Mozart, la società americana che sfida Putin: il ruolo dell’Italia

L’ex colonnello americano Milburn da un mese è volato in Ucraina per addestrare la resistenza locale: possibile coinvolgimento di truppe europee

La guerra in Ucraina sta mostrando al mondo intero le atrocità compiute dall’esercito di Vladimir Putin ai danni del popolo ucraino, una fra tutte la strage di civili nella città di Bucha. Ma ogni conflitto porta con sé anche una buona quantità di storie collaterali, aneddoti, situazioni di vita che difficilmente verrebbero rese pubbliche se non inserite in un contesto bellico.

È il caso dei volontari occidentali della Mozart, la milizia occidentale schierata contro i miliziani russi della Wagner. Questa è la storia di una compagnia privata fondata da un ex colonnello dei Marines dopo l’invasione del Cremlino dello scorso 24 febbraio.

Andrew Milburn, l’ex colonnello Usa che combatte con la resistenza ucraina

Il protagonista è Andrew Milburn, nato a Hong Kong, cresciuto a Londra e trasferitosi negli Stati Uniti per servire nei ranghi dell’esercito, fino a diventare colonnello. C’è rimasto per 31 anni, partecipando anche alla campagna per piegare lo Stato Islamico in Iraq. Qui, dal 2015, ha coordinato una task force occidentale: tra i militari coinvolti anche i parà italiani del Col Moschin, che avrebbe tentato di arruolare di nuovo nelle ultime settimane.

Chiusa quell’esperienza, ha lasciato – almeno ufficialmente – la divisa nell’estate del 2019. Adesso però sembra aver trovato una nuova bandiera per cui combattere, quella ucraina. Il marine da circa un mese si è trasferito a Kiev ed è uno dei tanti stranieri della legione internazionale. Sono arrivati ex soldati, ma anche persone prive di qualsiasi esperienza e armate solo di coraggio.

L’invio di truppe in Ucraina e il problema degli infiltrati

Le autorità coordinate da Volodymyr Zelensky inizialmente hanno aperto le porte, poi le hanno socchiuse procedendo ad una selezione più accurata, per arruolare chi ha competenze ed evitare sorprese: esiste un rischio serio che ci possano essere degli infiltrati di Mosca e il pericolo di coinvolgere individui non adatti è sempre dietro l’angolo.

È a questo punto che Milburn fonda la Mozart e lo fa perchè conscio di dover curare un aspetto cruciale della resistenza bellica in Ucraina: l’addestramento delle truppe locali, dimostratesi eroiche e valorose nel respingere le offensive russe, ma che ancora non riescono a operare in maniera organizzata e funzionale.

L’ex generale aggiunge così un’integrazione a quanto fatto dai consiglieri americani, canadesi, polacchi e lituani a partire dal 2015. In diverse interviste, Milburn ha spiegato quali sono i compiti dei suoi uomini, in maggioranza statunitensi e britannici: tecniche di tiro per cecchini, neutralizzazione di ordigni improvvisati, tattiche, movimenti in sicurezza, pronto soccorso.

Il ruolo di Stati Uniti e Unione europea: ci sono militari italiani nella Mozart?

L’ex marine nega qualsiasi vincolo con Washington e afferma che il battaglione è finanziato da donatori privati: è una distinzione formale, che permette di impiegare cittadini americani dopo che il presidente Joe Biden aveva dichiarato che i soldati Usa non sarebbero stati schierati sul territorio ucraino.

L’impiego della legione Mozart è flessibile: può partecipare agli scontri, garantire la sicurezza di personalità, addestrare, monitorare. Per i suoi componenti anche un ruolo di fiancheggiamento in altri Paesi: è avvenuto in Siria, in Libia, in Centro Africa e ora in Ucraina, dove sarebbero almeno un migliaio. Tra di loro al momento non sembrano esserci cittadini europei, ma i contatti di Millburn con diversi militari del Vecchio Continente (tra cui, appunto, anche i parà italiani del Col Moschin) non escludono del tutto la loro partecipazione.