I continui e ripetutiscontri tra Pd e Lega irritano (non poco) Palazzo Chigi. Questa l’indiscrezione lanciata nelle scorse ore da Tpi che spiega come il Presidente del Consiglio Mario Draghi non avesse messo in conto l’atteggiamento decisamente battagliero del segretario del Partito democratico Enrico Letta che non perde occasione per punzecchiare l’alleato di Governo Matteo Salviniche – a sua volta – risponde colpo su colpo.
E se l'”esuberanza” politica del leader del Carroccio è cosa piuttosto nota (con Draghi che in più occasioni è stato costretto ad arginare prese di posizioni scomode), confermata dal mancato voto leghista sul decreto riaperture che aveva non poco irritato Draghi, il Premier mai avrebbe sospettato l’atteggiamento di sfida del segretario Dem: “Anche perché Draghi è stato uno dei principali fautori dell’approdo di Letta al Nazareno” spiega Tpi.
Le battute al veleno tra i due, ormai, sono all’ordine del giorno. L’ultimo ieri quando In un’intervista al quotidiano spagnolo Abc il segretario del Pd, parlando dell’esecutivo, ha indicato nel leader della Lega un fattore di instabilità”.
Come da copione, non si è fatta attendere la replica di Salvini che non ha lasciato spazio all’immaginazione: “Letta vive male, se non si alza e non insulta me e la Lega non è contento, ma non ci pagano per questo – ha detto a Zapping – L’ossessione di Letta per me e la Lega non è da analizzare politicamente ma in altri termini”.
Insomma, lo scontro all’interno della maggioranza lo scontro è ufficialmente aperto, anche sul tema riforme e sulla data “di scadenza” della legislatura.
“Siamo realisti, non sarà questa maggioranza a fare la riforma della giustizia e del fisco”, aveva detto qualche giorno fa Salvini lasciando intendere che il perimetro di azione dell’esecutivo è a tempo.
“Leggo che #Salvini non vuole che questo governo faccia le riforme della giustizia e del fisco. Mi chiedo su quale discorso programmatico abbia dato la sua fiducia a Draghi a febbraio. Lasci. E lasci che le riforme le faccia #Draghi con chi le vuole”, aveva risposto Letta invitando l’alleato di Governo ad uscire dall’esecutivo (invito tra l’altro che era arrivato già a fine aprile).
Per ora, mentre l’Italia prova a ripartire, è calato il silenzio. Almeno fino alla prossima sparata.