Gnammo: indovina chi viene a cena
L’idea è arrivata una sera a cena da amici,i quando un ospite dice al padrone di casa: “sei bravo in cucina, perché non apri un ristorante?” “Figurati, con quel che costa…”. Il modello: i siti di condivisione di case. Il risultato: Gnammo, la prima piattaforma italiana di social eating. Che cosa vuol dire? Chiunque può cucinare o mangiare in casa di sconosciuti, facendosi pagare o pagando cifre che di solito vanno dai 20 euro in su. Quindi puoi essere cook o gnammer, neologismo nato con la startup fondata da Gianluca Ranno, quarantenne torinese, insieme con due trentenni, Walter Dabbicco e Christian Rigon.
Gnammo, che deve il suo nome a una delle tante onomatopee dei
fumetti (gnam, gnam…piuttosto che grunt!), ha cominciato a prendere forma nel 2011, è diventata una realtà tra il 2012 e il 2013 e nelle ultime settimane ha avuto il suo momento di celebrità. Prima per la partecipazione al talent show imprenditoriale Shark Tank, poi per le
preoccupanti attenzioni del Ministero dello Sviluppo economico, che in un parere ne assimila l’attività a quella dei ristoranti. Un altro episodio che rivela l’’inadeguatezza delle norme in vigore di fronte all’avanza della
sharing economy (vedi sotto). Tanto è vero che la vicenda è stata avvicinata a quella di Uber, l’app americana diventata famosa per le proteste dei tassisti e alle prese con un groviglio di vicende legali.
I numeri di
Gnammo dicono che il mercato c’è: gli gnammer registrati sono quasi 100mila, i
cuochi circa 3mila in oltre mille città. Come funziona il sistema? Sul sito ci si può registrare come cuoco e creare un evento o come gnammer e cercare una cena secondo la località o il tema che interessa. Chi prenota paga, la piattaforma trattiene il 12% e il giorno dopo trasferisce quel che resta a chi ha cucinato. La macchina evidentemente gira se i fondatori hanno potuto rifiutare i
300mila euro offerti da due investitori per il 15% del capitale durante
Shark Tank. La cifra richiesta era quella ma per il 10% e non hanno ceduto alla tentazione. Vuol dire quindi che Gnammo in questo momento viene valutata circa
3milioni di euro.
P.S. Parola di startupper: sharing economy. E’ l’economia della condivisione, un nuovo modello di business in cui chi vende e chi consuma non è più cosi diverso come nell’economia tradizionale. I campioni globali sono Airbnb, Uber, Ebay. Anche Papa Francesco nella sua recente enciclica “Laudato si” tra le altre cose consiglia di “condividere un medesimo veicolo tra varie persone“, con un chiaro riferimento al car sharingQui puoi trovare le 10 cose da sapere sulla sharing economy
A cura di Giovanni Iozzia
Giornalista e consulente editoriale