Ecco il Mattarella bis: partiti allo sbando, M5s vicino alla rottura

Senso di responsabilità e rispetto delle decisioni del Parlamento sono i motivi che hanno spinto il Capo dello Stato ad accettare il secondo mandato

Sergio Mattarella è stato rieletto presidente della Repubblica con ben 759 voti, il numero di preferenze più alto di sempre dopo Sandro Pertini. Senso di responsabilità e rispetto delle decisioni del Parlamento sono i motivi che hanno portato l’ormai 80enne presidente ad accettare l’incarico.

Sul tavolo sono passati vari nomi: Amato, Casini, Cartabia, Severino, Belloni. Poi, dopo le dichiarazioni di Salvini e Conte, è stato piuttosto evidente che Mattarella fosse l’unica soluzione percorribile. Il passaggio di venerdì mattina con il voto su Elisabetta Casellati ha di fatto certificato che in aula non c’era una maggioranza e da quel momento in poi tutto ha avuto un’accelerazione e si è cercato un nome super partes, come ha spiegato il segretario del Pd Enrico Letta.

Cosa ha detto Mattarella dopo la sua rielezione

“I giorni difficili trascorsi per l’elezione alla presidenza della Repubblica, nel corso della grave emergenza che stiamo tuttora attraversando sul versante sanitario, su quello economico, su quello sociale, richiamano al senso di responsabilità e al rispetto delle decisioni del Parlamento” ha commentato il Capo dello Stato nel suo discorso. “Queste condizioni impongono di non sottrarsi ai doveri cui si è chiamati e naturalmente debbono prevalere su altre considerazioni e su prospettive personali differenti”.

Mattarella ha accettato l’elezione “con l’impegno di interpretare le attese e le speranze dei nostri concittadini”e ha ringraziato i parlamentari e i delegati delle Regioni per la fiducia espressagli (qui la sua carriera, dalla Dc al Quirinale bis, e quanto ha guadagnato).

Non è la prima volta che un presidente viene rieletto: nel 2013 toccò a Giorgio Napolitano. La richiesta avanzata da parte dei leader, ha spiegato ancora Enrico Letta, è stata considerata “un’altra sgrammaticatura costituzionale”. Forse anche in riferimento alla candidatura, poi falciata via, della seconda carica dello Stato, la presidente del Senato Elisabetta Casellati. E allora si è guardato al Parlamento.

Sono stati i Grandi elettori a esprimere chiaramente questo orientamento venerdì, con 336 voti al capo dello Stato, nonostante dai partiti non fosse arrivata alcuna indicazione in questo senso. Per questo si è deciso che a salire il Colle sarebbero stati i capigruppo di maggioranza, a portare proprio la voce del Parlamento. A seguire, una delegazione dei grandi elettori delle Regioni.

Governo più forte

Con la rielezione di Sergio Mattarella al Quirinale (qui quant’è il suo compenso e quanto costa costa il Quirinale), “il governo esce più forte, decisamente più forte. Se ci fosse stato un altro presidente, ci sarebbero stati dei primi mesi di rodaggio e il governo più in difficoltà” ha detto Enrico Letta a In Mezz’ora in più. E invece “si parla di un Cdm domani. Vuol dire che il premier Draghi vuole muoversi rapidamente e mi pare un fatto positivo”.

La rielezione di Sergio Mattarella alla Presidenza della Repubblica è una “splendida notizia per gli italiani” ha commentato il premier Draghi, che si dice “grato al Presidente per la sua scelta di assecondare la fortissima volontà del Parlamento di rieleggerlo per un secondo mandato”.

Partiti allo sbando, trema il M5s

Il Mattarella bis è stato salutato da tutti gli italiani e a livello internazionale come una scelta importante, necessaria in un momento come questo. Ma l’immagine che ne deriva della nostra politica è di un sistema allo sbando, spaccato e senza spessore né visione alcuna.

A patire è soprattutto il Movimento 5 Stelle. Tra i grillini si parla con sempre maggiore insistenza di frattura tra l’ala “contiana” e quella “dimaiana”. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio venerdì sera, con una nota, ha pubblicamente sconfessato il metodo che aveva portato all’individuazione della direttrice del Dis Elisabetta Belloni come possibile candidata alla Presidenza della Repubblica.

Una distanza siderale con la posizione del capo del M5s Giuseppe Conte. In più non c’è solo la spaccatura interna. Molti nel M5S ora rimettono in discussione i rapporti con gli alleati, in primis il Pd.