Covid nato in laboratorio? Il nuovo report Usa cambia tutto

Virus da laboratorio o frutto del salto di specie? Gli Usa non prendono ancora una posizione sulla vera natura del Covid-19, ma l'ultimo report cambia tutto

A tre anni dallo scoppio della pandemia da Covid-19 in tutto il mondo, continuano a rincorrersi voci e ipotesi sulla possibile nascita del virus che ha tenuto tutti col fiato sospeso e lo fa ancor oggi seppur con minore preoccupazione. Da Wuhan a tutti e cinque i Continenti, con un rimbalzo di Paese in Paese, il coronavirus è stato uno dei mali più duri da affrontare nel nuovo millennio e in tanti continuano a domandarsi da dove sia venuto.

Tra chi ipotizza il passaggio da una specie all’altra, col salto fino ad arrivare all’uomo e altri che invece sono certi del fatto che si sia trattato di un grave errore di laboratorio partito proprio da Wuhan, a presentare uno degli ultimi studi è stato il dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti che in un recente rapporto ha dato il suo parere sulla natura del virus.

Covid nato in laboratorio? Il nuovo report

Alla guida di una numerosa rete di laboratori che portano avanti ricerche biologiche avanzate, il parere del dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti è uno di quelli che ha un certo peso nella comunità scientifica. Il report presentato di recente, però, ha come sempre diviso gli States, tra chi è ancora indeciso sulla natura del Covid-19 e chi, come la Casa Bianca, vuole ancora vederci chiaro prima di dare una vera e propria risposta definitiva e prendere una posizione decisa sul perché, e soprattutto come, il virus sia arrivato così violento nella vita di tutti noi.

Se in precedenza il dipartimento si era detto ancora incerto sulla natura del coronavirus, oggi secondo quanto riferito dal Wall Street Journal i dati sarebbero chiari. Dopo aver preso visione in esclusiva della ricerca portata avanti negli ultimi mesi, il WSJ ha infatti sottolineato che per il dipartimento il Covid molto probabilmente è nato da una fuga in laboratorio. Secondo fonti dei servizi americani interpellate dal giornale, la posizione del dipartimento è cambiata dopo che sono emerse “nuove informazioni di intelligence, studi di ricercatori e consultazioni con esperti non governative”.

La nuova conclusione è contenuta in un aggiornamento di un rapporto del 2021 dell’ufficio della direttrice della National Intelligence Avril Haines. Il giudizio è stato dato comunque con un “basso livello di affidamento”, secondo le persone che hanno letto il rapporto riservato. Il rapporto del dipartimento dell’Energia Usa al momento non è stato acquisito dal Congresso, ma i legislatori, in particolare i repubblicani della Camera e del Senato, stanno portando avanti indagini sull’origine del virus e premono sull’amministrazione Biden affinché venga fatta luce sulla questione (qui vi abbiamo parlato della nuova allerta Covid in 4 regioni italiane).

I funzionari statunitensi hanno rifiutato di fornire dettagli sulle nuove informazioni e sulle analisi che hanno portato il Dipartimento a cambiare posizione, ma per gli Usa la natura del Covid-19 sarebbe comunque chiara: è il risultato di un programma cinese di armi biologiche.

Tensione Usa sulla natura del Covid

Come detto, la Casa Bianca predica la calma ed è ancora neutrale sull’argomento. Se il presidente Biden ha più volte ordinato di andare a fondo sulla questione, il Consigliere per la Sicurezza Nazionale, Jake Sullivan, ha sottolineato più volte che non c’è ancora una linea condivisa da Washington (qui vi abbiamo parlato di un recente studio sui vaccini).

Alcune agenzi, infatti, ancora credono più probabile che la pandemia sia nata per trasmissione naturale mentre altre sono indecise. David Relman, microbiologo della Stanford University che ha fatto parte di diversi comitati consultivi scientifici federali, si è detto comunque entusiasta per gli sforzi che vengono fatti per scoprire la verità sul virus che è ancor oggi ben presente nella vita di ognuno di noi.