Seconda – e decisiva – giornata delle consultazioni avviate al Quirinale dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Oggi, giovedì 22 agosto, a varcare la soglia delle portone del palazzo che fu dei Papi saranno i cosiddetti “big”. In mattinata, il Capo dello Stato accoglierà le delegazioni di Giorgia Meloni (Fdi) e Silvio Berlusconi (Fi), che in incontri separati dovrebbero sventolare la bandiera delle “urne subito”. Tra i due partiti di centrodestra sarà la volta di Nicola Zingaretti, forte dell’unanimità della direzione Dem, con il mandato a sedersi al tavolo con M5S, ma “serve discontinuità”.
Pomeriggio bollente, dedicato agli incontri con gli ormai ex alleati di Governo. Prima tocca alla Lega. Chiude il giro, alle 17, il Movimento Cinque Stelle.
La prima a salire al Colle, ieri mercoledì 21 agosto, è stata laPresidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati. A seguire, quello della Camera Roberto Fico. Il Presidente emerito Giorgio Napolitano, che non si trovava a Roma, è stato consultato al telefono. Successivamente è toccato a Gruppo per le Autonomie del Senato, gruppo Misto del Senato, gruppo Misto della Camera e Liberi e Uguali della Camera: i “piccoli”, che in questa crisi potrebbero però fare da ago della bilancia.
In un clima ancora incerto, certo invece è che nelle stanze del Quirinale risuona forte il richiamo alla responsabilità politica e parlamentare conSergio Mattarella che veste i doppi panni di notaio e arbitro.
Al momento, le opzioni sul tavolo sembrano essere due: un governo solido o il voto anticipato. Intanto, sul fronte delle trattative, prosegue sottotraccia e in superficie il dialogo tra Dem e Cinquestelle.
“Non credo in un governo di transizione che porti al voto. Sarebbe rischioso per i Democratici e anche per il Paese. Ora tocca a noi muoverci e indicare una strada. Dentro il percorso di consultazione dobbiamo dare la disponibilità se c’è la possibilità di una nuova maggioranza parlamentare in grado di dare risposte serie ai problemi del Paese. Un eventuale nuovo governo deve essere di svolta, di legislatura altrimenti è meglio andare alle urne, ha detto ieri il Segretario Zingaretti, dopo aver ottenuto dalla direzione del Pd il mandato a sedersi al tavolo con i pentastellati. Ma le incognite sono ancora tante.