Elezioni: Lega in fibrillazione, Salvini ha le ore contate

La pesante debacle nelle amministrative segna probabilmente la fine della parabola salviniana. Ora i Governatori sono pronti a riprendersi la Lega.

La ‘fatal Verona’ premia l’ex calciatore Damiano Tommasi e condanna il centrodestra nelle elezioni comunali 2022. Per l’alleanza Berlusconi-Salvini-Meloni la domenica dei ballottaggi delle amministrative è praticamente un cappotto. Sconfitti a Verona, ma pure a Parma, a Piacenza, a Alessandria, a Monza, a Catanzaro. E molte sono sconfitte in casa, dopo il primo turno che vedeva in vantaggio i candidati espressi da Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, troppo spesso in ordine sparso.

Lo schiaffo Verona

A Verona il candidato di Forza Italia Tosi ha fatto mancare i suoi voti al sindaco uscente Sboarina, che gli ha sbattuto la porta in faccia dopo la richiesta di apparentamento. “Ora serve una immediata reunion del centrodestra, per analizzare i risultati”, dice Licia Ronzulli, senatrice di Forza Italia e responsabile nazionale per i rapporti con gli alleati. Per la fedelissima di Berlusconi il risultato di Verona “non era inaspettato, quando Sboarina ha rifiutato l’apparentamento si è capito cosa sarebbe successo, si è rinunciato al 24% dei consensi, non abbiamo dato uno spettacolo di serietà e unità”.

Verona è la sconfitta che brucia di più, simbolo del centrodestra che non si unisce neanche al ballottaggio. Per il centrodestra le vittorie a Barletta e a Gorizia, restano una magra consolazione. Anche Monza fa male, più ancora dopo la promozione in serie A ella squadra di Berlusconi. Ma la ferita aperta resta quella della città scaligera. Che rischia di rivelarsi ‘fatale’ anche per la leadership di Matteo Salvini, più che mai indebolita nel momento in cui l’ala governista e storicamente ‘nordista’ della Lega – capeggiata da Giorgetti e dai governatori delle grandi regioni del Nord – punta a sfilargli il partito.

Addio Lega Nazionale

Il progetto di Lega Nazionale, un contenitore di destra nazionale da offrire all’intero paese (“prima gli italiani”), è ormai bello che morto. Quel ruolo se lo è assunto, con capacità di muoversi anche rispetto allo scenario politico internazionale, Giorgia Meloni con Fratelli d’Italia. Mentre nella Lega, a partire da Giorgetti per arrivare ai governatori di Regione Zaia e Fedriga, non vedono l’ora di mettere fine alle ambiguità sui rapporti con l’estero e la Russia di Putin in particolare nonché riportare al Nord produttivo il baricentro del partito, magari recuperando anche quelle spinte autonomiste che si sono annacqute nella politca nazionale e nazionalista di Salvini. Il quale, ora, dovrà guardarsi soprattutto dall’interno: il conto alla rovescia per farlo saltare è partito.

M5s, cade il voncolo dei due mandati?

Aria pesante anche in casa Movimento 5 stelle, dove la scissiine di Di Maio ha lasciato parecchi cocci economici e politici sul pavimento di Giuseppe Conte. E’ sul punto di cadere anche la regola aurea del vincolo al secondo mandato. Probabilmente proprio per evitare che i parlamentari al secondo mandato siano in un vicolo cieco che li possa spingere a traslocare a loro volta col gruppo scissionista.