Bollette, famiglie e imprese: le promesse di Meloni già disattese

Misure contro il caro bollette e aiuti a famiglie e imprese: Meloni aveva promesso in campagna elettorale interventi immediati al riguardo. Ma è stato davvero così?

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Federica Petrucci

Editor esperta di economia e attualità

Laureata in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo e Consulente del Lavoro abilitato.

Lo aveva promesso in campagna elettorale più volte Giorgia Meloni: come prima cosa, una volta diventata premier, avrebbe subito lavorato contro il caro bollette e per garantire aiuti a famiglie e imprese in difficoltà a causa dalla crisi. Ma è stato davvero così? A quasi un mese e mezzo dall’elezione, abbandonati i toni strillati a favore di un atteggiamento più pacato (per lo meno nel modo di comunicare), la nuova presidente eletta sembra ancora brancolare nel buio al riguardo.

Tra incontri che non potevano essere rimandati, appuntamenti internazionali che l’hanno portata a rivedere le sue posizioni (specialmente sul tema immigrazione, ve ne abbiamo parlato qui), molti sono ancora in attesa di capire se, come e quando il governo in carica si muoverà nell’affrontare quelli che – ad oggi – sono i temi più caldi per l’agenda politica italiana.

La strategia di Giorgia Meloni: su caro bollette, famiglie e imprese il governo (forse) non sa che fare?

Rave party, questioni di genere (La Presidente? No, chiamatemi Il Presidente) e immigrati: tutte le prese di posizione del nuovo governo Meloni – è evidente – sono chiaramente politiche. Mentre la spinta inflazionistica sta mettendo in crisi molte realtà, i proclami di Giorgia Meloni sono stati diversi ma, concretamente, nelle prime tre riunioni del Consiglio dei Ministri non si è parlato né di famiglie, né di imprese, né di bollette. Anche se, in più occasioni in campagna elettorale, la stessa lo aveva promesso. Ma per quale motivo?

I più scettici, diranno e sostengono, che la scelta di affrontare questioni più culturali che economiche è solo un modo per distrarre l’elettorato. Non ci sono i soldi per mantenere tutte le promesse fatte prima delle elezioni, per cui la destra sta cercando di fare la destra laddove è possibile. Un decreto legge contro i raduni con più di 50 persone (etichettati direttamente e indirettamente dai suoi alleati come drogati, irresponsabili che occupano suoli abusivamente, gente poco raccomandabile), poi una circolare a tutti i ministeri in cui chiede di utilizzare la declinazione al maschile di presidente e infine la decisione di bloccare circa 30 persone in mare (contro ogni trattato internazionale). Questo atteggiamento, molto probabilmente, è solo un modo come un altro per ricordare ai propri elettori: ecco, siamo noi, siamo sempre gli stessi. No al disordine, basta con la teoria del gender e stop all’immigrazione (anche se comunque un centinaio di persone in questi giorni è stato fatto sbarcare, ha continuato a far rumore e notizia la decisione di non accogliere quei pochi rimasti al largo delle coste italiane, una decisione chiaramente simbolica che concretamente non frena né risolve il problema degli sbarchi).

Forse non sono subito arrivate soluzioni concrete per la ripresa finanziaria del Paese, forse le risorse non bastano per garantire assistenza a famiglie e imprese ma – ad oggi – diciamolo, l’elettore che ha sostenuto Giorgia Meloni alle elezioni del 25 settembre si riconosce nel suo operato, e basta dare un’occhiata agli ultimi sondaggi per avere la conferma.

Meloni promette poi non mantiene: rave party e medici no vax prima di bollette, famiglie e imprese

Dicevamo: bollette, famiglie e imprese. In campagna elettorale la stessa Giorgia Meloni aveva promesso di approvare subito, al primo Consiglio dei Ministri, nuove misure per andare incontro a chi sta risentendo maggiormente degli effetti della crisi, a partire da un contrasto dei rincari delle utenze. Bene, così non è stato.

Alla data di giovedì 11 novembre 2022, in nessuna riunione del CdM tali interventi sono stati promossi. Sul sito del Governo Italiano, infatti, è possibile prendere visione degli argomenti in agenda e i provvedimenti adottati, e – come già detto – nessuno riguardava le bollette, né tanto meno le famiglie e neppure le imprese.

Riunioni e documenti sono visibili a tutti e chiunque quindi può verificare quanto detto semplicemente collegandosi al sito ufficiale della Presidenza del Consiglio (qui il link diretto). Di seguito – però – un riassunto delle attività svolte:

  • domenica 23 ottobre 2022, a Palazzo Chigi, per la prima volta sotto la presidenza di Giorgia Meloni, si è proceduto con la proposta di nomina dei sottosegretari, all’attribuzione delle funzioni ai Vicepresidenti del Consiglio, on. Antonio Tajani e sen. Matteo Salvini e conferito ai Ministri senza portafoglio gli incarichi;
  • lunedì 31 ottobre 2022 il CdM ha nominato trentanove Sottosegretari e poi ha varato misure urgenti in materia di divieto di concessione dei benefìci penitenziari nei confronti dei detenuti o internati che non collaborano con la giustizia, ma anche in materia di  obblighi di vaccinazione anti SARS-COV-2 e di prevenzione e contrasto dei raduni illegali con un apposito decreto-legge. Durante questa riunione, quindi, hanno avuto precedenza la giustizia, l’integrazione dei medici no vax e i rave party;
  • venerdì 4 novembre, invece, è stato approvato un decreto-legge che introduce disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei ministeri, disposizioni urgenti di proroga delle misure per il servizio sanitario della regione Calabria e la partecipazione di personale militare al potenziamento del dispositivo NATO. Durante la stessa seduta, inoltre, è stata approvata la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (NADEF).

Si potrebbe dire che per la prima volta a novembre, finalmente, si è parlato di questioni economiche. Tuttavia, bisogna sottolineare che la Nota di Aggiornamento del DEF rivede e integra quella deliberata lo scorso 28 settembre, aggiornando le previsioni macroeconomiche e tendenziali di finanza pubblica ed elaborando anche lo scenario programmatico per il triennio 2023-2025.

Rispetto alle bollette, gli aiuti alle famiglie e alle imprese, quindi, si è deciso di dare priorità ad altre emergenze. Forse per prendere tempo? La domanda è lecita, la risposta facoltativa.

Lavoro, incontri e un nuovo decreto aiuti: cosa sta facendo, in concreto, il governo Meloni

Bisogna dire, ad essere sinceri, che se è vero che – alla terza riunione del governo – il decreto per le famiglie e le imprese non c’è, è altrettanto vero che ci sono state prima tutta una serie di questioni tecniche che hanno avuto la precedenza. Prima tra tutti, la Nota di Aggiornamento DEF. L’Esecutivo, infatti, era tenuto a fare il punto sulle risorse a disposizione del Paese e programmare entro i termini stabili gli interventi e definire l’entità della manovra finanziaria 2023 (che come è stato riportato, viene stimata pari a circa 21 miliardi e sarà destinata interamente al contrasto al caro energia). Ma dire questo in campagna elettorale, che bisognava attendere e pazientare, sarebbe stato molto impopolare.

Intanto, però, sul fronte lavoro e imprese Giorgia Meloni – durante un incontro con i sindacati – si è detta disposta a collaborare. “Siamo nel mezzo di una crisi internazionale sociale, usciamo da una pandemia, c’è una crisi energetica in corso”, ha detto la premier rivolgendosi alle parti sociali. “Possiamo decidere di affrontare questa situazione in una logica di contrapposizione, oppure decidere di farlo in una logica di collaborazione. Il mio personale approccio sarà di lealtà e di trasparenza, e sono sicura di poter trovare lo stesso atteggiamento anche dall’altra parte di questo tavolo”. A tal proposito, poi, ha parlato di adeguamento delle pensioni (che da gennaio verranno riviste, qui maggiori dettagli), ma anche di una norma sugli extra profitti e una separazione tra previdenza e assistenza.

Tra gli interventi sul piano bollette, inoltre, si è fatta strada l’ipotesi di un maxi taglio al reddito di cittadinanza (qui come potrebbe cambiare), per recuperare risorse da destinare poi a misure ad hoc contro il caro energia. Il decreto aiuti quater annunciato dal ministro dell’economia Giorgetti, appunto, si inserisce in questo contesto (qui le riforme promesse). “In due settimane abbiamo liberato 30 miliardi per calmierare e coprire il costo delle bollette” scrive Meloni su Facebook (ma qui, all’ordine del giorno del CdM, si parla di 21 miliardi, tra cui rientrano i 10 “lasciati” in eredità dall’ex premier Mario Draghi e i restanti certamente non recuperati dal nuovo esecutivo ma semplicemente avanzati – per così dire –  grazie a una ripresa economica del Paese più alta rispetto alle attese).

“Abbiamo messo in sicurezza il nostro tessuto produttivo”, aggiunge poi la premier (e qui probabilmente si riferisce alla questione migranti, ovviamente facendo riferimento ai 35 bloccati e non alle centinaia di persone – fortunatamente – accolte) “e già domani avremo il decreto che stanzia i primi 9 miliardi sarà portato in Consiglio dei Ministri”. La riunione è attesa per giovedì 10 novembre.

Resta da capire, adesso, come l’esecutivo ha intenzione di aiutare anche le famiglie. Rimarcata l’intenzione di continuare ad assicurare sussidi a chi è in difficoltà, gli unici interventi certi ad oggi sono – per esempio – una riforma del reddito di cittadinanza che al contrario andrebbe a negare la card RdC ai soggetti che (seppur in difficoltà economiche) sono considerati in grado di poter lavorare. Del quoziente familiare per la riduzione dell’IRPEF, così come del potenziamento dell’assegno unico e gli asili nido gratis (tutti provvedimenti annunciati da Giorgia Meloni nel corso delle dichiarazioni programmatiche alla Camera e al Senato) non si sa ancora nulla.