Dopo una maratona di colloqui per contrastare il crollo dei prezzi, l’Organizzazione dei Paesi esportatori di Petrolio, comunemente detta Opec, ha trovato l’intesa. La strada per i principali produttori di petrolio, però, è ancora in salita, anche perché uno di loro, il Messico, si è “sfilato” dall’accordo.
I dettagli dell’intesa
In mattinata, l’Opec ha spiegato di aver concordato una riduzione della produzione di petrolio di circa 10 milioni di barili al giorno per maggio e giugno. Da luglio a dicembre, la produzione passerà a 8 milioni di barili al giorno, ma perché abbia effetto avrà bisogno del sostegno del Messico.
Nel dettaglio, per l’Arabia Saudita l’estrazione dovrebbe scendere di circa 3 milioni e la Russia dovrebbe tagliare la produzione di 2 milioni di barili. I restanti 5 milioni di barili di tagli saranno invece distribuiti tra i produttori del G20. Secondo quanto riferito dall’Opec, la stretta dovrebbe passare a 6 milioni da gennaio 2021 ad aprile 2022.
Il vertice Opec + in videoconferenza
All’incontro, rigorosamente virtuale, hanno partecipato i Paesi Opec, tra i quali pesa particolarmente l’Arabia Saudita, e i loro alleati Opec +, tra cui la Russia.
Non a caso, si fa riferimento al meeting come “vertice Opec+”, cioè esteso, appunto, a Paesi esterni al cartello. La notizia dell’accordo è stata preannunciata nella notte da Donald Trump, che da giorni chiedeva ai Paesi di agire e mediava tra i differenti interessi in campo.
La tenuta dell’accordo dipenderà dal Messico
Resta un punto di domanda sulla posizione del Messico, dal quale dipenderà di fatto la tenuta dell’intesa. Non a caso, il Ministro dell’Energia messicano Rocio Nahle ha dichiarato venerdì mattina su Twitter che il Paese è disposto a ridurre la produzione nazionale di petrolio di soli 100.000 barili al giorno a maggio e giugno.
“Da 1,781 mbd (milioni di barili al giorno) di produzione che abbiamo segnalato nel marzo 2020, scenderemo a 1,681 mbd”, ha fatto sapere.
Sullo sfondo, l’emergenza Covid-19
“È imperativo intraprendere un’azione urgente. È negli interessi di tutti noi, ed è anche nell’interesse dei consumatori. Ciò non vuol dire che qualsiasi medicina sarà facile; ovviamente non lo sarà. Ma è chiaro che è necessario. E andrà a beneficio di tutti noi”, ha affermato il segretario generale dell’Opec, Mohammad Barkindo, in apertura della riunione.
Tra le criticità individuate, lo squilibrio tra domanda e offerte e l’eccesso di quest’ultima. Sullo sfondo, naturalmente, l’emergenza Coronavirus, che Barkindo ha definito “una bestia invisibile che sembra avere un impatto su tutto ciò che incontra”, e le sue ripercussioni sulla tenuta dell’economia mondiale.