La Corea del Nord lancia un missile verso il Giappone: cosa succede

Il missile balistico ha sorvolato Tokyo e ha fatto risuonare l'allarme aereo nazionale, dal governo nipponico accuse pesanti a Pyongyang

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Ore di tensione tra il Giappone e la Corea del Nord, col paese del dittatore Kim Jong-un che ha lanciato un missile balistico che ha sorvolato il territorio nipponico. Tra Tokyo e le altre città giapponesi è risuonato l’allarme aereo nazionale ed è iniziata la corsa verso i bunker, con il governo che ha chiesto ai residenti di evacuare nei rifugi e cercare riparo per evitare l’epilogo drammatico.

Il missile sembra essere caduto in mare senza aver provocato danni a cose o persone, ma il lancio del missile ha portato alla ferma condanna del Giappone che, appoggiato dalle forze internazionali, ha puntato il dito contro la Corea del Nord. Che desta preoccupazione anche per la possibile escalation militare e nucleare a livello globale.

Missile sul Giappone, cos’è successo

Nella giornata del 4 ottobre 2022, secondo quanto riferito dall’esercito sudcoreano, un missile balistico ha sorvolato i cieli del Giappone facendo risuonare l’allarme in diverse città. Si tratterebbe di un vettore intercontinentale Hwasong-12 che ha coperto una distanza senza precedenti nella storia del programma balistico nordcoreano. Secondo le autorità giapponesi e sudcoreane, infatti, il missile ha simulato un lancio operativo volando a una distanza compresa tra 4.500 e 4.600 chilometri dal sito di lancio e raggiungendo una altitudine massima di circa mille chilometri.

Non si tratta di un caso isolato, in quanto Pyongyang è solita lanciare i propri missili lungo traiettorie paraboliche all’esterno dell’atmosfera terrestre per farli rientrare a poche centinaia di chilometri dai siti di lancio, per evitare che sorvolino i Paesi vicini. Ma la mossa coreana di oggi è stata azzardata, facendo il paio col precedente del 2017, quando l’isola settentrionale giapponese dell’Hokkaido venne sorvolata da un altro missile lanciato dal Nord.

Almeno per il momento, secondo quanto riferito dalle autorità nipponiche, non sarebbero stati registrati danni, ma il primo ministro Fumio Kishida è stato chiaro: “Ho dato istruzione di verificare eventuali danni causati dalla possibile caduta di oggetti, di raccogliere e analizzare le informazioni e cooperare con gli alleati”.

La condanna per la condotta “barbarica”

L’esercitazione coreana ha profondamente sconvolto il Giappone, col primo ministro Kishida che ha puntato il dito contro il paese vicino. Per l’autorità giapponese, infatti, si tratta di “un atto oltraggioso” che viene visto con una provocazione “barbarica” da parte di Pyongyang. Il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol ha contestato a sua volta i vicini del Nord, accusandoli di “provocazioni sconsiderate” cui seguiranno “risposte risolute da parte delle nostre forze armate, dei nostri alleati e della comunità internazionale”.

Dopo il lancio del missile, su mandato del presidente Joe Biden, il segretario di Stato americano Antony Blinken ha infatti tenuto colloqui telefonici con i ministri degli Esteri di Giappone e Corea del Sud, Yoshimasa Hayashi e Park Jim, condannando con forza la condotta di Pyongyang. Il segretario Usa ha denunciato la violazione da parte della Corea del Nord di molteplici risoluzioni del Consiglio di sicurezza Onu, con implicazioni “profondamente destabilizzanti” per la regione. Blinken ha infine ribadito l’impegno degli Stati Uniti a difendere Giappone e Corea del Sud e l’importanza della cooperazione trilaterale per “porre la Corea del Nord di fronte alle proprie responsabilità per il suo atteggiamento inaccettabile”.

Dopo la condanna, è arrivata anche la risposta da parte della Corea del Sud e degli Usa, che hanno avviato un’esercitazione specifica dedicata ai “bombardamenti di precisione”.