Biden invia nuove armi all’Ucraina, come cambierà la guerra

Gli Stati Uniti dotano Kiev di un sistema lanciarazzi, anche se Zelensky aveva chiesto missili a gittata ancora più lunga. La Russia replica parlando di "provocazione"

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Maurizio Perriello

Giornalista politico-economico

Giornalista e divulgatore esperto di geopolitica, guerra e tematiche ambientali. Collabora con testate nazionali e realtà accademiche.

Da un lato l’impegno dichiarato per il cessate il fuoco e la pace, dall’altro il sempre più deciso sostegno militare a Kiev. Nella visione degli Stati Uniti si potrà porre fine alla guerra in Ucraina soltanto con la vittoria sull’esercito russo.

Per questo motivo il presidente Joe Biden ha disposto il già annunciato invio di nuove armi alla resistenza ucraina. Dall’inizio dell’invasione russa, mezzi, strumenti ed equipaggiamenti trasportati nel Paese sono stati sempre più potenti. E l’ultimo pacchetto non fa certo eccezione.

Nuovi armi Usa in Ucraina: cosa sono gli Himars e quanto sono potenti

Il Pentagono fornirà a Kiev un numero non ancora precisato di mezzi detti Himars (High mobility artillery rocket system). Si tratta di camion lanciarazzi che trasporta una batteria in grado di utilizzare sei missili (e munizioni), sparandoli a pochi secondi l’uno dall’altro e fino a 80 chilometri di distanza. Un deciso cambio di passo, visto che parliamo di una gittata doppia rispetto agli Howitzers che gli Stati Uniti hanno fornito finora all’Ucraina.

Per governare il mezzo bastano pochi giorni di addestramento e una piccola squadra. Gli Himars sono stati pensati per essere ricaricati in pochissimo tempo, senza l’aiuto di altri veicoli, a cavallo tra Vecchio e Nuovo Millennio. Il sistema era infatti già in dotazione a vari Paesi europei ed è stato impiegato anche in Afghanistan e in Siria contro l’Isis.

I razzi da inserire nelle rampe possono essere guidati tramite la tecnologia Gps, incrementando notevolmente la precisione dei colpi. Il vantaggio tattico è evidente: con gli Himars i soldati ucraini potranno colpire obiettivi oltre le linee russe, mantenendo però una distanza di sicurezza dall’artiglieria nemica.

Le parole di Joe Biden

“Forniamo le armi affinché l’Ucraina sia nella posizione più forte possibile al tavolo delle trattative“, ha dichiarato Joe Biden, ribadendo l’impegno di Usa e alleati per “un Paese indipendente, democratica e prospera”. Per queste ragioni “ho deciso di inviare all’Ucraina sistemi missilistici più avanzati e munizioni”. A patto che essi vengano utilizzati “sul campo di battaglia in Ucraina”.

Una precisazione essenziale, legata anche alla decisione del Pentagono di non fornire razzi più potenti al Paese invaso. Dall’inizio del conflitto. La Nato si è infatti opposta all’invio di armamenti capaci di colpire direttamente il territorio russo. Il motivo è chiaro: evitare in ogni modo il rischio di uno scontro aperto con Mosca.

Cosa chiede l’Ucraina e come reagirà la Russia

Il sistema Himars sembra però non rispondere alle esigenze dell’esercito ucraino. Lo Stato maggiore ucraino aveva infatti chiesto razzi più potenti, i cosiddetti Army tactical missil system, che hanno una capacità di crociera fino a 300 chilometri.

Armamenti troppo pericolosi, secondo l’amministrazione Biden, che potrebbero provocare un ancora più tragico ampliamento del conflitto. Nonostante le rassicurazioni del presidente ucraino: “So che qualcuno negli Stati Uniti sta dicendo che potremmo usare gli Himars per attaccare la Russia. Non abbiamo intenzione di attaccare la Russia. Non siamo interessati alla Federazione Russa, non stiamo combattendo sul loro territorio”.

La mossa non poteva non provocare la reazione di Vladimir Putin, che per bocca del ministro degli Esteri Sergei Lavrov ha parlato di “provocazione diretta” da parte degli Stati Uniti. “Le richieste di armi straniere da parte dell’Ucraina sono provocazioni che mirano a coinvolgere l’Occidente nel conflitto”.