Il piano dell’élite russa per eliminare Putin: i 3 modi possibili

Nei palazzi di Mosca sarebbe in atto una strategia per arrivare alla rimozione del capo del Cremlino a ogni costo: le opzioni per uccidere il presidente

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Maurizio Perriello

Giornalista politico-economico

Giornalista e divulgatore esperto di geopolitica, guerra e tematiche ambientali. Collabora con testate nazionali e realtà accademiche.

A distanza di quasi un mese da quella drammatica alba del 24 febbraio scorso, quando l’esercito militare russo invase l’Ucraina e diede inizio al conflitto, le prospettive di pace sembrano procedere a colpi di fallimenti. I tentativi di accordo delle scorse settimane sono tutti naufragati e i bombardamenti delle truppe di Mosca non sembrano voler cessare, rendendo città come Mariupol e Leopoli dei cumuli di cadaveri e macerie.

L’avanzata del Cremlino procede però a velocità molto più ridotta rispetto a quelle che erano le aspettative di tutto il mondo. La città di Kiev non è ancora stata presa e anzi, sta mostrando la capacità di resilienza bellica dell’esercito del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Ora la domanda che gli analisti di tutto il mondo si fanno è quali potrebbero essere i tempi per arrivare ad un cessate il fuoco.

Russia, l’ipotesi di spodestare Putin: le tre opzioni possibili

La fine della guerra potrebbe arrivare con la rimozione di Vladimir Putin. Ne è convinto l’ufficio del Direttore dell’intelligence del ministero della Difesa ucraino, citato dai media di Kiev, che raccontano di una possibile cospirazione ai danni del presidente russo. Ci sarebbe un piano per allontanare il capo del Cremlino dal potere e tre sarebbero le opzioni praticabili.

Si parla di un possibile avvelenamento, ma anche di causare un incidente nei brevi spostamenti dello “zar”. Infine c’è l’ipotesi di una vera e propria aggressione fisica, da giustificare con l’opinione pubblica sotto forma di una “malattia improvvisa“.

Il piano nascosto nei palazzi di Mosca

Così l‘élite russa starebbe valutando la possibilità di far fuori il presidente in modo da fermare l’aggressione militare all’Ucraina e quindi, di conseguenza, anche le sanzioni economiche inflitte dall’Occidente alla cerchia di oligarchi vicini al presidente russo. Secondo fonti ucraine, infatti, nell’élite politica e imprenditoriale della Russia sarebbero emersi influenti esponenti contrari alla guerra scatenata da Putin. Ora vorrebbero sbarazzarsene il prima possibile e ripristinare i rapporti economici con l’Unione europea e gli Stati Uniti.

I cospiratori avrebbero anche già individuato il successore: si tratterebbe di Alexander Bortnikov, il direttore dell’Fsb (il servizio federale che si occupa dell’apparato militare di Stato), “recentemente caduto in disgrazia presso il presidente russo” ufficialmente per “errori di calcolo fatali nella guerra contro l’Ucraina”, come riporta l’intelligence di Kiev.

La tensione nell’esercito russo

Secondo la versione del Cremlino, Bortnikov sarebbe colpevole di non aver informato il presidente russo delle difficoltà della campagna militare. Ora il potente generale e alcuni altri membri influenti dell’élite russa, sempre secondo l’intelligence ucraina, starebbero architettando un golpe da attuare a qualsiasi costo.

Da Kiev riferiscono anche che “il fronte degli scontri è praticamente fermo. I combattimenti sono tattici e visto che il nemico non è stato in grado di sopraffarci militarmente in Russia è iniziata la fase repressiva“. Questo quanto dichiarato da Arestovych, consigliere dell’ufficio del presidente Zelensky.

“Secondo i dati della nostra intelligence, il Servizio federale per la sicurezza russo controlla migliaia di ufficiali e cerca i colpevoli, anche militari di alto rango come generali e comandanti. Li accusa di vigliaccheria, spirito debole, mancanza di carattere. Ad esempio un ufficiale dei servizi informativi è stato accusato di non essere riuscito a creare la Repubblica popolare di Kherson. Tutto ciò contribuisce a demoralizzare l’esercito russo”.