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Pensione nella Gestione Separata: cos’è e come funzionano totalizzazione e computo

Quando può andare in pensione chi possiede contributi versati nella Gestione Separata e a quali trattamenti ha diritto?

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Redazione

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Quando può andare in pensione chi possiede contributi versati nella Gestione Separata e a quali trattamenti ha diritto?

Prendiamo spunto dalla domanda di un lettore (Maurizio P. da Ferrara) che ci chiede una precisazione in merito alla gestione dei contributi versati nella Gestione Separata per affrontare un tema che genera spesso molteplici dubbi.
Chi possiede contributi nella Gestione Separata, come co.co.co., lavoratore occasionale o libero professionista, ha accesso a tutti i trattamenti a cui hanno diritto gli altri lavoratori, come la pensione di vecchiaia e quella anticipata, ma con alcune eccezioni. In particolare, non è possibile andare in pensione con le opzioni dedicate ai soli lavoratori dipendenti o a diverse categorie, come il Salvacondotto per i nati nel 1952 o la Deroga Amato.

Si pongono, poi, dei problemi nel caso in cui il lavoratore possieda dei contributi sia nella Gestione Separata, sia in altre casse, in quanto non è possibile effettuare la ricongiunzione dei contributi versati in tale gestione: in questi casi è comunque possibile sommarli gratuitamente grazie allo strumento del computo (sono esclusi i soli contributi versati alle casse professionali), oppure ottenere la pensione in totalizzazione.

Vediamo, ora, i principali trattamenti previdenziali che si possono ottenere nella Gestione Separata.

Assegno anticipato nella gestione separata

La pensione anticipata, nella Gestione Separata, può essere di due tipi, ordinaria e contributiva:

  • con la prima è possibile andare in pensione con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 e 10 mesi per le donne;
  • con la seconda sono sufficienti 20 anni di contributi, ma si deve avere un’età pari ad almeno 63 anni e 7 mesi e un trattamento che superi di 2,8 volte l’assegno sociale.

Informazioni sulla pensione di vecchiaia

Anche la pensione di vecchiaia può essere di due tipi, ordinaria e contributiva:

  • con la prima è possibile pensionarsi a 66 anni e 7 mesi sia per uomini che per donne; sono necessari 20 anni di contributi e un assegno pari ad almeno 1,5 volte l’assegno sociale;
  • con la seconda, è possibile pensionarsi con soli 5 anni di contributi, senza un ammontare minimo della prestazione, ma a 70 anni e 7 mesi di età.

Come funzionano le pensioni di invalidità, inabilità e la supplementare

Gli iscritti alla Gestione Separata possono anche fruire della pensione di invalidità e inabilità, se possiedono almeno 5 anni di contribuzione in tale cassa, di cui 3 versati nell’ultimo quinquennio. Per ottenere la pensione d’invalidità è necessaria la riduzione della capacità lavorativa a meno di un terzo, per quella di inabilità l’assoluta e permanente impossibilità a svolgere qualsiasi lavoro.

Le persone iscritte alla gestione che non raggiungono i requisiti per un’autonoma pensione e che risultano titolari di un trattamento pensionistico in un’altra gestione, hanno diritto ad una pensione supplementare al compimento dell’età di vecchiaia. Se non possiedono contributi versati prima del 1996, la pensione principale deve risultare inferiore a 1,5 volte il trattamento minimo.

Totalizzazione e computo

Chi possiede contributi sia nella gestione separata che in altre casse, può sommarli gratuitamente grazie alla totalizzazione. Con quest’ultima è possibile ottenere:

  • la pensione di vecchiaia, con 65 anni e 7 mesi di età, 20 anni di contributi, previa attesa di una finestra di 18 mesi;
  • la pensione di anzianità, con 40 anni e 7 mesi di contributi (esclusi i periodi di disoccupazione e malattia), previa attesa di una finestra di 21 mesi.

È anche possibile far confluire i contributi posseduti in altre gestioni (escluse le casse professionali) nella Gestione Separata per ottenere un’unica pensione, grazie alla facoltà di computo. I requisiti per esercitare tale facoltà sono:

  • possesso di meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995;
  • possesso di almeno 5 anni di contributi versati dal 1996 in poi.

A cura di Noemi Secci
Esperta in materia di pensioni, fisco e diritto del lavoro