Allarme migranti inguaia Meloni: il piano per fermare le ondate

Roma - in pressing per sbloccare i  fondi Ue - cerca l'assist di Parigi che è arrivato: missione a fine aprile

L’allarme migranti mette alla prova il Governo di centrodestra che sul tema – negli anni scorsi – ha dato battaglia e ora rischia – ironia della sorte- di trovarsi impantanato su una materia di difficile gestione.

Migranti inguaiano il Governo

Sì, perchè non si fermano gli arrivi attraverso la rotta tunisina sulle coste italiane, dove a Lampedusa in poche ore si sono registrati venti sbarchi di oltre novecento naufraghi mentre la Guardia Costiera ha operato soccorsi in area Sar anche nel mar Ionio e la Geo Barents di Medici Senza Frontiere ha recuperato altri rifugiati nel Mediterraneo.

Adesso, infatti,  la rotta quasi per tutti è quella della Tunisia, finita in una grave situazione economica e di tensione politica: e proprio sul Paese si concentrano i timori dell’Unione europea e del governo italiano, pronti ad accrescere gli sforzi per favorire un ritorno alla stabilità dello Stato magrebino per fermare l’aumento vertiginoso dei flussi migratori.

Il piano per fermare le ondate

“La stabilizzazione politica del Paese, dice a chiare lettere il ministro degli Esteri  Tajani, è l’unica via percorribile: «Non possiamo abbandonare la Tunisia, altrimenti rischiamo di avere i Fratelli musulmani che rischiano di creare instabilità. Non ci possiamo permettere l’islamizzazione del Mediterraneo. Speriamo che tutti quanti sentano le ragioni dell’Italia”.

Al momento, l’idea è replicare il modello Libia a Tunisi addestrando le forze di sicurezza locale, fornire mezzi e aiuti finanziari per intensificare il pattugliamento e mezzi più tecnologici per i controlli.  E proprio questi saranno gli argomenti al centro della visita – in programma a fine aprile – del ministro Piantendosi in Tunisia, accompagnato dalla commissaria Ue agli Interni Ylva Johansson e dal ministro francese Gerald Darmanin.

Asse Roma- Parigi

In particolare Roma è in pressing per sbloccare i  fondi Ue, anche quelli bloccati, dopo la svolta autoritaria del presidente Kais Saied, oltre al prestito di 1, 9 miliardi di dollari destinato a sostenere la Tunisia e congelato dal Fondo monetario internazionale, legato all’attuazione di un pacchetto di riforme. 

E, sul tema, Roma cerca l’assist di Parigi, dopo il bilaterale Meloni -Macron.   “Con Meloni abbiamo avuto una discussione molto buona che ci ha permesso di chiarire molti argomenti e definire le questioni sulle quali possiamo agire insieme”, ha fatto sapere Macron. Sintonia ritrovata, dunque, come confermano le parole della Premier: “Sono soddisfatta, è stato un incontro lungo e ampio, c’è voglia di collaborare”. Il risultato, come detto, è la missione congiunta in Tunisia, assieme all’Ue.