Corruzione e peculato, alle elezioni Regionali in Emilia e Calabria tre “impresentabili”

Domenica 26 Emilia-Romagna e Calabria al voto per le Regionali. La Commissione Parlamentare Antimafia guidata da Morra ha stilato i nomi dei non candidabili

Domenica 26 gennaio si vota per le elezioni regionali in Emilia-Romagna e Calabria. In una campagna elettorale piuttosto movimentata, almeno in territorio emiliano, ecco che viene pubblicata la lista degli “impresentabili” stilata come di consueto dalla Commissione Parlamentare Antimafia.

Come si decide chi è “impresentabile”

La Commissione guidata dal grillino Nicola Morra ha individuato almeno tre candidati alle Regionali che, di fatto, non avrebbero potuto essere candidati alle elezioni. Si tratta di un candidato in Emilia-Romagna e due in Calabria. Secondo alcune indiscrezioni alla lista potrebbe aggiungersi un terzo personaggio in Calabria, ma per ora non è stato fatto il nome e si attendono conferme.

Morra ha spiegato ancora una volta che la valutazione avviene in tre fasi: la prima scatta subito dopo l’ottenimento delle liste elettorali, la seconda riguarda la trasmissione delle liste alla Procura Nazionale Antimafia per un primo controllo e la terza il momento in cui queste informazioni utili vengono trasmesse in Procura per ottenere la documentazione relativa a tutti gli eventuali carichi pendenti dei candidati e acquisire le sentenze passate in giudicato.

Chi sono i candidati alle elezioni Regionali in Emilia-Romagna e Calabria

I candidati in Emilia-Romagna sono 7: il governatore uscente Stefano Bonaccini torna a competere per il centrosinistra formato da Pd, Europa Verde, +Europa, Volt, Emilia Romagna Coraggiosa, Bonaccini Presidente. Per il centrodestra c’è Lucia Borgonzoni, “regina” indiscussa dei social (vi avevamo raccontato quanto ha speso su Facebook) che rappresenta il centrodestra con Lega, Fratelli d’Italia, Fora Italia, Cambiamo-Popolo della Famiglia, Borgonzoni Presidente e Giovani per l’Ambiente; per il Movimento 5 Stelle corre Simone Benini. Poi troviamo Domenico Battaglia del Movimento 3V (no-Vax), Laura Bergamini per il Partito Comunista, Marta Collot di Potere al Popolo, e Stefano Lugli di L’Altra Emilia Romagna.

I candidati in Calabria sono 4 e sono tutti “new entry” in Regione: per il Movimento 5 Stelle, sostenuto anche da Calabria Civica, corre Francesco Aiello; per il Pd, Democratici e Progressisti e Io Resto in Calabria c’è Filippo Callipo; Jole Santelli invece è la candidata del centrodestra unito, formato da Lega Nord, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Unione di Centro, Santelli Presidente e Casa delle Libertà. Carlo Tansi è il candidato governatore per Tesoro Calabria, Calabria Libera e Calabria Pulita.

Chi sono gli “impresentabili”

Secondo i dati forniti dal Presidente della Commissione Antimafia Morra gli “impresentabili” sarebbero Mauro Malaguti di Fratelli d’Italia in Emilia Romagna, e Giuseppe Raffa e Domenico Tallini di Forza Italia in Calabria. Sarebbe dunque il centrodestra a rappresentare il 100% degli “impresentabili” evidenziati dal lavoro della Commissione.

Mauro Malaguti di Fratelli d’Italia in Emilia-Romagna è già stato condannato ad un anno e 4 mesi per 1042 euro di peculato. In Calabria, invece, a sostegno di Jole Santelli i non candidabili sarebbero Giuseppe Raffa, rinviato a giudizio per corruzione in concorso e sotto il vincolo della continuazione, e Domenico Tallini, rinviato a giudizio per diverse fattispecie di corruzione.

Dopo la pubblicazione delle liste è arrivata immediata la replica del leader della Lega Matteo Salvini, che ha commentato: “Decideranno gli elettori”. Morra, dal canto suo, gli ha volto ricordare che la Costituzione si può sì cambiare, “ma va rispettata. In questi anni tanti ci hanno tentato. Però, che io sappia, vige la legge. Non è che a colpi di referendum si può andare contro legge. Se si candida un ineleggibile qualora venisse eletto dovrebbe decadere”.

Corruzione, “bestia” italiana che non vogliamo vedere

Corruzione bestia italiana, di cui però c’è scarsa consapevolezza, oppure si decide di chiudere un occhio. L’Italia è 51esima nel mondo con un punteggio di 53 punti su 100 nel ranking della percezione della corruzione di Transparency International. Come Arabia Saudita e Ruanda, e un gradino sotto a Malta.

In particolare, pesa la criminalità organizzata, che preferisce proprio l’arma della corruzione e che oggi ha assunto forme nuove, sempre più difficili da identificare e contrastare. Ricordiamo che sulla regolamentazione delle lobby e dei conflitti di interesse al momento il Parlamento italiano tace.