Cosa succederà a Natale? Difficile ancora dirlo. Ciò che è certo è che sono in molti a considerare stucchevole la discussione su cenoni e piste da sci in una fase, ancora, di piena emergenza pandemica.
La situazione Covid in Italia
Nel giorno in cui l’Italia sfonda quota 50mila morti per Covid, con 22.930 nuovi contagi rispetto a ieri, in calo per via dell’”effetto domenica”, con le terapie intensive arrivate a 3.810 unità e 630 vittime in più per Coronavirus, il premier Giuseppe Conte ospite a Otto e mezzo su La7 ha spiegato a Lill Gruber l’azione del Governo e l’orientamento in merito alle festività natalizie.
“Stiamo agendo con responsabilità, metodo e trasparenza. Ce la stiamo mettendo tutta”. E anche se da fuori, dall’Oms ad esempio ma non solo, arriva il monito a stare attenti perché giudicati “impreparati” alla seconda ondata, Conte, raffreddato e un po’ provato, ripetutamente in preda alla tosse, facendo subito scattare la rincorsa social su “avrà il Covid?”, cerca di calmare le acque difendendo il suo operato.
“Abbiamo portato sotto controllo la curva nella prima ondata, in tempi anche relativamente brevi. Abbiamo fatto di tutto, abbiamo approvato tutti i possibili protocolli per assicurare un’estate in sicurezza agli italiani. Sarebbe stato impossibile prescrivere misure restrittive in estate, la seconda ondata ha sorpreso tutta l’Europa, noi abbiamo lavorato al massimo. A luglio ho chiesto in Parlamento la proroga dello stato d’emergenza e sono stato duramente attaccato: è difficile mettere d’accordo tutti, l’importante è avere un metodo e proseguire su questa linea”.
Spostamenti tra Regioni
Se venerdì prossimo, come spera il premier, l’indice Rt si avvicinerà a 1 in tutta Italia, vorrà dire che saremo riuscirti a congelare la curva. Ma non basta per aprire a un liberi tutti. “Il periodo natalizio richiede misure ad hoc. Si rischia altrimenti di ripetere il Ferragosto e non ce lo possiamo permettere: consentire tutte occasioni di socialità tipiche del periodo natalizio non è possibile”. Conte è perentorio.
L’atteggiamento dell’Esecutivo prosegue sulla linea di una certa prudenza. Che forma prenderà dunque il nuovo Dpcm che verrà con tutta probabilità varato il 3 dicembre? Non si sa ancora se sarà consentito spostarsi da una Regione all’altra per far visita ai familiari stretti per Natale e Capodanno, anche se pare piuttosto probabile. “Sullo spostamento tra Regioni a Natale ci stiamo lavorando, ma se continuiamo così a fine mese non avremo più zone rosse”.
“Siamo in piena seconda ondata: riprendere il controllo della curva è un conto, consentire tutte le occasioni di socialità” è un’altra, chiosa il premier, che ribadisce che “non ce lo possiamo permettere“. Ci saranno delle limitazioni alle occasioni di socialità. No dunque a “tombolate, festini, veglioni: dobbiamo contenere tutto questo”.
Sci e vacanze sulla neve
Poi Conte tocca il capitolo sci, che tiene banco da qualche giorno. “Tutto ciò che ruota attorno alle vacanze sulla neve è difficilmente controllabile. Stiamo lavorando con Macron e Merkel per avere un coordinamento europeo. Siamo tutti consapevoli che non possiamo concederci vacanze indiscriminate sulla neve. Non possiamo avere vacanze sulla neve, avremmo la terza ondata”.
Negozi
Probabile invece, come anticipato da fonti interne a Palazzo Chigi nei giorni scorsi, la riapertura dei negozi (qui l’elenco di quelli rimasti aperti anche in zona rossa) per una finestra temporale che consenta l’acquisto dei regali e la ripresa, seppur minima, del commercio. Anche allungando gli orari di apertura e, forse, contingentando ulteriormente gli ingressi.
“L’indirizzo del Governo è contenere le occasioni di socialità ma consentire la tradizione a noi cara dello scambio di doni. Cercheremo di dilatare l’orario dei negozi, vogliamo far correre l’economia nel rispetto dei protocolli ed evitando gli assembramenti”. E aggiunge che “uno Stato libero e democratico non può entrare nelle case e dire quante persone siedono a tavolo. Ci saranno limitazioni alle occasioni di socialità in generale“.
Vaccino
Conte affronta anche la delicatissima questione del vaccino anti-Covid. Sarà obbligatorio o no? “Non c’è un orientamento per l’obbligo, ma lo raccomandiamo” spiega. “L’obbligo è una scelta forte. Io lo farò senz’altro perché quando sarà ammesso (ci sarà a fine gennaio assicura, ndr) sarà sicuro e testato”. E conferma che sarà disponibile prima per le categorie vulnerabili ed esposte.
Scuola
Infine, uno dei temi più importanti in assoluto, e in assoluto il più scandalosamente dimenticato: la scuola. Nelle zone rosse le scuole dalla seconda media compresa in su sono in DAD da settimane ormai. Un danno, sociale e psicologico, incalcolabile. “Cercheremo di aprire le scuole prima di Natale. Stiamo lavorando per questo”, assicura Conte.