Nel 2017 l’Italia ha vissuto un vero e proprio dramma, non solo sportivo. La mancata qualificazione al Mondiale 2018, dopo il doppio ko nello spareggio contro la Svezia, ha infatti avuto risvolti economici. Non solo sui calciatori e sui rispettivi club, che ricevono dei compensi nel caso in cui i propri tesserati partecipino a manifestazioni del genere (ecco quanto incassa invece la Figc), ma anche sulla società. Basti pensare a cosa si mette in moto quando gioca la Nazionale, tra pub e ristoranti. Ma la lista degli ‘scontenti’ non finisce qui: ecco quanto costerebbe alla Rai la mancata qualificazione a Qatar 2022.
Italia fuori dal Mondiale? Quanto costerebbe alla Rai
Secondo quanto calcolato dal Corriere dello Sport, la mancata qualificazione dell’Italia al Mondiale 2022 comporterebbe un enorme problema economico per la Rai. L’emittente, che trasmette tutte le partite degli azzurri a ogni torneo essendo tv di Stato, rischierebbe di perdere il 25% degli introiti pubblicitari.
Ovviamente le aziende non investirebbero gli stessi soldi pensati per presentare i loro prodotti a un pubblico enorme, quello sintonizzato quando gioca l’Italia, per chi invece si siede sul divano per guardare tutte le altre partite, dove si registra un fisiologico – e notevole – calo dello share.
Mondiale 2022, quanto ha speso la Rai per i diritti delle partite
Per trasmettere tutte e 64 le partite del Mondiale in Qatar, la Rai ha dovuto versare una cifra che oscilla tra i 170 milioni di euro e i 190 milioni di euro. Senza l’Italia di Roberto Mancini (ecco lo stipendio del ct), l’investimento rischia di trasformarsi in un enorme buco nel bilancio dell’azienda. La Nazionale è in grado di spostare enormemente l’audience sui canali dell’emittente, e la mancata qualificazione dei campioni d’Europa costerebbe milioni e milioni di euro a viale Mazzini.
A marzo, quindi, a fare il tifo ci saranno – forse più di tutti, se possibile – i dirigenti Rai. Una qualificazione in extremis risolverebbe il problema, ma la strada verso il Mondiale non è semplice per i ragazzi di Mancini. Lo insegna il 2017, mai dare nulla per scontato. Non lo fa nemmeno la Rai: si paventa l’ipotesi di cessione della metà dei diritti delle partite a una pay-tv, come Sky, o a un servizio streaming, come Amazon (che già trasmette alcune gare di Champions League). Il motivo? Provare a compensare, almeno in parte, i mancati introiti pubblicitari.