Renzi, perché si parla di finanziamento illecito e cosa c’entra Lucio Presta

La Procura di Roma avrebbe aperto una nuova indagine a carico di Matteo Renzi e del manager dei vip Lucio Presta per il documentario su Firenze girato alcuni anni fa

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Maurizio Perriello

Giornalista politico-economico

Giornalista e divulgatore esperto di geopolitica, guerra e tematiche ambientali. Collabora con testate nazionali e realtà accademiche.

Secondo un’anticipazione del quotidiano Domani, la Procura di Roma ha iscritto nel registro degli indagati Matteo Renzi, leader di Italia Viva, e Lucio Presta, noto agente televisivo e marito della conduttrice Paola Perego. I reati ipotizzati sono finanziamento illecito e false fatturazioni per i bonifici effettuati per il documentario Firenze secondo me, già finito in una relazione dell’antiriciclaggio dell’Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia.

Per il progetto televisivo, andato in onda sulle emittenti che fanno capo a Discovery, Lucio Presta avrebbe pagato all’ex premier quasi mezzo milione di euro. La cifra era finita al centro delle polemiche e di inchieste giornalistiche perché sarebbe molto più alta di quelle generalmente pattuite per lavori simili.

La vendita di un documentario e il compenso di Renzi

Domani riporta anche che l’Arcobaleno Tre, la società di Lucio Presta e del figlio Niccolò, che sarebbe indagato insieme al padre, avrebbe venduto a Discovery il documentario ad appena mille euro, anche se fonti dell’emittente all’epoca dell’acquisto del progetto avevano parlato di alcune migliaia di euro (ecco quanto guadagnano i parlamentari, da Meloni a Renzi e Conte).

Cifre comunque ben lontane da quanto speso dalla produzione per le riprese e soprattutto per il lauto compenso di Matteo Renzi, che sarebbe servito a coprire parte del prestito da 700 mila euro ricevuto dalla famiglia Maestrelli per l’acquisto di una villa a Firenze e diventato di dominio pubblico perché legato all’inchiesta sulla Fondazione Open. In quel caso la Procura di Firenze non rilevò gli estremi del finanziamento illecito nonostante il prestito non sarebbe stato segnalato nel bilancio del 2018 dell’azienda.

Renzi, nuova indagine per finanziamento illecito: cosa ha dichiarato

Lo stesso Matteo Renzi (paperone del Parlamento) ha commentato, tramite un video pubblicato su Facebook, l’apertura della nuova indagine. Il leader di Italia Viva ha sottolineato di aver percepito il compenso per le sue attività professionali, ben distanti dalla sua attività politica. Ha poi dichiarato di non avere paura e che non si lascerà intimidire da un avviso di garanzia segnalato dalle pagine di un giornale.

L’imprenditore Lucio Presta giustificò il compenso per l’ex premier come un investimento a lungo termine, considerando che i diritti sul documentario avevano un valore economico di rilievo e insindacabile.

Renzi, perché si indaga di nuovo per finanziamento illecito: i sospetti

A quanto si apprende, gli inquirenti starebbero indagando principalmente su altri bonifici destinati a Matteo Renzi che sarebbero partiti dalla Arcobaleno Tre per dei progetti mai realizzati.

Si ipotizza la possibilità che esistano rapporti contrattuali fittizi, con l’emissione e l’annotazione di fatture per operazioni inesistenti, anche allo scopo di realizzare risparmio fiscale utilizzando costi deducibili per l’attività di impresa e che potrebbero rivelarsi costi occulti del finanziamento illecito alla politica.