatezza e tempi”, ha poi aggiunto il presidente Ucraino.

La difesa di Mariupol è stata importante perché, a livello strategico, ha permesso alle forze armate di Kiev di riorganizzarsi. “I difensori di Mariupol hanno eseguito un ordine, respingendo il nemico per 82 giorni, nonostante tutte le difficoltà” ha spiegato così il comandante del reggimento Azov, Denis Prokopenko.