L’ipotesi di un’alleanza tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico si fa sempre più concreta, la strada per trovare un accordo comune, tuttavia, sembra essere ancora in salita.
Da quando Matteo Salvini ha presentato (e poi ritirato) la mozione di sfiducia al Governo Conte, Luigi Di Maio, in rappresentanza del M5s, si è detto intenzionato a non scendere più a compromessi con la Lega. Il Ministro del Lavoro, dunque, ha chiuso ogni possibilità di “riappacificazione” con l’ormai ex alleato, ed ha iniziato a guardarsi intorno.
Di Maio, dopo aver escluso inizialmente un alleanza con il Pd, ha poi fatto sapere agli elettori di stare valutando la possibilità di un Governo giallo – rosso. Partito Democratico e Cinquestelle sembrano avere una visione comune su molte cose, quindi diverse sarebbero le riforme che – insieme – porterebbero avanti in caso di alleanza.
Se da un lato però vi sono dei principi che uniscono i due partiti, dall’altro, ancora oggi, persistono dei punti di contrasto che potrebbero far saltare ogni possibile accordo.
Conte Premier, per esempio, è uno dei punti su cui M5s e Pd si stanno maggiormente scontrando. Di Maio, infatti, vorrebbe riconfermare il Presidente del Consiglio scelto con la Lega, mentre per Zingaretti rimane indispensabile presentarsi agli elettori con un nuovo nome, dando un chiaro segnale: quello di svolta e di cambiamento rispetto al passato.
Un altro punto su cui il M5s preme e il Pd frena, invece, è quello relativo al taglio dei parlamentari. A tal proposito, a fronte di un risparmio irrisorio per le casse dello stato, il Partito Democratico è pronto a procedere verso questa direzione solo se si punta su una riforma in grado di dare maggiori garanzie di costituzionalità. Con una mera soppressione delle poltrone, nello specifico, si rischierebbe di sacrificare la rappresentanza democratica delle regioni più piccole, problema che Zingaretti vuole evitare.
In questo contesto, inoltre, si inseriscono le divergenze interne dei rispettivi partiti. Sia all’interno del Movimento 5 Stelle che all’interno del Partito Democratico, difatti, non mancano quelli che si oppongono a questa possibile alleanza. La Lega, inoltre, non ha escluso nuove aperture al Movimento e, intanto, anche alcuni esponenti pantastellati noti (come Davide Casaleggio) si sono detti più favorevoli ad un’alleanza con Salvini piuttosto che con il Pd.
Alla luce di quanto esposto, dunque, non è difficile capire come mai i giochi sono ancora aperti e tutto – di fatto – potrebbe succedere da qui a martedì 27 agosto.