Tasse sulla casa e di successione: il piano di Schlein

La segretaria del Pd affronta il tabù della patrimoniale parlando di tassa sulle successioni “iniqua” e attaccando il Governo sulla mancata riforma del catasto

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Elly Schlein prova a rompere il tabù della patrimoniale e torna ad agitare i sonni dei redditi più alti. La segretaria del Pd affronta il fantasma delle tasse su case e sulle eredità al Festival dell’Economia di Trento scatenando reazioni tra le forze di centrodestra, ma spiazzando probabilmente anche molti esponenti del proprio partito. “Questo Paese di patrimoniali ne ha già tante” ha detto la numero uno del Partito democratico e dovremmo riorganizzarle”.

Cosa ha detto Elly Schlein sulle patrimoniali

Non possiamo negare che siamo in un Paese con la tassazione sulle successioni più iniqua e bassa” è uno dei concetti espressi da Elly Schlein che indica tra i punti centrali della politica economica del Pd “la progressività e la redistribuzione” attaccando il Governo sulla riforma del catasto voluta dall’esecutivo Draghi e ad oggi naufragata che, ricorda la segretaria, è sollecitata dall’Unione europea.

“Per riuscire a rendere più equo e progressivo il sistema bisogna fare degli interventi – sostiene la segretaria del Pd – Dobbiamo aumentare la progressività. La tassazione alle imprese e sul lavoro va ridotta, ma mentre la si riduce si deve pensare perché le tasse sulle rendite fiscali e immobiliari sono così basse, si può dire o non si può dire?”(qui avevamo scritto del piano sulla patrimoniale proposto da Joe Biden negli Usa).

Elly Schlein al Festival dell’Economia di Trento

Nel suo intervento al Festival di Trento Elly Schlein ha affrontato altri temi di politica economica dal Pil al debito pubblico, fino al Jobs Act sul quale era contraria sin dall’inizio: “Me ne andai dal Pd per quello“.

“Siamo il quinto debito pubblico a livello mondiale, dobbiamo ridurlo, ma dobbiamo valutare come – ha detto la segretaria dem come riportato da ‘Il Foglio’ – Non dobbiamo perdere la propensione agli investimenti pubblici e non si possono lasciare indietro: la scuola, la sanità, la formazione”. “Serve una strategia d’investimenti che abbia un effetto moltiplicativo” ha aggiunto.

“Sotto a un taglio del cuneo valido solo pochi mesi c’è nascosta una norma che rende strutturale la precarietà, mentre dovremmo fare come in Spagna, dove hanno limitato i contratti a termine” dice Schlein attaccando ancora il Governo Meloni e sollecitando il tema delle semplificazioni che “servono sia sulla burocrazia, sia sul fisco” (qui avevamo parlato del governo ombra formato da Schlein).

La numero uno del Pd ammette che la “crescita del Pil è importante” sottolineando però che “serve un cambio del modello di sviluppo” e che non basti come indicatore della ricchezza di un Paese invocando ancora una volta il Bes (Benessere equo sostenibile) sul quale, ha evidenziato, “hanno lavorato anche le regioni”.

Non poteva mancare, da ex vicepresidente dell’Emilia-Romagna con l’attuale governatore Stefano Bonaccini, un riferimento all’alluvione, confermando la linea già espressa durante l’emergenza: “Piena disponibilità sia ai territori colpiti sia al governo a lavorare insieme in uno spirito di unità nazionale. Stiamo parlando di un fenomeno di una portata mai vista. Non è un momento di strumentalizzazione politica”.

“In Emilia Romagna è stato fatto molto, ma si può fare di più – ha aggiunto – Si sono messi in campo interventi per un miliardo e si è speso il 75 per cento. È difficile dire che l’Emilia-Romagna ha dimostrato una scarsa capacità di spesa, ma è un territorio fragile”.