Elezioni 14 e 15 maggio: come e dove si vota, la guida

Sfida il 14 e 15 maggio in 13 capoluoghi. Oltre 4,5 milioni gli elettori chiamati alle urne.

Il 14 e 15 maggio si terranno le elezioni comunali in 793 comuni, con un totale di 4,5 milioni di votanti chiamati alle urne per eleggere il proprio sindaco. Gli elettori potranno votare dalle 7.00 alle 23 di domenica e dalle 7.00 alle 15 di lunedì. Successivamente, il 21 maggio sarà il turno del Trentino e della Valle d’Aosta, mentre il 28 e 29 maggio si svolgeranno le elezioni in Sicilia e Sardegna.

Elezioni, in quali città si vota

Le elezioni comunali si svolgeranno in 13 comuni capoluogo, tra cui un capoluogo di regione, e 12 capoluoghi di provincia:

  • Ancona
  • Brescia
  • Brindisi
  •  Catania
  •  Imperia
  • Latina
  • Massa
  • Pisa
  • Ragusa
  • Siena
  • Siracusa
  • Sondrio
  • Teramo
  • Terni
  • Trapani
  • Treviso
  • Vicenza

Il turno di ballottaggio, qualora necessario, avverrà il 28 e 29 maggio, eccetto per il Trentino e la Valle d’Aosta che avranno il ballottaggio il 4 giugno e per la Sicilia e la Sardegna che avranno il ballottaggio l’11 e 12 giugno. Le elezioni si sono già svolte il 2 e 3 aprile nei comuni del Friuli Venezia Giulia in concomitanza con le elezioni regionali.

Attualmente, sette dei capoluoghi chiamati al voto sono governati dal centrodestra e cinque dal centrosinistra, mentre Latina è sotto la guida di un commissario prefettizio in seguito alla caduta, l’anno scorso, dell’amministrazione di centrosinistra guidata da Damiano Colletta.

Le alleanze politiche saranno messe alla prova, con l’incognita dell’astensionismo che è in continuo aumento nelle ultime consultazioni. Infatti, alle amministrative del giugno 2022 ha votato solo il 54% degli aventi diritto, il 5,4% in meno rispetto alla precedente tornata. Il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle sono alleati in quattro capoluoghi (Latina, Pisa, Brindisi e Teramo); Azione e Italia Viva in sei (Brescia, Vicenza, Ancona, Pisa, Treviso, Brindisi). La maggioranza di governo si spacca solo a Massa, dove Fratelli d’Italia esprime un proprio candidato diverso da quello della Lega, di Forza Italia e delle liste civiche.

Solo Ancona è il capoluogo di regione che partecipa alle elezioni comunali del 14 e 15 maggio, con il sindaco uscente Laura Mancinelli (Pd) che si sfida contro Ida Simonella (centrosinistra) e Daniele Silvetti (centrodestra). Il Movimento 5 Stelle sostiene invece Enrico Sparapani (RPT: Enrico Sparapani). Inoltre, ci sono situazioni anomale a Latina, dove l’uscente Coletta si ripresenta, e a Massa, dove il sindaco di centrodestra Francesco Persiani è stato sfiduciato l’anno scorso e si ricandida con Lega, Forza Italia e liste civiche, mentre Fratelli d’Italia sostiene Marco Guidi. Il centrosinistra punta a riconquistare Massa con Enzo Romolo Ricci.

In 3 città, le principali forze di opposizione al Parlamento si sono unite: a Pisa, Pd, M5S e Sinistra Unita si sono alleati per sostenere la candidatura di Paolo Martinelli, che sfida il sindaco uscente del centrodestra, Michele Conti; a Teramo, invece, Pd e Movimento 5 Stelle sostengono insieme il sindaco uscente, Gianguido D’Alberto, mentre Carlo Antonetti rappresenta il centrodestra come sfidante.

Curiosità a Imperia, dove l’uscente di centrodestra Claudio Scajola, ex ministro dell’Interno, è sfidato – per il centrosinistra – dal vicecommissario di polizia Ivan Bracco, che dal 2010 ha indagato su Scajola per sei diverse inchieste, tutte archiviate tranne una.

Quali documenti servono

L’elettore è tenuto a presentarsi ai seggi con la propria tessera elettorale e un documento d’identità valido. Per conoscere il proprio seggio e la sezione di appartenenza, occorre verificare i dati riportati sulla tessera elettorale, tra cui il numero, la sede della sezione, il collegio e la circoscrizione.

Inoltre, oltre alla carta d’identità, sono ammessi altri documenti di identificazione, purché leggibili e muniti di fotografia, rilasciati da una Pubblica Amministrazione, tra cui la patente di guida, il passaporto, il libretto di pensione, la tessera di riconoscimento rilasciata da un ordine professionale e quella rilasciata dall’Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d’Italia, se convalidata da un Comando militare. Anche se scaduti, tali documenti sono considerati validi a condizione che siano regolari e permettano una facile identificazione dell’elettore.