Guerra in Ucraina: perché l’Occidente non attacca la Russia

Grossi rischi derivano da un attacco della Nato alla Russia, ma anche dal suo immobilismo, che potrebbe portare alla disfatta dell'Ucraina

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Maurizio Perriello

Giornalista politico-economico

Giornalista e divulgatore esperto di geopolitica, guerra e tematiche ambientali. Collabora con testate nazionali e realtà accademiche.

Le mani della Nato sono veramente legate? È lecito chiederselo davanti ai continui appelli di Volodymyr Zelensky per un intervento, militare e diplomatico, per far finire la guerra in Ucraina e fermare la Russia di Vladimir Putin. Kiev resiste grazie a una risposta inaspettata da parte della popolazione, con una resistenza che ha permesso alla capitale di non cadere sotto le bombe. Ma se il conflitto dovesse durare ancora a lungo, sarà necessario uno sforzo maggiore da parte dell’Occidente per impedire un massacro di civili.

Il supporto da parte dei Paesi membri dell’Alleanza Atlantica, come entità singole, di armi, tecnologie e aiuti umanitari e di intelligence, ha permesso all’Ucraina di resistere fino a oggi e mettere in difficoltà l’esercito di Mosca.

Le sanzioni contro la Russia, inoltre, hanno isolato Putin dal resto del mondo, con aziende che hanno deciso di non operare più in questo stato, i tassi di interesse delle banche schizzati oltre il 20% e il rischio di un default imminente per il Paese, sempre più vulnerabile sul piano politico ed economico.

Perché l’Ucraina chiede un intervento diretto della Nato nella guerra

Il dubbio del blocco occidentale riguarda ora un intervento diretto delle proprie truppe e la ricerca di nuove modalità per fornire assistenza all’Ucraina, che non è un Paese membro della Nato, nonostante l’intenzione di aderire al Patto e le posizioni filoatlantiste che gli hanno garantito l’aiuto dall’Ovest.

Zelensky ha chiesto a più riprese altre armi, sanzioni più pesanti per la Russia e la tanto discussa no fly zone. Proprio quest’ultima misura, considerata un atto di attacco e non di difesa, potrebbe portare Stati Uniti e Unione europea allo scontro diretto con Mosca.

Senza però una presa di posizione diretta, la solidarietà e gli aiuti all’Ucraina potrebbero presto finire insieme alla copertura mediatica, quando si continuerò a combattere nell’Est l’ennesima guerra che continuerà a far dormire sonni tranquilli agli occidentali, nonostante la drammatica situazione economica alle porte che comunque coinvolgerà tutti il mondo.

Perché la Nato dovrebbe intervenire per impedire la vittoria della Russia

Gli analisti statunitensi ritengono che ormai la posizione della Russia sia troppo compromessa per un passo indietro. E le mire espansionistiche di Putin potrebbero portare alla rifondazione di un blocco sovietico, con trattati e alleanza, come con la Bielorussia, o con l’invasione di altri Paesi.

In caso di vittoria contro l’Ucraina, con il riconoscimento internazionale della Crimea e delle repubbliche del Donbass come parte della Federazione Russa e la neutralità perpetua ucraina, magari sul “modello Austria”, o addirittura una sua alleanza strategica con Mosca, lo Zar potrebbe non fermarsi a questo conflitto.

Accordi simili minerebbero l’integrità territoriale dell’Ucraina, e darebbero la certezza a Vladimir Putin di poter farla franca anche dopo l’ennesima aggressione a un altro Paese. È necessario dunque trovare una soluzione che permetta all’Occidente di fermare già adesso la futura avanzata della Russia. Ma un intervento militare potrebbe portare a conseguenze molto gravi.

Scoppia la Terza Guerra Mondiale con un intervento della Nato nella guerra?

Lo ha minacciato lo stesso Vladimir Putin il 24 febbraio, all’inizio della “operazione militare speciale” in Ucraina, come la propaganda di regime chiama la guerra. Ci saranno “conseguenze più gravi come mai è avvenuto nella storia”, ha dichiarato il presidente russo. Ed effettivamente tra la minaccia di armi nucleari e biologiche, meglio rimanere con il dubbio che si tratti di parole vuote e non di una promessa di distruzione dell’Europa e degli Usa.

L’intervento militare diretto della Nato darebbe al Cremlino il pretesto per scatenare l’inferno. E trascinerebbe il mondo nella Terza Guerra Mondiale. Uno scenario che, seppur improbabile, considerando gli alti costi in termini di vite umane ed economici, non è da escludere totalmente.

Per questo l’Occidente non può permettersi l’attacco frontale, e deve limitarsi solo ad aiutare Kiev dall’esterno. Operazione che potrebbe comunque scatenare l’ira della Russia in caso di sconfitta, e che potrebbe avere pesanti ripercussioni su tutti Paesi. Questo sarebbe l’effetto di una bomba atomica sull’Italia.