Dicembre 2020, con l’arrivo delle prime dosi del vaccino Covid in Italia, il Governo avvia il reclutamento di medici e personale sanitario da impegnare nella campagna di vaccinazione. Dando un’occhiata al bando, però, diversi professionisti qualificati rimangono esclusi, soprattutto i giovani precari. Il grande paradosso è che, mentre si fanno proclami per la mancanza di personale nelle strutture, molti pur volendo dare il proprio contributo, di fatto, non possono farlo.
Il bando per il reclutamento di medici e infermieri da impiegare nella campagna di somministrazione del vaccino Covid
La carenza di personale sanitario durante l’emergenza Covid è stata infatti una realtà con cui Istituzioni e autorità hanno dovuto fare i conti negli ultimi mesi. Lo stesso problema si è presentato poi con l’avvio della campagna vaccinale in Italia, quando a seguito dell’arrivo delle prime dosi del vaccino l’obiettivo principale è diventato razionalizzare le risorse e organizzare l’intero flusso di lavoro.
Da qui l’indizione di un bando per assumere fino a 3.000 medici e 12.000 infermieri e assistenti sanitari da impiegare nella campagna di somministrazione del vaccino nelle 1.500 strutture individuate e distribuite su tutto il territorio nazionale.
L’avviso pubblico è stato emanato lo scorso 11 dicembre 2020 dal Commissario straordinario Domenico Arcuri, insieme alla gara per selezionare le agenzie per il lavoro che si sarebbero occupati della selezione, nonché assunzione e gestione amministrativa del personale sanitario destinato alla campagna vaccinale.
L’avviso era rivolto a cittadini italiani – UE ed extra UE – medici, infermieri e assistenti sanitari anche in pensione per un assunzione con contratto e tempo determinato per una durata massima di nove mesi, rinnovabili in caso di necessità. Quelli interessati e in possesso dei requisiti, avrebbero potuto presentare la propria candidatura richiedendo l’iscrizione ad un elenco aperto di personale medico-sanitario, da cui vengono oggi attinte le risorse da destinare a supporto delle Aziende e/o Enti del Servizio Sanitario Nazionale deputate alla somministrazione dei vaccini anti SARS-COV-2.
Una specifica inserita all’interno del bando, però, escluderebbe di fatto tutti i giovani medici e infermieri, anche (e soprattutto) quelli precari, che per essere reclutati dovrebbero rinunciare all’impiego attuale, a fronte di un incarico che – comunque – non riconoscerebbe loro nessun merito di carriera o garanzia di inserimento/assunzione all’interno del sistema sanitario nazionale.
Si legge infatti nel bando:
“Gli incarichi conferiti al Personale non danno diritto all’accesso ai ruoli del Servizio sanitario regionale, né all’instaurazione di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato con lo stesso”.
I contratti, come già accennato sopra, avranno durata nove mesi, se l’emergenza sanitaria dovrebbe rientrare in questo arco di tempo, quindi, non ci sarebbe nessun rinnovo o assunzione. Chi sta lavorando all’attuale campagna vaccinale, finito il termine, non sarà trasferito o reinserito in altre strutture.
Largo a medici e infermieri pensionati: giovani e precari esclusi dalla campagna vaccinale
All’art. 3 dell’avviso pubblico per la creazione dell’elenco di medici, infermieri e assistenti sanitari per l’attuazione del piano di somministrazione dei vaccini anti-Covid, si legge chiaramente:
“Al fine di non pregiudicare e non creare squilibri organizzativi nel sistema Sanitario Nazionale, data la natura e finalità della presente iniziativa, il presente Avviso non è rivolto a coloro che hanno già un contratto in essere con datori pubblici o privati e che operano nel settore sanitario”.
Questo è uno dei requisiti richiesti per la partecipazione che, di fatto, escluderebbe tutti i giovani operatori sanitari (medici, infermieri e assistenti), impiegati del SSN con contratti di Continuità Assistenziale, contratti cd. co.co.co., contratti da libero professionista, contratti subordinati, ovvero: tutti i precari. E non si tratta di realtà poi così rare nella sanità, specie tra le nuove generazioni.
Ma, quindi, il Governo dove pensa di trovare medici senza contratto? Per rispondere a questa domanda basta collegarsi al sito salute.gov.it, dove viene subito chiarito che: “Potranno aderire anche medici, infermieri e assistenti sanitari in pensione”. Largo ai pensionati dunque.
Ad onor del vero, però, anche i medici neolaureati con p. IVA potranno partecipare. Ma solo se non hanno contratti di alcun tipo e per nessun lavoro, cosa anche questa improbabile visto che la maggior parte dei neolaureati – di solito – inizia a lavorare subito facendo il medico di guardia.