Sembra destinata a crescere la polemica attorno all’aumento di stipendio riconosciuto al Presidente dell’Inps Pasquale Tridico. La decisione è stata presa con apposito decreto interministeriale firmato, il 7 agosto 2020, dalla ministra del Lavoro Nunzia Catalfo e Roberto Gualtieri, ministro dell’Economia. Gli emolumenti, come si legge nel decreto, saranno riconosciuti a presidente, vice presidente e consiglieri di amministrazione Inps e Inail, con decorrenza dalla data di nomina e, quindi, hanno effetto retroattivo.
Inps, raddoppia lo stipendio di Tridico
Come decretato dal ministro del Lavoro e dal ministro dell’Economia e delle Finanze, la retribuzione annua lorda da corrispondere a presidente, vice presidente e consiglieri di amministrazione di Inps e Inail sarà pari a:
- 150 mila euro annui per il presidente;
- 40 mila euro annui per il vice presidente;
- 23 mila euro annui per i consiglieri di amministrazione.
L’importo riconosciuto a Tridico, stando a quanto riportato da Repubblica, sarebbe quindi più che raddoppiato, passando dai precedenti 62 mila euro l’anno a – come scritto sopra – 150 mila euro.
Sindacati in agitazione: chiesti maggiori chiarimenti sugli aumenti retroattivi
La notizia relativa agli aumenti di stipendio dei funzionari Inps e Inail non è passata di certo inosservata. Sulla retroattività della decisione, nello specifico, si è mobilitato già il collegio dei sindaci dell’Inps, chiedendo chiarimenti in merito.
Ciò che è stato denunciato, nello specifico, è il contrasto della decisione presa con il principio sancito dalla legge n. 75 del 1999, che stabilisce che gli amministratori siano pagati dal momento dell’insediamento e non dalla nomina.
Al momento il Presidente dell’Inps non ha rilasciato alcuna dichiarazione, e nemmeno il ministro Gualtieri e la ministra Catalfo hanno detto qualcosa al riguardo. Usando i propri spazi social, invece, Matteo Salvini (già in polemica con l’Inps per la gestione dell’emergenza Coronavirus) ha commentato la faccenda scrivendo: “INPS, non ho parole. Invece di aumentarsi lo stipendio, prima paghi la cassa integrazione alle centinaia di migliaia di lavoratori che la aspettano da mesi, poi chieda scusa e si dimetta”.
Visto il rumore che sta facendo la notizia e il clamore suscitato, non è improbabile che nelle prossime ore qualcun altro dica la sua sulla questione e, ovviamente, non è escluso un intervento dei diretti interessati.