“La guerra finirà a maggio”. Ecco perché

Il conflitto è in una fase in cui tutti hanno bisogno di guadagnare tempo per arrivare all'eventuale tavolo dei negoziati da posizioni di forza.

La guerra in Ucraina finirà al più tardi all’inizio di maggio, quando la Russia avrà esaurito le risorse di cui dispone per attaccare il suo vicino. A fare questa previsione è stato un consigliere del governo ucraino citato dai media del Paese.

“Penso che entro maggio, all’inizio di maggio, dovremmo avere un accordo di pace” – ha dichiarato Oleksiy Arestovich, consigliere del capo di gabinetto del presidente ucraino – precisando che “o ci sarà un accordo di pace raggiunto rapidamente, in una o due settimane, con il ritiro delle truppe e tutto il resto, oppure ci sarà un tentativo di mettere insieme alcuni, diciamo, siriani, per un secondo round e, quando avremo respinto anche loro, un accordo entro metà aprile o fine aprile”.

Perché non è il momento del negoziato

Giusta o meno che sia, la previsione del consigliere politico ucraino si sposa bene con il momento attuale. In cui un vero negoziato non è ancora partito, al di là dei tavoli fra personaggi minori dei due schieramenti e del primo contatto a Roma fra Usa e Cina. E non è ancora partito semplicemente perché ancora non sono maturate le giuste condizioni perché parta, visto che entrambi gli schieramenti stanno cercando di guadagnare tempo per ottenere i rispettivi obiettivi strategici.

Perché a Putin serve tempo

Gli show palesemente falsi dell’ambasciatore russo all’Onu, o le richieste irricevibili portate nei primi quattro round di incontri con gli ucraini, sono espedienti utili alla Russia di Putin per guadagnare tempo. In questa fase l’obiettivo tattico dei russi è quello di consolidare al massimo le posizioni acquisite e se possibile aumentarle, con l’obiettivo di arrivare fra qualche settimana al tavolo negoziale da una solida posizione d forza. Ma l’equilibrio è precario, perché Putin ha invaso l’Ucraina con in mano dei conti totalmente sballati (convinto di una operazione lampo con l’esercito ucraino pronto a rovesciare Zelensky e la popolazione lieta di accogliere i russi), ed ora che le sanzioni mordono non può portare troppo avanti una guerra da cui per contro non può più tornare indietro.

Perché agli ucraini serve tempo

Dall’altra parte gli Usa e l’Occidente armano ad oltranza la resistenza ucraina, ben attenti a non cedere alle richieste di ‘no fly zone’ o di impegno diretto, proprio perché sanno che Putin ha un’autonomia limitata, e puntano a fare implodere la Russia da dentro e a liberarsi una volta per tutte dello ‘Zar’. Sulla pelle dell’Ucraina e degli ucraini, evidentemente. Ma così funziona, da sempre, la real politik. Per quello a Roma è stato detto chiaro e tondo ai cinesi di evitare di intromettersi al fianco della Russia. Dal canto loro gli ucraini vedono nei giorni che passano senza che i russi riescano a sfondare né a far fuori Zelensky come carburante verso una soluzione che mantenga per quanto possibile il paese integro.

La difficile mediazione

Se la guerra finirà a maggio è difficile dirlo. Di certo siamo in una fase in cui ci si avvicina ad un negoziato vero, per il quale va ancora trovato un mediatore accettabile da entrambe le parti. Che difficilmente potrà essere la Cina, mentre continuano a muoversi a fari spenti sia Israele che la Turchia. Detto che i convitati di pietra, in un modo o nell’altro, restano Usa e Cina, con l’Unione europea sullo sfondo.